Un’esperienza gastronomica esclusiva a Roma: a bordo del Gregory’s Boat lo chef Francesco Gotti celebra il rombo Prodemar

La Redazione • 18 settembre 2025
Il 22 settembre 2025, nel cuore di Roma, si terrà un evento culinario d’eccezione a bordo del Gregory’s Boat, storica imbarcazione ormeggiata lungo il Tevere, in Lungotevere Arnaldo da Brescia. Una mattinata all’insegna dell’alta cucina e della sostenibilità, guidata da uno dei più autorevoli protagonisti del panorama gastronomico italiano: lo chef Francesco Gotti.
L’evento sarà dedicato alla valorizzazione del rombo Prodemar, prodotto d’eccellenza che ha conquistato per il terzo anno consecutivo il Superior Taste Award, prestigioso riconoscimento internazionale conferito dall’International Taste Institute di Bruxelles.
Durante la giornata, lo chef Gotti condurrà una dimostrazione tecnica volta a mostrare le potenzialità culinarie del rombo in chiave contemporanea. Attraverso un percorso didattico e sensoriale, i partecipanti avranno modo di approfondire tecniche di preparazione, abbinamenti e modalità di presentazione capaci di esaltare le qualità organolettiche di questa specie ittica allevata secondo principi di sostenibilità e responsabilità ambientale.
L’evento si rivolge a chef, operatori del settore food, ristoratori e appassionati di cucina che desiderano arricchire la propria offerta gastronomica con un ingrediente versatile, raffinato e certificato per la sua qualità superiore.
La scelta della location non è casuale: il Gregory’s Boat, con la sua atmosfera suggestiva e il fascino del Tevere, offrirà un contesto ideale per un’esperienza che unisce sapere, sapore e bellezza.

Dettagli dell’evento:
Data: 22 settembre 2025
Orario: dalle 9:30 alle 14:00
Luogo: Gregory’s Boat – Lungotevere Arnaldo da Brescia, Roma

L’ingresso è su invito o previa registrazione. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’organizzazione dell’evento.

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Autore: La Redazione 18 settembre 2025
L’evento ha visto un’entusiasta partecipazione di appassionati e curiosi che, guidati dall’esperienza e dalla passione di Capaldo, hanno potuto scoprire i segreti della pizza in pala e della focaccia genovese. La masterclass si è trasformata in un vero e proprio laboratorio del gusto, dove ogni partecipante ha potuto mettere le mani in pasta, sperimentando tecniche e consistenze, tra farina, impasti e risate. Un momento di condivisione autentica, in cui il cibo è diventato veicolo di scoperta, apprendimento e socialità. Al termine del laboratorio, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di degustare le proprie creazioni, celebrando il valore del "fare insieme" in un’atmosfera accogliente e informale. L’Irpinia Mood Lab si conferma così un progetto innovativo che mira a valorizzare le eccellenze del territorio attraverso esperienze formative e coinvolgenti, capaci di creare connessioni vere tra persone, sapori e tradizioni. Un sentito ringraziamento va a tutti i partecipanti che hanno reso possibile questa prima serata, dando il via a un percorso fatto di passione, manualità e scoperta - scrivono in una nota su facebook gli organizzatori . Foto web
Autore: Maria Giovanna Labruna 18 settembre 2025
La passione per la cucina può nascere in tanti modi. Per lo chef Rocco Gerundino, è nata tra le mura di una sala ricevimenti, seguendo da vicino il lavoro della madre presso il ristorante Miramare di Roseto Capo Spulico, suo paese natale. Aveva solo dodici anni quando ha cominciato a osservare, apprendere e mettere le mani in pasta, letteralmente, tutti i fine settimana. Un'esperienza che, protratta per tre anni, ha gettato le basi di una carriera solida e in costante evoluzione. A sedici anni inizia a lavorare in altre cucine, accumulando esperienze concrete. A diciotto si iscrive all’istituto alberghiero, dove consegue il diploma, alternando gli studi con la pratica, lavorando durante le stagioni estive e nei banchetti presso strutture come il Castello di Amendolara, diversi villaggi turistici e servizi catering. Dopo il diploma, si trasferisce al Nord Italia, dove approfondisce il mestiere come chef di partita sul Lago di Garda, a Limone sul Garda. Ma è nel 2010/2011 che arriva il primo vero incarico da chef di cucina, al Miramare Palace Hotel di Trebisacce. Un'esperienza determinante che segna l’inizio di una visione più personale e matura della cucina. Qui, grazie a un team affiatato e a una proposta gastronomica innovativa, la struttura ottiene importanti riconoscimenti, così come lo stesso chef. In seguito, Gerundino decide di spostarsi all’estero, dove affina ulteriormente le tecniche e approfondisce concetti fondamentali come l’equilibrio nutrizionale e la cucina funzionale. Scopre l’importanza di non sovraccaricare i piatti, evitando ad esempio l’abbinamento di più amidi in un’unica portata, favorendo piatti naturali e leggeri. Un’impostazione che lo segna profondamente e che diventerà la base della sua filosofia culinaria. Oggi è alla guida della cucina del Casale 700, una struttura rinomata e moderna in Calabria, dove ha dato vita a un progetto ambizioso: portare avanti una cucina del benessere. Una cucina che fa sentire bene, che non appesantisce, ma che emoziona attraverso il rispetto della materia prima, la stagionalità, la spontaneità degli ingredienti e l’equilibrio tra gusto e salute. In questo contesto, l’obiettivo non è soltanto “nutrire” ma anche educare il palato e favorire uno stile di vita più consapevole, attraverso piatti costruiti con cura, qualità e identità territoriale. Il Casale 700 ha visto una crescita costante e un entusiasmo crescente da parte degli ospiti, sempre più sensibili a un approccio gastronomico sostenibile e salutare. “Siamo ciò che mangiamo” – afferma spesso lo chef – ed è con questa consapevolezza che ogni piatto viene pensato e realizzato. In merito al recente caso di botulino che ha colpito la Calabria, Gerundino interviene con parole ferme ma rispettose: "La Calabria è una terra ricca di grandi professionisti, non può essere rappresentata da errori così gravi. Nel 2025 non è accettabile morire per mancanza di conoscenza o di attenzione. Mi stringo alla famiglia colpita, ma spero vivamente che si approfitti di questo momento per investire in una formazione più approfondita, anche in collaborazione con enti ospedalieri e professionisti del settore. La sicurezza alimentare è parte integrante della qualità in cucina.” Nel frattempo, la missione del Casale 700 continua: offrire una cucina autentica, di qualità rara, realizzata con ingredienti semplici, locali, genuini e trattati con rispetto. A seguire, una ricetta che rappresenta al meglio la sua filosofia e il suo legame con il territorio. Fagottino ripieno di faraona nostrana, mela cotogna e limone IGP di Rocca Imperiale Servito su coulis di pomodorino giallo e croccante di peperoni cruschi Ingredienti per la sfoglia all’uovo • 1 kg di semola rimacinata • 50 g di farina 0 • 6 uova da 50 g • 20 g di acqua • Sale q.b. Procedimento Disporre la farina su un piano di lavoro, formare una fontana e inserire al centro le uova e il sale. Iniziare a mescolare con le mani fino a quando le uova avranno incorporato la farina. Se l’impasto risulta troppo duro, aggiungere i 20 grammi d’acqua. Lavorare per circa 20 minuti fino a ottenere un impasto liscio, asciutto e omogeneo. Coprire con un canovaccio umido o pellicola e lasciare riposare per 30 minuti. Ingredienti per il ripieno • 300 g di petto di faraona • 2 patate • 2 peperoni cruschi • 250 g di pomodorini gialli (cotti al forno e frullati) • 1 limone • 3 o 4 mele (sbucciate e tagliate a cubetti) • 1 spicchio d’aglio • Timo q.b. • Sale q.b. • 60 g di olio extravergine di oliva • Vino rosso per sfumare Procedimento In una casseruola, versare l’olio e aggiungere l’aglio, facendolo imbiondire. Tagliare la faraona a cubetti e farla rosolare bene, poi sfumare con vino rosso. Aggiungere patate, mele, succo e scorza di limone, sale e timo. Coprire con acqua e lasciar cuocere per circa 3-4 ore, fino a ottenere un composto morbido e ben amalgamato. Frullare il tutto con un mixer a immersione fino a ottenere una consistenza asciutta, corposa e omogenea. Lasciar raffreddare. Composizione dei fagottini Stendere la pasta con la sfogliatrice fino a uno spessore di circa 1 mm. Tagliare dei quadrati con un coppa pasta. Spennellare i bordi con uovo sbattuto. Posizionare al centro una piccola quantità di ripieno con l’aiuto di un cucchiaino o sac à poche. Chiudere il fagottino portando verso il centro i quattro angoli, sigillandoli bene. Cottura I fagottini possono essere cotti al vapore oppure in acqua bollente salata per pochi minuti. Presentazione del piatto Servire i fagottini su una base di coulis di pomodorino giallo (oppure crema di zucca, a piacere). Completare il piatto con una spolverata di peperoni cruschi sbriciolati e qualche foglia di basilico fresco. Conclusione Questa ricetta è l’espressione della cucina di Rocco Gerundino: attenta, radicata, consapevole. Una cucina capace di unire memoria e modernità, tecnica e rispetto del territorio, con l’obiettivo di far sentire ogni ospite non solo soddisfatto, ma anche in equilibrio con ciò che mangia. Una cucina che non si limita a essere buona, ma che vuole fare bene.
Autore: Emiliano Nivelli 18 settembre 2025
Pupillo Pura Pizza arriva a Latina. Dal 19 settembre alle ore 19, in via Cesare Battisti 30, la citt àpotr àaccogliere una pizzeria che ha fatto della leggerezza dell’impasto, della qualit àdelle materie prime e del legame con il territorio la propria firma. Dopo Priverno e Frosinone, il brand approda nel cuore del capoluogo pontino portando con sé una filosofia che intreccia gusto, identit àe tradizione. Il cuore del prodotto è ’limpasto in stile napoletano, frutto di anni di studio sulle farine e sulla gestione del tempo, mentre i condimenti raccontano il territorio: i broccoletti di Priverno, la mozzarella di bufala pontina’l ,olio di Itri, le olive di Gaetai , carciofi di Sezze e il prosciutto di Bassiano, accanto a eccellenze italiane provenienti da altre regioni. Emblema di questa filosofia è laFalia di Pupillo, una specialit àche affonda le sue radici in un antico pane di Priverno e che la pizzeria ha reinterpretato trasformandola in un simbolo della propria identità. Questa versione moderna della Falia mantiene il legame con la tradizione, rispettando forma e sapori originari, ma viene arricchita con ingredienti selezionati e abbinamenti creativi che ne esaltano la leggerezza e la digeribilità. A Latina, la Falia di Pupillo sar àdisponibile con diverse farciture, pensate per offrire un’esperienza gastronomica che unisce storia e innovazione in ogni boccone. Il nuovo locale si sviluppa su più piani all’interno di un edificio storico, ristrutturato con un progetto firmato dagli architetti Sara Marchetti e Chiara Scimia per conto del Consorzio Sviluppo Sostenibile. Il design valorizza la memoria del palazzo e la unisce a un linguaggio moderno, fatto di giochi di luce e linee essenziali, creando un ambiente accogliente e armonioso in cui la pizza resta la vera protagonista. “Nata nel 2017 a Priverno, Pupillo Pura Pizza è il frutto di un percorso condiviso costruito passo dopo passo da molte persone, anche con il pizzaiolo Luca Mastracci che nel corso degli anni ha proseguito la sua esperienza in maniera indipendente e al quale voglio augurare le migliori fortune”, sottolinea il gestore del locale Mauro Reali che continua a portare avanti la filosofia originaria. “Continuiamo a puntare sulla nostra tradizione –proseguono dal team –per questo Pupillo continua ad essere “Pura Pizza”: un impasto scioglievole, leggero e digeribile condito con prodotti autentici e senza fronzoli, perché la magia della pizza resti alla portata di tutti”, una visione che guida ogni scelta, dall’impasto agli ingredienti, fino alla cura di ogni dettaglio in pizzeria. Negli anni Pupillo ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi –dai Tre Spicchi del Gambero Rosso alle classifiche di 50 Top Pizza in Italia e nel mondo, fino al premio “Forno Verde ”per la sostenibilit – àtraguardi che hanno rafforzato un progetto nato da un’amicizia e cresciuto come esperienza collettiva. “Il nostro obiettivo –conclude Mauro Reali – è raccontare le eccellenze della nostra terra attraverso la pizza, il piatto che più di ogni altro rappresenta l’italianità”.
Autore: La Redazione 17 settembre 2025
Nel cuore dell’autunno campano, tra i profumi della campagna e l’atmosfera suggestiva di un borgo che si anima di vita, Valle di Maddaloni si prepara ad accogliere la trentunesima edizione della sua storica Festa della Mela Annurca. L’evento si svolgerà nei fine settimana del 17, 18, 19 e 24, 25, 26 ottobre 2025, trasformando il paese in un vero e proprio palcoscenico all’aperto dedicato alla tradizione, ai sapori e alla cultura locale. Questa manifestazione non è soltanto una celebrazione agricola, ma un’esperienza immersiva che coinvolge visitatori di tutte le età in un percorso di riscoperta delle eccellenze del territorio. Protagonista indiscussa sarà la Mela Annurca, riconosciuta a livello nazionale come uno dei frutti simbolo della Campania, apprezzata per il suo gusto unico e per le sue antiche origini. Nel centro storico, stand enogastronomici offriranno specialità a base di mela annurca declinata in molteplici varianti: marmellate artigianali, dolci della tradizione, conserve, succhi e piatti tipici preparati secondo ricette tramandate da generazioni. Accanto a questi sapori, i visitatori potranno gustare minestre rustiche, pan cotto, fagioli, nfrennole e carne alla brace, il tutto accompagnato da vini locali e olio extravergine d’oliva. Non mancheranno gli artigiani con le loro creazioni fatte a mano, spettacoli musicali, artisti di strada, esposizioni e itinerari culturali. Ogni angolo del borgo sarà animato, offrendo un’esperienza completa che unisce convivialità, folklore e scoperta. Tra gli eventi di punta, domenica 19 ottobre si terrà la decima edizione del Raduno Nazionale di Auto e Moto d’Epoca, con veicoli provenienti da tutta Italia. Un appuntamento che unisce passione motoristica e memoria storica, attirando collezionisti e curiosi. Durante la festa sarà possibile partecipare anche a visite guidate all’Acquedotto Carolino, capolavoro di ingegneria idraulica voluto da Carlo di Borbone e progettato da Luigi Vanvitelli, oggi patrimonio UNESCO. Altro punto d’interesse saranno i melai, luoghi simbolici della lavorazione e maturazione della mela annurca, testimonianza vivente del legame tra agricoltura e cultura. A testimoniare il valore dell’evento, la Pro Loco “Valle”, organizzatrice della manifestazione con il patrocinio di numerose istituzioni, ha ricevuto nel 2024 il Marchio di Qualità “Sagra di Eccellenza”, riconoscimento nazionale conferito dal Senato della Repubblica Italiana, che premia la qualità organizzativa, la valorizzazione del territorio e la tutela delle tradizioni. La Festa della Mela Annurca non è solo un appuntamento gastronomico, ma un’occasione per immergersi in un patrimonio vivo fatto di storie, sapori e saperi, unendo passato e presente in un contesto accogliente e autentico.
Autore: La Redazione 17 settembre 2025
ROMA — Sarà una canzone a rappresentare simbolicamente la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Il brano, intitolato Vai Italia, è firmato dal paroliere Mogol, musicato da Oscar Prudente e interpretato da Albano Carrisi. A impreziosire la registrazione, anche le voci di cinquanta bambini dei cori di Caivano (Napoli) e dell’Antoniano di Bologna. La canzone sarà presentata ufficialmente domenica 21 settembre durante la prima puntata della nuova stagione di Domenica In, condotta da Mara Venier. L’iniziativa è promossa dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Agricoltura, con la collaborazione dell’Antoniano, e si inserisce all’interno di una più ampia campagna di valorizzazione del patrimonio gastronomico nazionale. Nella stessa giornata, in tutta Italia si celebrerà il pranzo della domenica, con grandi tavolate allestite nelle piazze, da Nord a Sud, per rendere omaggio alla tradizione culinaria e rafforzare il sostegno popolare alla candidatura. L’obiettivo è coinvolgere cittadini, istituzioni e comunità locali in un evento corale che sottolinei l'importanza sociale, culturale ed economica della cucina italiana. La candidatura, attualmente all’esame dell’Unesco, sarà discussa ufficialmente a dicembre a Nuova Delhi. L’Italia punta così a ottenere un riconoscimento che valorizzi non solo i piatti e le ricette, ma anche i riti, i saperi e la trasmissione orale che accompagnano la cucina tradizionale, spesso legata alla famiglia, al territorio e alla stagionalità. Il coinvolgimento di Albano, artista legato alla terra e al mondo enogastronomico, e di Mogol, autore di alcune tra le pagine più importanti della canzone italiana, conferisce all’iniziativa una forte valenza simbolica. Vai Italia nasce proprio con l’intento di raccontare, attraverso la musica, l’identità profonda del Paese: una melodia corale che accompagna l’Italia verso un traguardo culturale di rilevanza mondiale. Foto Web
Autore: Cinzia Tattini 17 settembre 2025
Cicciano (NA), settembre 2025 – Si è concluso con un vero e proprio boom di presenze il Cooking Around Fest 2025 , la rassegna gastronomica che dall’11 al 14 settembre ha trasformato Viale dei Pini in un palcoscenico a cielo aperto dedicato ai sapori, alla cultura culinaria, alla musica e alla solidarietà. Oltre 1.200 partecipanti, tra famiglie, appassionati e professionisti, hanno animato un evento che ha saputo fondere tradizione gastronomica, spettacolo e valori civili in un’esperienza collettiva straordinaria. L’11 settembre ha inaugurato il festival con una serata concerto gratuito di Enzo Avitabile & I Bottari, presentato da Giovanni De Filippis. Il 12 settembre un emozionante live show di Andrea Sannino, che ha regalato al pubblico un’esibizione intensa e coinvolgente. Il 13 settembre Live Music Il 14 settembre, giornata conclusiva, è stata interamente dedicata ai più piccoli con l’evento “Piccoli Chef, con il Cooking Class Experience – Cooking Around. Una mattinata da ricordare tra pasta, passione e solidarietà La mattina del 14 settembre ha visto protagonisti i bambini dai 5 anni in su, impegnati nella preparazione della pasta fatta a mano sotto la guida di una squadra di chef professionisti. Il laboratorio ha unito divertimento, educazione alimentare e condivisione. Ospite d’onore dell’iniziativa, lo chef Gregori Nalon, nome di spicco della cucina italiana e fondatore de La Gazzetta del Food, ha guidato i piccoli chef con competenza e passione, sottolineando il valore del cucinare insieme come gesto di comunità e identità. “Cucinare insieme, soprattutto con i bambini, significa costruire memoria, identità e legami. È da qui che nasce tutto”, ha dichiarato Nalon. A guidare il format, la food blogger Gemma Caruso , ideatrice della Cooking Class Experience, realizzata in collaborazione con La Gazzetta del Food, rappresentata dalla sua editrice Maria Giovanna L abruna. Una sinergia vincente che ha garantito contenuti di qualità e una regia organizzativa impeccabile. Una brigata d’eccellenza Accanto a Nalon, hanno preso parte ai laboratori: Max Costa (I Fornelli di Max), Emanuele Cuomo (Manu Food), Valerio La Rosa (Chef in Cravatta), Rosario Balzano, Arturo Fusco, Antonio Sorrentino e Gaetano Zelante. Fondamentale il supporto dell’Associazione Cuochi di Benevento e del Pastificio Somma, partner tecnico dell’evento. Durante il festival è stata messa in palio una crociera MSC, simbolo di un evento che punta a premiare la partecipazione e il coinvolgimento della comunità. L’iniziativa era stata annunciata nella conferenza stampa del 23 giugno a bordo della MSC World Europa, alla presenza dell’onorevole Francesco Iovino, del sindaco Giuseppe Caccavale e dell’assessore Raffaele Acierno. Testimonial della pizza napoletana: Enrico Porzio e Franco Pepe Due grandi nomi della pizza napoletana hanno impreziosito la manifestazione: Enrico Porzio, testimonial ufficiale del festival, e Franco Pepe, che ha raccontato la sua visione della pizza come simbolo di inclusività, cultura e dialogo sociale. Un evento che guarda al futuro Cooking Around Fest 2025 non è stato solo un evento gastronomico, ma un vero progetto culturale che ha saputo coniugare gusto, inclusione, sostenibilità e innovazione. Valori come la green economy, la valorizzazione delle eccellenze locali e la partecipazione attiva della comunità sono stati il filo conduttore di un’iniziativa che guarda al futuro. Il bilancio finale A conclusione delle quattro giornate, soddisfazione unanime da parte dell’amministrazione comunale, dell’assessore Raffaele Acierno e del sindaco Giuseppe Caccavale, che hanno sottolineato il valore del festival per la promozione del territorio e la coesione sociale. Quattro giorni di sapori, emozioni e sorrisi, che hanno lasciato il segno nei piatti… ma soprattutto nei cuori.
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