CERIMONIA INAUGURALE 87^ FIERA DEL LEVANTE IL DISCORSO DEL SINDACO DI BARI VITO LECCESE

Comunicato • 28 settembre 2024
Autorità, signore e signori, ministro Urso, è per me un grande onore darvi il benvenuto a Bari in una giornata così speciale per la mia città - Inizia cosi il primo cittadino di Bari  il discorso per la cerimonia inaugurale dell'87^ Fiera del Levante.

Di seguito il discorso del sindaco di Bari Vito Leccese 

Una giornata speciale, se posso dirlo, anche per me. E mi perdonerete l’emozione. Inutile negarlo, indossare questa fascia, su questo palco, ha un significato che va molto al di là di una inaugurazione. La fiera resta, per me, la passeggiata di un bambino tra i viali, le luci colorate, i profumi delle merendine appena sfornate. La fiera è il bianco e nero dei film trasmessi di mattina dalla Rai. La fiera è il giro del mondo nella Galleria delle Nazioni, una specie di Google Earth pieno di facce, parole, sorrisi e oggetti da toccare, senza la mediazione di uno schermo.
La fiera, da sempre, sancisce la ripresa dalla pausa estiva e, in questo caso, anche l’avvio del nuovo governo della città.
Sono stati mesi intensi quelli appena trascorsi. Tanta strada è stata fatta, grazie a chi mi ha preceduto, e tanta altra ce n’è ancora da fare. Ci vorranno pazienza e temperanza per costruire un tempo nuovo per tutti quei cittadini che vorranno realizzare insieme a noi la Bari del futuro. Questo è il tempo del lavoro, della costruzione, della semina.
Semina, una parola a cui tengo particolarmente. La semina è il lavoro complicato di chi costruisce con pazienza. Chi semina non si accontenta di guardare il presente, ma con cura, dedizione e coraggio prepara il terreno per il futuro. Un futuro migliore.
È questo l’auspicio che rivolgo a tutti voi porgendovi il saluto della città di Bari: benvenuti all’87esima Fiera del Levante!
Benvenuto a lei, ministro Urso: benvenuto nella città di Bari, dove l’Oriente incontra l’Occidente. Le do il benvenuto a nome della città dove i confini, nei secoli, si sono trasformati in margini porosi, ponti per i popoli che in cammino l’hanno attraversata, facendola crescere e maturare. Di ognuno di quei popoli, conserviamo testimonianze: nelle nostre strade, nelle nostre case e, più di tutto, nel nostro DNA.
Benvenuto nella città dove l’accoglienza, il rispetto per l’altro, la forza del multiculturalismo si sono incarnate nella figura del nostro santo patrono, San Nicola, che con il suo patrimonio di fede e di cultura ha reso la nostra città terra di incontro e di condivisione. Proprio qui, non molto tempo fa, il Santo Padre ha richiamato i patriarchi e i capi delle chiese del Medio Oriente al dialogo, in una giornata storica di preghiera per una terra martoriata dalla guerr
 
Preghiere che, evidentemente, non hanno raggiunto il cuore degli uomini, che ormai da diversi mesi sono protagonisti di una nuova guerra, ancora più feroce. Una guerra ingiusta, come ingiuste sono tutte le guerre, per cui più volte abbiamo invocato con forza il cessate il fuoco. Perché per noi riportare la pace in Palestina significa riportare la pace in Medio Oriente.

Siamo costretti a parlare ancora e sempre di guerre, nel 2024, e sembra incredibile. Ne è pieno il mondo. Persino in Europa, nel cuore di quella che negli ultimi decenni sembrava essere una culla di pace, si torna a parlare di corsa al riarmo.
 
Come dice David Grossman, il più grande intellettuale israeliano vivente: “La pace è l’unica strada, perché ogni spada è sempre un’arma a doppio taglio”.

Per questo da Bari, città operatrice di pace, vorrei che si levasse, ancora una volta, un appello accorato affinché tacciano le armi.

Bentornato ministro Urso in questa terra, che grazie al suo Governo solo qualche mese fa ha ospitato il vertice del G7, una vetrina eccezionale che ha nuovamente permesso ai pugliesi di far conoscere al mondo le eccellenze della nostra terra. Da qualche anno stiamo sperimentando le ricadute e i benefici di eventi internazionali di tale portata. Già nel 2017 con il G7 Finanze, e poi nel 2021 con il G20 Esteri, Bari aveva richiamato su di sé l’attenzione di tutto il mondo.
Occasioni in cui siamo stati in grado di dimostrare la maturità e la vocazione internazionale della nostra città e della nostra terra. Occasioni che, sfruttate al meglio soprattutto da cittadini, imprenditori e da tutto il tessuto sociale della città, ci hanno permesso di scalare le classifiche delle mete turistiche internazionali. Di questo non possiamo che essere orgogliosi. Ma, al tempo stesso, siamo consapevoli che quelli che sembrano traguardi straordinari devono rappresentare per Bari punti di partenza per nuove sfide, altrettanto straordinarie.

Il turismo è oggi una leva economica importantissima per la città, ma si tratta di un fenomeno che va governato e indirizzato con un approccio strategico. Dobbiamo intervenire sui servizi per qualificare l’offerta ed evitare che, per vincere la classifica dei clic sui portali turistici, Bari perda la sua autenticità, la sua identità.
Il cosiddetto “overtourism” riduce drasticamente l’offerta di alloggi disponibili, contribuendo a determinare per i cittadini un disagio abitativo che va affrontato con urgenza e determinazione per scongiurare la possibilità che la nostra diventi una città di “persone senza case e di case senza persone”.

Da baresi, ogni giorno siamo orgogliosi di vedere migliaia di turisti passeggiare nelle nostre strade, fermarsi nelle nostre piazze, entrare e uscire dai portoni dei nostri palazzi, con la disinvoltura di chi si sente a casa. Ma questo orgoglio non può cancellare una consapevolezza: oltre 400 famiglie baresi, donne, uomini, bambini, persone anziane sono alla ricerca di un tetto sulla loro testa. Ebbene, se la città, come dice Lévi-Strauss, è il progetto umano per eccellenza, noi davanti a questa richiesta di aiuto non possiamo voltarci dall’altra parte.
Negli ultimi anni, a causa del covid, della crisi economica e dell’inflazione, le famiglie sono diventate indubbiamente più povere. E questo fenomeno non coinvolge soltanto le fasce sociali più vulnerabili, ma anche la classe media. È un disagio evidente, che incrocio ogni mattina, al mio arrivo a Palazzo di Città, dove da 15 anni non si vedevano persone cercare un giaciglio per la notte tra le colonne del Teatro Piccinni.
E purtroppo piove sul bagnato, perché questo quadro di disperazione viene aggravato dai tagli alle risorse previste sul contributo alloggiativo o sul reddito di cittadinanza, misure di protezione sociale che in questi anni hanno aiutato tanti sindaci a sostenere famiglie e persone in difficoltà.

Nella sola città di Bari, oltre 20.000 persone rischiano di restare indietro. E noi siamo preoccupati, ministro Urso, inutile nasconderlo. Siamo preoccupati per i nostri concittadini.

Siamo pronti a lavorare, non ci spaventa, non ci ha mai spaventato. Siamo pronti a prendere decisioni, anche complicate. Siamo pronti a portare avanti, a tutti i costi, le opere importanti, fondamentali che il PNRR ha finanziato. Ma sappiamo che da soli non ce la faremo. Non ci interessa tagliare il nastro di un asilo per pubblicare un selfie su instagram, se quel nastro verrà riannodato subito dopo, perché quell’asilo, senza i soldi per gestirlo, resterà chiuso.

Le chiedo dunque, ministro Urso, di farsi portavoce presso il Governo affinché ascolti i sindaci, tutti i sindaci d’Italia, che reclamano una nuova intesa tra Governo centrale ed enti locali. Le chiedo di farsi promotore di un’alleanza civile nell’interesse esclusivo dei cittadini.
Glielo chiedo senza alcuna polemica. In tanti anni di servizio, pur senza rinunciare alle mie idee e ai miei principi, ho sempre preferito l’incontro allo scontro, il dialogo alla dialettica muscolare. E oggi, da sindaco, sento di appartenere a una comunità molto più grande della mia parte politica: quella della mia città.

Una città che ha faticato per arrivare fin qui. Una città alla quale non è stato regalato niente e che ha scelto di investire su se stessa e sui suoi talenti. Una città che rivendica certamente più autonomia, purché questa non sia una formula ambigua, utile ad aumentare le distanze tra chi ha di più e chi ha di meno. Purché non sia la firma in bianco su un contratto capestro in cui si scopre, alla fine, che stiamo svendendo il nostro futuro 

.Abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui e arrendersi non è un’opzione. E non perché siamo ostinati, anzi sì, forse un po’ lo siamo, devo ammetterlo, ma lo siamo perché amiamo profondamente questa città. Anche nei momenti più difficili abbiamo scelto di andare avanti a testa alta, senza paura né vergogna.

La nostra città è stata vigilata speciale per sei mesi. Sei lunghissimi mesi.

E noi, dopo lo sgomento iniziale per le modalità e la tempistica (argomenti su cui non voglio tornare), abbiamo fatto tutto il possibile, da servitori dello Stato, per consentire agli ispettori di svolgere nel migliore dei modi il loro lavoro. Abbiamo collaborato con senso istituzionale e spirito di servizio, con disciplina e onore, gli stessi con cui abbiamo lavorato negli anni per far crescere la nostra comunità e provare a liberarla dalla presenza asfissiante della criminalità organizzata. E se qualcosa non è andato come doveva, siamo pronti a fare ammenda.

Ciò che non possiamo permettere, è di essere accusati di connivenza con le mafie. Non possiamo permetterlo. E non per difendere il nostro onore ma per difendere la storia, l’impegno, i sacrifici di una città intera e della sua comunità negli ultimi vent’anni.

Nei prossimi mesi lavoreremo alla nuova pianificazione urbanistica generale avendo come principio guida la Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, entrata in vigore lo scorso agosto dopo il voto del Parlamento europeo: espansione degli spazi verdi urbani, mobilità sostenibile, tutela della biodiversità, recupero degli habitat negli ecosistemi marini.

Questi sono solo alcuni degli obiettivi che ci siamo dati. La nostra sfida sarà rendere Bari protagonista di un cambiamento possibile.

Qualcuno, ascoltandomi, potrebbe dire che sono un sognatore. Eppure una cosa posso darvela per certa: io ci proverò. Ogni giorno, ogni ora di questa nuova avventura. Anzi, ci proveremo. Insieme. Perché un sindaco, senza la sua comunità, non può fare nulla.
Ci proveremo insieme, con determinazione, certo. Ma con temperanza. Una parola che è per me un simbolo.
Perché il coraggio non sempre ruggisce. Il coraggio a volte parla con una voce piccola ma ferma. Quella voce che, alla fine del giorno, porti a casa con te, e che ti fa dire: “ci proverò di nuovo domani!”.
Questo farò nei prossimi cinque anni: ci proverò ogni giorno. E, se non ci riuscirò, ci proverò ancora domani

Buona Fiera del Levante a tutti!
Autore: Maria Giovanna Labruna 30 maggio 2025
L’allarme di Coldiretti: "È un’emergenza senza fine, applicare subito il piano straordinario regionale" Ad Altamura, a ridosso del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, un agriturismo è stato letteralmente preso d’assalto da un branco di circa 100 cinghiali, tra adulti e cuccioli. Gli animali, in cerca di cibo e acqua, hanno invaso i campi coltivati attorno alla struttura, devastando raccolti e impianti agricoli. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, che ha diffuso le immagini shock del branco e lanciato un nuovo appello per un intervento immediato dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC). L’associazione agricola chiede l'applicazione urgente del Piano straordinario regionale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, già approvato dalla Giunta regionale su pressione degli agricoltori. "Non è più una questione di convivenza, ma di sopravvivenza per le aziende agricole e agrituristiche", afferma Coldiretti. "I cinghiali distruggono raccolti, causano incidenti stradali, mettono a rischio la sicurezza alimentare e diffondono malattie come la peste suina africana". Un problema diffuso in tutta la Puglia L’episodio di Altamura non è isolato. Le segnalazioni di danni da cinghiali sono in aumento in tutto il territorio pugliese, in particolare nelle aree rurali e nei pressi dei parchi naturali. I branchi si spostano liberamente, attratti dalla disponibilità di acqua e coltivazioni, e mettono a repentaglio l’intero comparto agricolo. Numerosi sono stati gli appelli e le manifestazioni da parte di Coldiretti, che ha mobilitato migliaia di agricoltori per protestare davanti alla sede della Regione Puglia. Cosa prevede il piano straordinario Il piano approvato prevede interventi di: cattura e abbattimento selettivo nelle zone più critiche; rafforzamento dei sistemi di recinzione e sorveglianza; monitoraggio sanitario per contenere il rischio di diffusione della peste suina africana; collaborazione tra enti locali, ASL e forze dell’ordine. Tuttavia, l’attuazione concreta del piano resta ancora insufficiente, secondo le associazioni di categoria. Senza azioni rapide e coordinate, il fenomeno rischia di diventare incontrollabile. Le aziende agricole e agrituristiche, già provate dalle difficoltà economiche, si ritrovano oggi a combattere una battaglia quotidiana contro una fauna selvatica fuori controllo. Per questo Coldiretti ribadisce: "Fare presto è ormai una necessità, non più una scelta".
Autore: La redazione 30 maggio 2025
Continua a conquistare pubblico e critica il programma televisivo "A Cena con la Luna", ideato e condotto da Ida Piccolo e Antonio D’Addio, in onda ogni martedì sera, in diretta dalle ore 21.00 alle 22.30, sul canale 83 del digitale terrestre, Tv Luna. Un format che unisce cucina, intrattenimento, musica e storytelling, regalando ogni settimana un'esperienza unica e coinvolgente. L’ottava puntata ha brillato in modo particolare grazie alla partecipazione di due ospiti d’eccezione: Gabriele Esposito, giovane talento della musica italiana, e Rosario Toscano, attore comico noto per la sua verve travolgente e la capacità di improvvisare con intelligenza e ironia. Gabriele Esposito è un nome ormai affermato tra le nuove leve della musica italiana. Ex concorrente di X Factor, ha saputo conquistare un vasto pubblico grazie alla sua voce intensa, alle melodie contemporanee e ai testi profondi. Idolo delle nuove generazioni, Gabriele è considerato anche dalla critica musicale come uno degli artisti più promettenti del panorama nazionale. Durante la puntata ha emozionato con alcune esibizioni dal vivo, ripercorrendo anche momenti significativi del suo percorso artistico, tra aneddoti personali e riflessioni sulla scena musicale attuale. Rosario Toscano: comicità autentica e cuore napoletano A portare il sorriso è stato invece Rosario Toscano, attore comico e showman dalla lunga esperienza tra teatro, televisione e cabaret. Toscano ha intrattenuto il pubblico con sketch, battute, imitazioni e momenti di genuina improvvisazione, dimostrando ancora una volta la sua abilità nel far ridere con intelligenza e spontaneità. La sua comicità, fortemente radicata nella tradizione napoletana, ha aggiunto una nota di leggerezza e allegria alla serata. Cucina gourmet e storytelling del gusto Elemento centrale del format resta l’arte culinaria, curata magistralmente dallo chef Gregori Nalon, primo Cooking Strategist in Italia, volto noto della televisione gastronomica, testimonial di grandi brand internazionali come Kikkoman e Noriberica Spagna. Con lui, in questa puntata, anche il pastry chef Marco Piccirillo della pasticceria “Le dolcezze di Nonna Maria”, oggi anche tra i protagonisti del Vega Restaurant e della Marican Holding. Il menu proposto ha saputo raccontare emozioni e stagioni attraverso i sapori: La Mia Frisella Mediterranea: una reinterpretazione raffinata del classico piatto del Sud, arricchita con pomodorini marinati al basilico, olive, capperi, pomodori secchi, mozzarella e mandorle caramellate al limone. La Mia Tagliata: manzo marinato al rosmarino accompagnato da verdurine in agrodolce e un tocco sorprendente di fior di sale al caffè. In chiusura, due dessert iconici: la Torta Scudetto Again, o maggio al quarto scudetto del Napoli, e la Vegayola, dolce vegano e creativo. Un momento simbolico ha aperto la serata: la degustazione di quattro polpette, pensate come metafora culinaria del quarto scudetto vinto dal Napoli. Un gesto che ha unito tifo, tradizione e gusto in un solo boccone. Produzione e collaborazioni Il programma è una produzione Claudio Malfi Management, realizzata in collaborazione con Gemma Caruso ideatrice del programma, e si sta imponendo come uno degli appuntamenti più attesi della prima serata televisiva campana, con un seguito sempre crescente anche sui social. Tra ospiti di talento, ricette raffinate e momenti di autentica empatia, "A Cena con la Luna" conferma la sua formula vincente: raccontare storie e emozioni, passando per la tavola, la musica e il cuore.
Autore: Antonella Millarte 30 maggio 2025
Nel foggiano, a San Marco in Lamis (Stignano), dal 21 al 23 giugno l’evento nazionale del pane Le novità: ogni sera La cena del Pane che si innova e l’arte orafa artigiana locale da esplorare Dacci oggi il nostro pane quotidiano, con i venti di guerra di questi anni recenti, non è più un gesto abituale ma ogni pagnotta ha assunto di nuovo il valore simbolico della pace. Grani Futuri, l’evento nazionale del pane che dal 2017 organizza il fornaio economista Antonio Cera con la sua associazione, risponde al desiderio che unisce con un filo di candida farina tutto il mondo e per il 2025 propone come tema di riflessione, confronto e di gustosi assaggi e workshop “Il pane della speranza”. Grani Futuri dal 21 al 23 giugno 2025 mescolerà mirabilmente l’eredità del passato, attraverso tutte le attività che per tre giorni a San Marco in Lamis, in località Stignano, animeranno questo angolo incantevole della provincia di Foggia dove i campi di grano si intersecano con gli antichissimi eremi, la via Francigena e i percorsi dei Cammini da fare a piedi, in un giardino all’aperto fatto di erbe spontanee commestibili, in luoghi dove la bellezza incontaminata della natura alimenta spiritualità e meditazione. Due le novità dell’edizione 2025 di Grani Futuri: · Ogni sera, per tre serate consecutive, ci saranno le cene esclusive a quattro mani con chef di fama nazionale, in cui il menu verrà realizzato per valorizzare il pane, nelle sue diverse tipologie, in un vero e proprio dialogo gastronomico condito da produttori di olio e vino e dai loro racconti. La location sarà all’interno dell’Auditorium, con posti solo su prenotazione, mentre all’esterno proseguiranno le degustazioni nelle varie postazioni e gli altri eventi. · L’arte orafa di San Marco in Lamis, frutto di sapienti artigiani, brillerà domenica 23 giugno, ultima giornata di Grani Futuri. Il pane e l’oro diventano simboli tangibili di una sapienza antica, due arti manuali, unite da gesti precisi, cura quotidiana e capacità di trasformare l’essenza della bellezza. Ed ecco quelli che saranno i tre i pilastri di Grani Futuri 2025: · Contesto territoriale: il Pane come nutrimento materiale e immateriale · Pancotto Contest e i Comuni identitari del Pane · Serate tra Pane, cultura e alta cucina. Sotto i riflettori torna il Gargano interno, quello lontano dal mare, da esplorare tutto l’anno con la sua rete di conventi, la sua collezione di grani antichi da gustare, le tradizioni artigianali che mani sapienti hanno saputo tramandare. Sono alcuni degli ingredienti del Pane come nutrimento materiale e immateriale che, in tour riservati a giornalisti e blogger, verranno condivisi attraverso tre percorsi esperenziali. Il primo dedicato alla mietitura e molitura nei campi locali, per riscoprire il valore del lavoro agricolo e delle filiere etiche. Il secondo attraverso i conventi e i luoghi della spiritualità, per sottolineare come il pane sia stato – e sia tuttora – un elemento centrale nei riti religiosi e nella cultura monastica. Il terzo alla scoperta dell’arte orafa locale, altra preziosa espressione di San Marco in Lamis: il pane e l’oro diventano simboli tangibili di una sapienza antica, due arti manuali, unite da gesti precisi, cura quotidiana e capacità di trasformare l’essenza della bellezza. Le città identitarie del Pane della Puglia si incontreranno per Grani Futuri 2025 con il Pancotto Contest dove, domenica 22 giugno 2025, il pane raffermo diventerà il principale ingrediente interpretato da vari Comuni fra i quali Altamura, Laterza, Guagnano, Monte Sant’Angelo. L’economia circolare di un tempo, in cui di certo il pane “vecchio” non si buttava, ritornerà sulle nostre tavole e diventerà una risorsa con sapori dimenticati da riscoprire. La full immersione di tre giorni, da venerdì 20 a domenica 22 giugno 2025, a San Marco in Lamis (Foggia) in località Stignano, darà ogni mattina l’opportunità di conoscere il Gargano interno con escursioni ed attività e assaggi dedicati ai turisti ed ai visitatori. Nella prima parte della serata si terranno salotti letterari con autori, intellettuali e giornalisti, seguiti da tavole rotonde con fornai e panificatori provenienti da tutta Italia per discutere del valore morale e sociale del “Pane della Speranza”, condividendo esperienze e progetti tra etica del cibo, sostenibilità, spiritualità e rigenerazione sociale. Per info: www.granifuturi.com https://www.facebook.com/granifuturi https://www.instagram.com/granifuturi/
Autore: Teresa De Petro 30 maggio 2025
E’ record di presenze negli agriturismi per il lungo ponte del 2 giugno in Puglia, con l’arrivo di turisti italiani e stranieri che stanno invadendo le città, le campagne e le località marittime, con quasi un italiano su tre (29%) che sfrutterà il ponte del 2 giugno per trascorrere almeno un giorno fuori casa. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, sulla base delle rilevazioni di Campagna Amica e Terranostra Puglia, in vista della Festa della Repubblica che rappresenta il primo “assaggio” delle vacanze estive, complice anche il ritorno del caldo. Il cibo diventa la voce principale del budget della vacanza – aggiunge Coldiretti Puglia - con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. “E’ un banco di prova per l’affluenza turistica nell’estate 2025. Se la tavola con la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata a far scegliere l’agriturismo è la spinta verso un turismo che privilegia l’ambiente, il paesaggio, la distintività e l’accoglienza familiare, calda ma professionale, che ha portato le strutture ad incrementare l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, ma anche attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness”, afferma Antonio Baselice, presidente di Terranostra Puglia. La Puglia si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano – spiega Coldiretti Puglia - le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove nel giro di un ventennio l’agricoltura pugliese ha potuto promuovere oltre 60 cibi e vini certificati DOP e IGP, a cui si aggiungono le 4 STG nazionali e le 2 bevande spiritose IG regionali, per un totale di 66 indicazioni geografiche, oltre ai 379 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Masaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri scrigni della biodiversità. Ma anche la superficie agricola destinata a biologico raggiunge i 311mila ettari, confermando la Puglia al top della classifica nazionale per l’agricoltura biologica e con Campagna Amica, la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. I piccoli comuni pugliesi, con popolazione inferiore ai 5mila abitanti sono 85 su 257 totali su una superficie territoriale di circa 2.792 km quadrati - ricorda Coldiretti Puglia - di cui 40 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari e garantiscono il paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dai vigneti agli ulivi secolari, con le masserie di straordinario pregio, i verdi pascoli, le distese di grano e i terrazzamenti fioriti, con la Puglia che risulta fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con ben 1,5 milioni di arrivi dall'estero di viaggiatori stranieri e 3,8 milioni di pernottamenti internazionali.
Autore: Chef Gregori Nalon 14 maggio 2025
L’insalata in busta, se sai come usarla, può diventare un vero e proprio aiuto alla nostra dieta, fornendo in tempo reale valori nutrizionali importanti senza sforzo. Sicuramente è un alimento che ci può aiutare a soddisfare il nostro appetito senza dover utilizzare del tempo prezioso, perché è pronta, facile da condire e utilizzabile in molti luoghi fuori casa. Ma attenzione: la comodità non è sinonimo di leggerezza e distrazione, perché c'è bisogno di qualche accorgimento per dare il meglio di sé. Le insalate confezionate che troviamo al supermercato oggi sono altamente controllate, selezionate, lavate, asciugate e confezionate in atmosfera protettiva per garantire freschezza e sicurezza alimentare. Il trasporto dal negozio a casa deve essere veloce e, meglio, su borse o contenitori termici. Una volta aperta la busta, va conservata nel modo giusto per evitare sprechi e mantenerne intatte qualità e gusto. L'insalata che avanza va messa in un contenitore ermetico con un foglio di carta assorbente sotto, per trattenere l’umidità in eccesso. Così facendo, le foglie resteranno integre per 3-4 giorni circa, pronte per essere consumate in qualsiasi momento. Pochi gesti e pochi accorgimenti fanno la differenza, con pochi sprechi. Ma se qualche foglia dovesse cominciare a ossidare? Non buttarla. Usala in frullati detox, minestroni, creme o pesti per condire la pasta, frittate, ripieni, bruschette e qualsiasi altra idea. L'insalata in busta è molto più di una scorciatoia: diventa uno strumento di sostenibilità e creatività per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare al benessere. È il piccolo lusso quotidiano che fa grande la cucina di ogni giorno. Poi, se avete un orto vostro? Beh, allora avete capito alcuni accorgimenti per conservarla al meglio.
Autore: La Redazione 14 maggio 2025
Benedetta Parodi torna a sorprendere gli amanti della buona cucina con un viaggio tutto partenopeo tra i sapori più autentici di Napoli. In un recente speciale, la regina della cucina televisiva ha portato in tavola un menu che è un vero e proprio omaggio alla tradizione gastronomica napoletana: dalla pizza alla trippa, passando per dolci iconici e piatti della memoria popolare. A colpire è l’equilibrio tra semplicità e gusto: la Parodi riesce a far risplendere anche i piatti più umili, raccontandoli con il suo stile diretto e appassionato. La trippa, spesso sottovalutata, viene elevata a protagonista con una ricetta saporita e verace, mentre la pizza fatta in casa con ingredienti freschi si conferma regina indiscussa del menu. Non mancano i dolci: sfogliatelle, babà e una rivisitazione casalinga della pastiera conquistano anche i palati più esigenti. “La cucina napoletana è amore, è casa, è accoglienza”, ha commentato Benedetta, sottolineando come ogni ricetta sia un tuffo nella storia e nel cuore del Sud. Con questo menu, Benedetta Parodi non solo celebra una delle tradizioni culinarie più amate d’Italia, ma invita tutti a riscoprire il valore della cucina autentica, quella fatta con pochi ingredienti ma tanto cuore.
Altri post