The Vegan Italian Chef sbarca in Puglia
La redazione • 29 settembre 2020
Una troupe televisiva a caccia di ricette pugliesi , “naturalmente” Vegane.

La Puglia è stata scelta come protagonista di tre puntate della serie tv internazionale, The Vegan Italian Chef, in onda su Ananey Communications, il più importante network israeliano. La troupe è già in Puglia dal 25 settembre per girare le tre puntate e si fermerà fino al 2 ottobre. La produzione della serie è affidata a Marco Tricomi, che è anche il regista, esperto di format televisivi (My Planet Vegan in onda su Sky, ad esempio), e alla chef talent Nadia Ellis, americana, milanese di nascita, che in Israele è la prima host vegana di cucina italiana grazie a EatWith (piattaforma di prenotazione di home cooking per esperienze culinarie).
La serie tv, approdata in Puglia grazie all’attività di educational tour di Pugliapromozione e ad una serie di relazioni stimolate dall'Ambasciatrice della Puglia, Nancy dell'Olio, sarà successivamente lanciata su scala europea. Il progetto nasce su incarico ufficiale della Direttrice della Camera di Commercio e Industria di Israele (primo Paese Vegano nel mondo), l'Agenzia Nazionale del Turismo Italiano ENIT, con il supporto dell’Ambasciata Italiana di Israele. Il format tratta luoghi, territorio, cultura, tradizioni e soprattutto cibo nelle più svariate forme locali, ma unicamente in versione vegan. Il turismo ecofriendly è una delle nuove frontiere su cui tour operators di tutto il mondo stanno investendo risorse importanti.
Prima tappa di Nadia Ellis è stata Lecce con lo chef Simone De Siato. A seguire Nardò, Santa Maria al Bagno, Gallipoli e Supersano presso la masseria Le Stanzie. Quindi alla volta della Valle d’Itria, Ostuni e masserie Torre Maizza e Il Frantoio. Oggi Polignano, Alberobello, Locorotondo e Masseria Le Carrube. Domani il tour si sposta nelle terre di Federico e la Murgia con una sosta a Trani, Castel del Monte e Biomasseria Lama di Luna. Il 1 ottobre riprese da Antichi Sapori e nell’ Azienda Conte Spagnoletti Zeuli, sosta a
Ruvo, e cena da Mezzapagnotta. Il rientro è previsto per il 2 ottobre.
“L’esperienza Pugliese è una festa per i tutti i sensi - commenta la chef Nadia Ellis - i paesaggi spettacolari, i profumi inebrianti delle erbe locali, il silenzio meraviglioso delle campagne attorno alle masserie, e naturalmente la parte del gusto e del tatto che sono emozione pura, grazie alla tradizione gastronomica pugliese. Scoprire così tante ricette che sono vegane fin dall’origine e che sono così saporite e ricche è una vera gioia!”
“La Puglia è la destinazione naturale per i consumatori di nutrimento Vegano. Un ulteriore frontiera per la nostra filiera Enogastronomica – commenta Nancy Dell'Olio, ambasciatrice della Puglia - Per la Puglia l’ Enogastronomia é un canale di promozione turistica, culturale, prioritario. Elemento fondamentale del Brand Puglia . Attraverso il nostro cibo si trasmettono esperienze, emozioni e valori che identificano il territorio nel mondo. Bello leggere tanta meraviglia , entusiasmo, da parte di chi scopre che la Puglia è naturalmente Vegana. Origine che si trasforma costantemente passato... futuro, presente”.
Secondo i dati dell’Osservatorio turistico della Regione Puglia, Israele rappresenta per la Puglia un mercato turistico di grande rilievo, con oltre 7 mila arrivi e 16 mila pernottamenti in Puglia nel 2019 e una crescita dei flussi del +41% rispetto al 2015. La propensione al viaggio degli israeliani è altissima, sicuramente una delle più elevate al mondo. Un recente sondaggio Enit rileva che su una popolazione totale di 8,8 milioni di persone, ben 6,5 milioni si sono recati all'estero, di cui il 92,5% ha lasciato il Paese per via aerea.
Le destinazioni più richieste della Puglia dagli israeliani nel 2019 sono state Bari, Lecce, Vieste, Alberobello, Trani, Corato e Polignano con viaggi concentrati soprattutto nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre.

Zafferano 3 Cuochi, l'iconico marchio di zafferano, festeggia il suo novantesimo anniversario. E lo fa con una campagna di comunicazione, dal titolo "90 anni insieme" che sancisce un legame indissolubile con i consumatori tanto da essere riconosciuto come "LO Zafferano degli italiani". Fondata a Milano, l'azienda celebra questo importante traguardo con un barattolino di zafferano in oro, realizzato in edizione limitata e destinato a tutti i canali distributivi Food&Service. "Da 90 anni, Zafferano 3 Cuochi è un pilastro della tradizione culinaria italiana, mantenendo una qualità senza pari - afferma Paolo Daperno, Direttore Generale del brand -. Il nostro impegno per l'innovazione e il legame profondo con i consumatori ci ha permesso di evolverci con i tempi pur rimanendo fedeli alla nostra eredità. Siamo orgogliosi di continuare ad arricchire i piatti italiani e ispirare nuove creazioni culinarie, assicurando che Zafferano 3 Cuochi rimanga 'LO Zafferano' per le generazioni a venire". Storia. La storia di Zafferano 3 Cuochi inizia a Milano, in via Cappellini, il 12 giugno 1935, con l'intuizione del fondatore Gianni Mangini che decide di rivoluzionare il mercato alimentare introducendo lo zafferano in polvere confezionato in bustine pre- dosate. Si trattava a quell'epoca di un'innovazione senza pari per un prodotto che fino ad allora veniva venduto "sfuso" nelle drogherie ed era considerato d'élite. Questa innovazione ha portato di fatto lo zafferano da ingrediente pregiato riservato alle occasioni speciali a un utilizzo nella cucina di tutti i giorni. Nel 2021 il Ministero delloSviluppo Economico ha riconosciuto Zafferano 3 Cuochi quale "marchio storico di interesse nazionale". L'inconfondibile confezione del marchio, contrassegnata dal disegno di tre cuochi sorridenti in fila, è stata realizzata un pittore inglese nel 1935 ed è rimasta pressoché invariata fino ad oggi, diventando iconica. Fin dalla sua nascita, Zafferano 3 Cuochi ha goduto di un primato incontrastato e di un successo costante, diventando il marchio leader in Italia. Il suo successo è decretato dalla qualità, praticità e versatilità, garantendo uno zafferano in polvere con colore, profumo e sapore superiori alla media del mercato, che si scioglie facilmente e si distribuisce in maniera uniforme nei piatti. Ancora oggi, 90 anni dopo, è riconosciuto come "Lo Zafferano" per antonomasia. Zafferano 3 Cuochi ha costantemente dimostrato la sua versatilità al di là del classico risotto alla milanese, ispirando una vasta gamma di piatti tra cui antipasti, primi, secondi, contorni e dolci fino a toccare il mondo della mixology. Gli archivi del marchio vantano oltre 700 ricette allo zafferano, e nuove ricette vengono condivise ogni settimana sul sito web rinnovato, in ricettari interattivi e sui canali social di Zafferano 3 Cuochi. La lavorazione di Zafferano 3 Cuochi inizia con la selezione delle migliori materie prime grazie alla passione e alla conoscenza dei mercati di approvvigionamento dal 1935. La raccolta avviene una sola volta all'anno in autunno, quando ogni fiore viene colto manualmente, senza alcun tipo di meccanizzazione. Si passa poi alla sfioratura, un lavoro che va fatto con delicatezza per non rovinare i pistilli. Lo stesso giorno si procede con l'essiccazione, un processo in cui lo zafferano perde circa i cinque sesti del suo peso. Per 1 kg di zafferano essiccato servono 150.000 fiori e 500 ore di lavoro. Con 20 fiori di zafferano e 60 pistilli si ottiene una bustina di Zafferano 3 Cuochi da 0,15 grammi. Oltre a un contenuto preziosissimo, anche il packaging è notevole. La bustina, oltre ad essere iconica e senza tempo, contiene uno speciale incarto la cui caratteristica distintiva è far scivolare la polvere agevolmente senza far sprecare nemmeno un granello. La confezione è realizzata con materiali esclusivi che fanno da barriera e consentono di conservare le proprietà organolettiche del prodotto.

Il gelato è molto più di un semplice dessert: è un'esperienza sensoriale che, se fatto con ingredienti genuini, può anche offrire sorprese positive dal punto di vista nutrizionale. Ma quando si può davvero dire che un gelato è "buono"? Scopriamolo insieme. 1) La Freschezza: il Primo Segreto del Gelato Artigianale Un gelato di qualità parte dalla freschezza degli ingredienti. Devono essere di stagione, sani, di qualità e senza alterazioni. I migliori gelatieri artigianali preparano il gelato quotidianamente, utilizzando latte fresco, panna non trattata e frutta di stagione. La mancanza di conservanti e l’assenza di lunghi stoccaggi fanno sì che il prodotto mantenga intatte le sue caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Indizi della freschezza? Colori naturali (niente pistacchi fluorescenti, menta verde ecc.), consistenza cremosa, omogenea e non collosa, e gusto autentico. 2) Valori Nutrizionali: il Gelato può Essere un Buon Compromesso Sebbene il gelato sia spesso visto come un piacere da concedersi con moderazione, in realtà può essere una fonte interessante di nutrienti, soprattutto nelle versioni artigianali. Proteine: quelle del latte e delle uova (se presenti), fondamentali per muscoli e sistema immunitario. Calcio e fosforo: ottimi per ossa e denti. Vitamine e antiossidanti: presenti nei gelati alla frutta fresca o al cioccolato fondente. Zuccheri e grassi: presenti, ma in dosi che variano a seconda delle ricette; un buon gelato non dev’essere eccessivamente dolce o pesante. Il trucco? Scegliere porzioni moderate e preferire gusti semplici e naturali. 3) Il Gelato Buono “Esiste”: Come Riconoscerlo Un gelato buono non ha bisogno di effetti speciali. È autentico, equilibrato, fatto con ingredienti riconoscibili e senza basi industriali. Si distingue anche per: Un’etichetta trasparente: pochi ingredienti, chiari e senza sigle misteriose. Un gusto vero: il limone sa di limone, non di caramella. Il pistacchio è delicato e naturale, non verde acceso. Una temperatura giusta: se troppo freddo o duro, potrebbe non essere ben mantecato. 4) Una Nota Importante Sugli Zuccheri Un gelato di qualità non deve essere necessariamente molto zuccherato. Anzi, spesso chi utilizza troppi zuccheri lo fa per mascherare la bassa qualità degli ingredienti, che potrebbero risultare amari o lasciare un retrogusto lungo e sgradevole in bocca. Un gelato di qualità ha un sapore autentico, deciso ma non invadente, che svanisce dolcemente e ti invoglia a mangiarne ancora. Un gusto troppo persistente è spesso dato da aromi industriali e chimici. Un Gelato Buono è Possibile? Sì, il gelato buono esiste, ed è quello che unisce sapore, freschezza e nutrizione in un equilibrio perfetto. Non è solo un piacere estivo, ma una piccola opera d’arte gastronomica che – con la giusta attenzione – può far parte di una dieta equilibrata. Attenzione però: per fare un grande gelato non è sufficiente avere materie prime di qualità. Ebbene sì, serve sapere come trattare gli ingredienti, conoscere a fondo la materia prima, e soprattutto serve il famoso sesto elemento... la passione.

Entrano in azione le tecnologie anti Xylella con il progetto di ricerca FYXILL, grazie al quale sono elaborate immagini acquisite da satelliti e da droni con sensori iperspettrali e termici, per il monitoraggio delle misure adottate per il contrasto della Xylella. L’appuntamento è giovedì 19 giugno, alle ore 10,30 a Brindisi presso Masseria Mozzone (Contrada Spetterrata - Montalbano di Fasano), per la giornata dimostrativa del progetto Fyxill Fight XYLeLla fastidiosa, finanziato da ASI - Agenzia Aerospaziale Italiana, organizzata da DTA in stretta collaborazione con UNAPROL Consorzio Olivicolo Italiano, Planetek. Saranno presentate le diverse tecnologie di telerilevamento disponibili, come satelliti, droni e sensori a terra, affrontando le sfide nell'implementazione delle tecnologie di telerilevamento in agricoltura, le opportunità di innovazione e le tendenze future nel settore. Ma saranno illustrati anche casi studio e applicazioni concrete delle tecnologie di telerilevamento in agricoltura, come la gestione delle risorse idriche, il monitoraggio della salute delle piante, la previsione delle rese e la gestione delle malattie e dei parassiti. Una guerra su tutti fronti per fermare la diffusione del batterio killer, con la Piana degli Ulivi Monumentali che ha già perso 1/3 degli ulivi di inestimabile valore preservati nel tempo, ed arginare in Puglia la diffusione della Xylella fastidiosa che secondo lo studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d'America) potrà causare, se non viene fermata, un impatto economico negativo in Europa d in Italia fino a 20 miliardi, conclude Coldiretti Puglia.

Nel cuore di San Felice sul Panaro, c’è un luogo dove il tempo sembra rallentare, i sapori raccontano storie e l’accoglienza ha un volto familiare: La Locanda della Fiorina. Dietro a questo angolo di tradizione e calore ci sono Paola e Marco, due anime appassionate che ogni giorno trasformano ospitalità e cucina in un’esperienza indimenticabile. La cucina: il gusto della tradizione Alla Locanda della Fiorina, ogni piatto è un viaggio nella cucina emiliana più autentica. La pasta fresca fatta in casa, le ricette della nonna rivisitate con amore, e ingredienti selezionati solo dal territorio fanno di ogni pranzo o cena un momento speciale. Qui si mangia con il cuore, e si sente. Accoglienza che scalda l’anima Paola e Marco sanno cosa significa far sentire qualcuno “a casa”. La loro accoglienza è genuina, calorosa, mai forzata. Che tu arrivi per una cena romantica o per una fuga dalla routine, troverai un ambiente intimo, curato e familiare. Camere coccole e relax E se decidi di fermarti, le camere della Locanda sono un rifugio accogliente: curate nei dettagli, silenziose, con quel tocco di calore che solo un’ospitalità sincera può offrire. Come dormire in casa di amici che ti vogliono bene. Un’esperienza da vivere Che sia un pranzo della domenica, una cena tra amici o un weekend di pace e gusto, La Locanda della Fiorina è molto più di un ristorante con camere: è un piccolo mondo dove lasciarsi coccolare da chi ama davvero ciò che fa.

Paestum, 1 giugno 2025 – Si conclude oggi, dopo tre giornate intense e partecipate, la quarta edizione del DMED – Salone della Dieta Mediterranea, ideato e promosso dal Consorzio Edamus. Iniziato lo scorso 30 maggio, il salone ha trasformato Paestum nel cuore pulsante del Mediterraneo, richiamando centinaia di ospiti, delegazioni internazionali, istituzioni, produttori locali e semplici appassionati. Quest’anno il DMED ha proposto una visione più ampia e profonda che mai: essere un ponte vivo tra le comunità emblematiche della Dieta Mediterranea, luoghi unici riconosciuti dall’UNESCO come custodi di un patrimonio culturale immateriale universale. Nel suggestivo scenario del Cilento – terra madre della comunità di Pollica, emblema italiano della Dieta Mediterranea – il Salone ha ospitato per tre giorni rappresentanti da tutto il bacino mediterraneo: Tavira (Portogallo), Soria (Spagna), Chefchaouen (Marocco), Agros (Cipro), Koroni (Grecia) e le isole croate di Brac e Hvar. Una festa di culture, tradizioni e visioni condivise, che ha visto alternarsi momenti di riflessione e confronto, laboratori del gusto, talk ispirazionali, showcooking con chef provenienti da diverse sponde del Mediterraneo, mostre tematiche, percorsi esperienziali e spazi dedicati alla biodiversità e all’agricoltura sostenibile. Il tema centrale del DMED 2025 è stato “Persone”, una delle 5 P dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un messaggio chiaro e potente: sono le persone – con i loro gesti quotidiani, le loro scelte, le loro mani – a custodire e rinnovare lo stile di vita mediterraneo, fatto di convivialità, stagionalità, rispetto per la terra e relazioni autentiche. “Restituire centralità alle persone significa valorizzare il patrimonio umano che rende possibile questo modello di vita. Non è solo ciò che mangiamo, ma come e perché lo facciamo: è un gesto culturale, sociale, identitario”, hanno dichiarato gli organizzatori. Il DMED 2025 ha così rafforzato la sua identità: non un semplice evento, ma una piattaforma di dialogo, co-progettazione e visione comune, per costruire un Mediterraneo che, nella diversità dei suoi popoli, riconosce la propria unità e un futuro possibile basato su benessere, sostenibilità e giustizia sociale. Oggi, 1 giugno, si tirano le somme di un’edizione ricca di contenuti e partecipazione, che ha lasciato un segno profondo tra gli operatori e nelle comunità coinvolte. Il DMED 2025 non finisce qui: l’impegno continua nei territori, nelle scuole, tra le famiglie e nelle reti internazionali che lavorano ogni giorno per preservare e innovare la Dieta Mediterranea, come stile di vita, come identità, come strumento di pace e sviluppo sostenibile.

Nel cuore del centro commerciale Medi di Teverola, all’interno del Vega Cafè Medi – marchio della Marican Holding – si trova un laboratorio artigianale dove la tradizione napoletana prende vita in forma di dolcezza: Le Dolcezze di Nonna Maria. Alla guida di questa fucina di sapori autentici e innovativi c’è Marco Piccirillo, pastry chef napoletano con un curriculum ricco di collaborazioni con chef stellati e una missione precisa: portare la vera essenza della pasticceria partenopea in tutta Italia. Piccirillo è oggi conosciuto per la sua creazione più iconica, la Vegayola , una crostata che incanta al primo morso. Il nome trae origine dal greco "Iola", che significa viola, un richiamo simbolico alla dea Afrodite e alla bellezza armoniosa. Eleganza, freschezza e semplicità si fondono in un dolce dal profumo inebriante: una base friabile racchiude una crema al limone tradizionale, fresca e luminosa, creata con materie prime selezionate. Il risultato? Una fetta tira l’altra. “Non si racconta, ma si vive” è il motto che accompagna questo dolce, diventato un’esperienza sensoriale da condividere. Ma la passione di Marco Piccirillo non si ferma. Quando il Napoli ha conquistato il suo storico quarto scudetto, il pastry chef ha voluto omaggiare la squadra e la città con una creazione celebrativa: nasce così AG4IN – Il Dolce del Quarto Scudetto. Una torta che è insieme grido di battaglia ed emozione pura. Quattro elementi, come i quattro scudetti: Cake vellutato rosso, intenso e passionale come il cuore di Napoli. Cake vellutato verde , fresco e vitale come la speranza che anima ogni tifoso. Mousse alla Philadelphia, moderna, leggera, delicata: una dolcezza che conquista al primo assaggio. Il tutto completato da una decorazione in pasta di zucchero con la scritta AG4IN, simbolo di una voglia inarrestabile di continuare a vincere. Ancora. Sempre. Marco Piccirillo riesce a raccontare Napoli attraverso i sapori, le emozioni e la creatività. La sua pasticceria è un viaggio nella cultura e nell’anima della città, dove ogni dolce è un tributo a un sentimento, a una storia, a un popolo. Chi entra nel mondo delle Dolcezze di Nonna Maria non entra solo in una pasticceria, ma in un racconto fatto di passione, tradizione e visione. Perché, come dice Piccirillo, certe dolcezze non si raccontano, si vivono.