Ottobre in tavola: Il miglior pesce di stagione da portare in cucina
La Redazione • 7 ottobre 2025
Con l’arrivo dell’autunno, anche il mare cambia ritmo e ci offre una selezione preziosa di pesci, molluschi e crostacei perfetti per ricette ricche di gusto e sostenibilità. Ottobre è uno dei mesi migliori per acquistare pesce fresco, grazie alla grande varietà disponibile sui banchi del mercato. Scegliere pesce di stagione, infatti, non è solo una scelta di qualità, ma anche un gesto consapevole verso l’ambiente e la salute.
Ecco una guida al pescato più comune e consigliato per questo mese.
I protagonisti del mese di ottobre
Alice e sardina: piccoli pesci azzurri, economici e ricchissimi di Omega-3. Ottimi fritti o marinati.
Calamaro, moscardino e seppia: molluschi versatili perfetti per zuppe di mare, risotti o secondi piatti leggeri.
Cefalo, mormora e sarago: pesci dal sapore delicato, ideali al forno o alla griglia.
Cernia, ricciola e spigola: carnosi e pregiati, regalano piatti raffinati, da gustare al cartoccio o in crosta di sale.
Dentice, ombrina e orata: pesci bianchi dalla carne tenera, perfetti anche per chi segue una dieta leggera.
Gallinella e triglia: ideali per brodetti e zuppe tradizionali, grazie al loro sapore deciso.
Mazzancolla e pannocchia: crostacei gustosi e scenografici, da portare in tavola come antipasto o secondo.
Nasello e passera: pesci semplici e salutari, adatti anche per i bambini.
Pesce spada e tonno: tagli nobili del mare, ottimi alla piastra o crudi in tartare.
Rombo chiodato e sogliola: pesce piatto perfetto per cotture al forno con patate.
Vongola verace: l’anima della classica pasta alle vongole, gustosa e profumata.
Perché scegliere pesce di stagione?
Optare per il pescato stagionale significa rispettare i cicli naturali del mare, sostenere la pesca locale e gustare prodotti più freschi e saporiti. Inoltre, è spesso più economico rispetto al pesce importato o allevato fuori stagione.
Consigli per l’acquisto
Preferite pescherie di fiducia o mercati locali.
Controllate occhi, branchie e odore: il pesce fresco ha occhi lucidi, branchie rosse e profumo delicato di mare.
Chiedete sempre la provenienza del prodotto e, se possibile, privilegiate il pescato italiano.
In conclusione, ottobre offre un vero e proprio tesoro marino da scoprire. Portare in tavola il pesce di stagione non è solo una scelta di gusto, ma anche di responsabilità. Sfruttate questa ricchezza per creare piatti sani, sostenibili e sorprendenti.
Buon appetito… di mare!.

Nella splendida cornice del Premio Mia Martini 2025 , tenutosi nella suggestiva città di Scalea, la musica ha aperto le porte a un'altra forma d’arte capace di emozionare e raccontare: la cucina. A ricevere il prestigioso Premio “La Mia RaViola”, pensato in onore di Mia Martini, è stato lo Chef Rocco Gerundino , interprete sensibile e creativo della cucina calabrese, che ha saputo fondere tradizione, innovazione e prodotti autentici della terra di Calabria in un piatto simbolico, identitario e profondamente evocativo. I l premio, istituito da La Gazzetta del Food su iniziativa di Chef Gregori Nalon , dell’e ditrice e giornalista Maria Giovanna Labruna , e con il sostegno del Patron del Premio Mia Martini, Nino Romeo, nasce con l’intento di celebrare anche l’arte gastronomica nel cuore di un evento da sempre dedicato alla musica e alla cultura. “Questa ravVola è un omaggio alla terra di Calabria, in onore di Mia Martini”, ha dichiarato Labruna. “Premiare Gerundino significa premiare un gesto che si fa piatto, storia e identità.” Una raViola che racconta il Mediterraneo Il piatto protagonista è una raViola alle mandorle, ripiena di pesce spada e patata viola: un’armonia di colori, sapori e consistenze che racchiude l’anima del Mediterraneo e l’essenza della Calabria. Realizzata con ingredienti locali, questa creazione è espressione di un perfetto equilibrio tra radici e innovazione, esaltando la materia prima attraverso una visione gastronomica moderna e profondamente rispettosa del territorio. Cultura e sapori in omaggio a Mia Martini La serata, realizzata in collaborazione con la Regione Calabria, è stata condotta da Claudia Cesaroni e Marco Guacci, due volti noti della scena radio-televisiva. La direzione artistica, affidata al Maestro Franco Fasano , ha saputo intrecciare musica, emozioni e riflessioni, in un evento che ha reso omaggio alla grande Mia Martini, simbolo di arte e autenticità. Tra lunghi applausi e momenti di intensa partecipazione, la manifestazione ha dimostrato ancora una volta che musica e cucina, come tutte le forme d’arte vere, hanno il potere di unire, raccontare e toccare il cuore. Un meritato riconoscimento per Chef Rocco Gerundino, che con la sua raViola ha saputo trasformare gusto e memoria in un autentico atto d’amore per la terra di Calabria, nel segno indelebile di Mia Martini..

La Festa Nazionale del Cuoco si è da poco conclusa e, anche se non ero fisicamente presente, ho seguito con grande attenzione – e con sincema emozione – ogni momento, ogni passo, ogni piatto raccontato. Perché quando la nostra comunità si ritrova, io mi sento comunque parte di quella fiamma che arde nei cuori e nei fornelli di chi ama davvero questo mestiere. Dal 11 al 14 ottobre, il più importante evento dedicato alla cucina italiana ha riunito oltre mille partecipanti tra cuochi professionisti, delegazioni italiane e internazionali, operatori del settore e appassionati. Il risultato? Un mosaico di tradizione, innovazione e cultura che ha acceso le strade, le piazze e l’anima di un territorio ricco di storia gastronomica. L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana Cuochi (FIC) insieme all’Unione Regionale Cuochi Liguri, ha coinvolto 120 associazioni provinciali, 20 unioni regionali e numerose delegazioni straniere. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è la volontà condivisa di valorizzare le eccellenze italiane, anche attraverso gesti concreti. Uno di questi è stata la firma del protocollo d’intesa tra Gal Fish Liguria e i Cuochi Liguri per promuovere il pescato locale: un patto tra cucina e sostenibilità che guarda al futuro con responsabilità. La cucina di strada ha avuto uno spazio centrale, con la Liguria e sei Regioni ospiti – Piemonte, Trentino-Alto Adige, Umbria, Emilia-Romagna, Basilicata e Calabria – protagoniste di una narrazione autentica fatta di prodotti, gesti e profumi. Significativa anche la Premiazione del Premio Ferrer, che ha messo in luce la creatività dei cuochi liguri alle prese con i piatti della tradizione. Una sfida bella, seguita anche sui canali social, che mostra quanto la cucina possa essere un ponte tra generazioni e linguaggi. Tra tutti i momenti, uno in particolare ha catturato la mia attenzione: la Giornata dei Cuochi, celebrata con una sfilata silenziosa e solenne di oltre 500 cuochi in divisa. Un gesto potente, carico di significato, culminato con la Santa Messa nella Cattedrale di San Lorenzo, celebrata dal Cardinale Marco Tasca. Anche da lontano, ho sentito il peso e la bellezza di quel cammino. Ho visto volti, divise, storie camminare insieme. E ho pensato che, in quel passo collettivo, ci fosse tutto: orgoglio, appartenenza, rispetto. Questa giornata non è una semplice celebrazione, ma una testimonianza silenziosa e concreta di chi siamo davvero. Noi cuochi non lavoriamo solo tra i fornelli. Portiamo valori. Costruiamo memoria. Raccontiamo il mondo attraverso il cibo. La divisa da cuoco non è un simbolo di status, ma di responsabilità. E si onora ogni giorno, con passione, dedizione e cura. In serata, la Cena di Gala ha portato l’alta cucina nella splendida cornice del Palazzo Ducale, dove i Cuochi Liguri, insieme al progetto Genova Gourmet, hanno costruito un’esperienza sensoriale a più voci: piatti d’autore, prodotti di eccellenza e una mixology ricercata hanno raccontato un territorio che sa stupire. Il giorno successivo, il 14 ottobre, la presenza dello chef Enrico Bartolini, unico italiano con 15 stelle Michelin, ha dato spessore al confronto sul futuro del mestiere. La sua partecipazione a una tavola rotonda, il Buffet delle Regioni, i tour tra le Botteghe Storiche e il workshop all’Istituto Alberghiero Marco Polo hanno reso quella giornata un crocevia di stimoli, idee e ispirazione. La Festa Nazionale del Cuoco ha raggiunto e superato i suoi obiettivi: Ha promosso un territorio come eccellenza gastronomica italiana Ha valorizzato i prodotti tipici con degustazioni e show cooking Ha favorito relazioni tra professionisti del settore Ha proposto riflessioni autentiche sul ruolo del cuoco nella società contemporanea Per me, è stato emozionante vedere da fuori una comunità così viva, coesa, determinata. Non serve esserci fisicamente per sentirsi parte di un evento come questo. Basta crederci davvero. La cucina è questo: una comunità in cammino, che non dimentica le proprie radici ma ha lo sguardo fisso sull’orizzonte. La Festa del Cuoco ci ha ricordato che non cuciniamo solo per nutrire. Cuciniamo per raccontare, accogliere, tramandare. E lo facciamo, ogni giorno, con la stessa fiamma che arde nelle cucine di tutto il mondo. Anche da lontano, io c’ero. E ne sono orgoglioso.

I dati Istat e DMO parlano chiaro: il capoluogo partenopeo è la città italiana con la crescita turistica più alta. Tra mare, storia, arte e umanità, Napoli incanta e conquista. E non è più quella in bianco e nero dei luoghi comuni: oggi brilla di luce propria. Napoli non si guarda più da lontano. Si vive, si fotografa, si racconta. I dati parlano chiaro: con un impressionante +45% di crescita nel flusso turistico registrato negli ultimi tre anni, il capoluogo partenopeo si impone come la città italiana con l'incremento più alto, superando icone storiche del turismo come Roma, Milano, Venezia e Firenze. A certificarlo sono i numeri diffusi dall'Istat e dalle principali DMO (Destination Management Organization), che monitorano costantemente l’andamento del turismo nelle principali destinazioni italiane. E Napoli, oggi, è la vera protagonista. Da cartolina dimenticata a meta internazionale Un tempo raccontata con immagini in bianco e nero, spesso vittima di stereotipi e cronaca, Napoli ha saputo ribaltare la narrativa su di sé. Oggi si presenta al mondo a colori vividi: quelli dei vicoli dei Quartieri Spagnoli, dei tramonti sul lungomare di Mergellina, delle opere d’arte del Museo di Capodimonte, della street art di San Giovanni a Teduccio e del calore umano di una popolazione che non ha eguali. “I turisti non vengono più solo per il Vesuvio o per una pizza — spiega un operatore turistico — ma per respirare una città autentica, ricca di cultura, energia e storia. Qui tutto è vivo, tutto è vero.” Una crescita che sfida anche il Giubileo Sorprende ancor di più il fatto che Napoli abbia fatto registrare numeri superiori persino a Roma, che pure si prepara al Giubileo 2025 con una raffica di eventi e investimenti. Milano, capitale economica e del design, Firenze, culla del Rinascimento, e Venezia, da sempre regina del turismo internazionale, devono ora fare i conti con l’ascesa partenopea. Merito dei napoletani, protagonisti della rinascita Il boom turistico non è solo frutto di un paesaggio mozzafiato o di un patrimonio artistico straordinario. È merito anche dei napoletani, che hanno saputo trasformare la loro identità in valore. Dall’accoglienza familiare dei B&B di Spaccanapoli, alla creatività degli artigiani di San Gregorio Armeno, fino al talento degli chef e pizzaioli che portano nel mondo il gusto autentico della tradizione. “Napoli è cambiata, ma è rimasta fedele a sé stessa. Non ha rinunciato al suo cuore popolare per piacere ai turisti — dice una guida locale — e forse è proprio questo il segreto del suo successo.” Con l’arrivo di nuovi investimenti, eventi culturali internazionali, collegamenti aerei potenziati e una rinnovata attenzione all’offerta sostenibile, Napoli guarda avanti. Ma lo fa con i piedi ben piantati nella sua terra, fiera della sua anima e della sua storia. Perché oggi Napoli non è più la città da evitare. È la città da vivere. E finalmente, da raccontare a colori.

ùIl progetto Typic Awards 2025 nasce con l’obiettivo di celebrare e valorizzare il talento dei pizzaioli, italiani ma anche internazionali, presenti in Svizzera. Un progetto teso a valorizzare e promuovere, quindi, le eccellenze italiane e gli artigiani dell’arte bianca che vivono e lavorano in Svizzera. L’evento è organizzato da: Vincenzo Vitale – CEO di Typicallitaly Group, pizzaiolo napoletano che ha trasformato una passione di famiglia in un progetto di vita. Cresciuto a Napoli, ha indossato il grembiule a soli 12 anni, iniziando un percorso che lo avrebbe portato lontano. Nel 2014 arriva in Svizzera, a Losanna, dove continua a coltivare la sua arte e a farsi cono-scere per l’amore verso la pizza autentica e per l’attenzione ai prodotti di qualità. Da quell’esperienza nasce l’idea di creare un ponte tra la tradizione italiana e il mercato svizzero: così prende vita TYPICALLITALY Group SA; Enzo Zuzù Esposito – CEO dell’agenzia di web marketing ZuzùWork. Enzo Esposito, conosciuto come “Zuzù”, è un creativo e marketer napoletano che ha fatto della co-municazione nel mondo food la sua firma personale. Fondatore di ZuzuWork, agenzia con sede a Salerno, lavora a fianco di pizzaioli, panificatori e brand gastronomici ita- liani e svizzeri, costruendo strategie, eventi e contenuti che mettono al centro l’au-tenticità. La sua esperienza spazia dalla gestione social all’organizzazione di eventi in-ternazionali, fino alla creazione di format video che uniscono marketing e teatro, sua grande passione. L’evento è realizzato anche grazie al sostegno di aziende leader nel settore come: le farine di Molino Magri e le farine di Molini Ambrosio; i prodotti senza glutine di Blu Italia; i prodotti caseari del caseificio LaMara; i prodotti conservieri di Corte Salcuni; i pomodori di Tomo Tomo. Partner tecnici invece sono ZuzùWork, 100 grammi e Sferagroup. Ospiti d’eccezione dell’evento saranno Marco Quintili, celebrato maestro pizzaiolo napoletano, e Filippo Rosato, tecnico di Molini Ambrosio. Gli iscritti, oltre 100 pizzaioli e pizzerie in tutta la Svizzera, potranno concorrere a ben 7 categorie specifiche, ovvero: · Miglior Pizza Classica, la pizza che meglio rappresenta la tradizione e gli ingre-dienti autentici della tradizione napoletana ed italiana; · Miglior Pizza Dessert, la miglior pizza dessert, tra creatività e gusto tipici di fine pasto. · Miglior Comunicazione, premio alla pizzeria con la strategia di comunicazione più efficace e coinvolgente; · Miglior Pizza Contemporanea, ovvero la pizza con impasti o ingredienti speciali (es. multicereali, carbone vegetale, farine speciali) realizzate con le moderne tecniche di impasto; · La Pizza più Bella, ovvero la presentazione visiva più accattivante e artistica di una pizza; · Miglior Pizza Senza Glutine, la miglior pizza gluten free, perfetta per chi soffre di celiachia; · Topping più Creativo, la combinazione di ingredienti più bilanciata, innovativa e gustosa. Dall’evento verrà eletto il Miglior Pizzaiolo 2025, ovvero il pizzaiolo che nella pro-pria pizzeria si contraddistingue per tecnica, creatività e qualità complessiva delle sue pizze. Per concorrere a questa categoria, è necessario iscriversi ad almeno 3 categorie sopracitate. Dalla sua apertura a marzo fino ad oggi, giovedì 9 ottobre, le iscrizioni sono state to-talmente gratuite per tutti i partecipanti. A valutare le pizze e le pizzerie c’è stata una giuria di qualità composta da esperti del settore, critici gastronomici e chef professionisti, che da marzo scorso, dal giorno di apertura delle iscrizioni, ha iniziato il processo di valutazione visitando in maniera anonima le pizzerie. I volti dei 4 esperti verranno rivelati il prossimo 19 ottobre, giorno della premiazione. I criteri di valutazione varieranno in base alla categoria e includeranno: - Gusto e qualità degli ingredienti; - Presentazione e creatività; - Tecnica di preparazione e cottura; - Innovazione e reinterpretazione della tradizione; - Esperienza complessiva in pizzeria (servizio, ambiente, attenzione ai dettagli). Un evento importante che celebra l’eccellenza italiana ed i grandi pizzaioli presenti in Svizzera.

La passione per il tiramisù ha infiammato Treviso nel lungo weekend della Tiramisù World Cup 2025 , che ha visto sfidarsi centinaia di aspiranti campioni del dolce al cucchiaio più iconico d’Italia. Dopo una serrata competizione fatta di mascarpone, savoiardi e tanta creatività, a salire sul gradino più alto del podio sono state due donne italiane, entrambe venete: Barbara Tosato da Mestre per la ricetta originale, e Daniela De Biasio da Farra di Soligo per la versione creativa. Giunta alla nona edizione, la manifestazione – ormai celebre a livello internazionale – ha celebrato quest’anno anche la figura di Giuseppe “Bepo” Maffioli, gastronomo e attore trevigiano, tra i primi a documentare le origini del tiramisù. Una dedica importante, in una cornice che mescola cultura, territorio e passione culinaria. I sei finalisti in gara A contendersi il titolo nelle due categorie sono arrivati in finale: Ricetta Classica: Daniele Giovinazzo (Aosta) Barbara Tosato (Mestre) Monia Salvadori (Spresiano) Ricetta Creativa: Manuel Coletti (Vazzola) – con un tiramisù alle pesche sciroppate, noci e cioccolato fondente Daniela De Biasio (Farra di Soligo) Paolo Silvegni (Rimini) – con fava Tonka e cannella Barbara Tosato ha conquistato la giuria con un tiramisù impeccabile nella tecnica e nell’equilibrio dei sapori. La sua interpretazione classica ha convinto per la perfetta armonia tra crema al mascarpone e bagna al caffè. Daniela De Biasio, invece, ha stupito nella categoria creativa, dove è possibile aggiungere fino a tre ingredienti non canonici. La sua proposta ha unito audacia e raffinatezza, pur mantenendo l’anima del tiramisù: un equilibrio non facile da raggiungere. La Tiramisù World Cup non è solo una gara: è un festival del gusto che coinvolge appassionati, turisti e operatori del settore. Degustazioni, laboratori, talk e showcooking rendono l’evento un punto di riferimento per il mondo del dessert. Con questa edizione, Treviso si conferma ancora una volta capitale mondiale del tiramisù. E mentre il dolce vola in giro per il mondo, il cuore del suo successo resta saldamente ancorato alla tradizione italiana.

Fiera Bolzano, 13–16 ottobre 2025 Torna l'appuntamento di riferimento per il mondo dell’hotellerie e della ristorazione: Hotel 2025, la fiera che anticipa i trend dell'accoglienza del domani. Dal 13 al 16 ottobre, professionisti, aziende e operatori del settore si danno appuntamento a Bolzano per scoprire le soluzioni che ridisegneranno l’esperienza dell’ospitalità. Un evento per chi guarda avanti Hotel 2025 si conferma punto di incontro strategico per chi vuole innovare, investire e distinguersi in un mercato sempre più attento alla qualità, all’ambiente e al benessere del cliente. L’edizione di quest’anno promette un programma ancora più ricco, con focus su: Architettura e design sostenibile: materiali ecocompatibili, sistemi a basso impatto energetico e soluzioni per hotel a impatto zero. Tecnologie smart: automazione, intelligenza artificiale e strumenti digitali per ottimizzare la gestione e migliorare l’esperienza dell’ospite. Nuovi concept di ospitalità: format ibridi che integrano turismo, wellness e gastronomia locale. Esperienze, formazione e networking A completare l’offerta espositiva, un palinsesto di eventi collaterali pensati per ispirare e formare i professionisti: Talk e tavole rotonde con esperti del settore, architetti, chef e innovatori. Showcooking con protagonisti della cucina d’autore e focus su sostenibilità e filiera corta. Momenti di networking per creare sinergie, scoprire nuovi partner e valorizzare il territorio. Perché partecipare Hotel 2025 non è solo una fiera: è un hub di idee, una piattaforma di scambio e un’opportunità concreta per chi vuole restare competitivo in un mercato in trasformazione. Un evento imperdibile per albergatori, ristoratori, architetti, designer e operatori del turismo. 🎟️ Per info, programma completo e biglietti: sito ufficiale di Fiera Bolzano