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The Vegan Italian Chef sbarca in Puglia

La redazione • set 29, 2020

Una troupe televisiva a caccia di ricette pugliesi , “naturalmente” Vegane.

 

La Puglia è stata scelta come protagonista di tre puntate della serie tv internazionale, The Vegan Italian Chef, in onda su Ananey Communications, il più importante network israeliano. La troupe è già in Puglia dal 25 settembre per girare le tre puntate e si fermerà fino al 2 ottobre. La produzione della serie è affidata a Marco Tricomi, che è anche il regista, esperto di format televisivi (My Planet Vegan in onda su Sky, ad esempio), e alla chef talent Nadia Ellis, americana, milanese di nascita, che in Israele è la prima host vegana di cucina italiana grazie a EatWith (piattaforma di prenotazione di home cooking per esperienze culinarie).
La serie tv, approdata in Puglia grazie all’attività di educational tour di Pugliapromozione e ad una serie di relazioni stimolate dall'Ambasciatrice della Puglia, Nancy dell'Olio, sarà successivamente lanciata su scala europea. Il progetto nasce su incarico ufficiale della Direttrice della Camera di Commercio e Industria di Israele (primo Paese Vegano nel mondo), l'Agenzia Nazionale del Turismo Italiano ENIT, con il supporto dell’Ambasciata Italiana di Israele. Il format tratta luoghi, territorio, cultura, tradizioni e soprattutto cibo nelle più svariate forme locali, ma unicamente in versione vegan. Il turismo ecofriendly è una delle nuove frontiere su cui tour operators di tutto il mondo stanno investendo risorse importanti. 
Prima tappa di Nadia Ellis è stata Lecce con lo chef Simone De Siato. A seguire Nardò, Santa Maria al Bagno, Gallipoli e Supersano presso la masseria Le Stanzie. Quindi alla volta della Valle d’Itria, Ostuni e masserie Torre Maizza e Il Frantoio. Oggi Polignano, Alberobello, Locorotondo e Masseria Le Carrube. Domani il tour si sposta nelle terre di Federico e la Murgia con una sosta a Trani, Castel del Monte e Biomasseria Lama di Luna. Il 1 ottobre riprese da Antichi Sapori e nell’ Azienda Conte Spagnoletti Zeuli, sosta a
Ruvo, e cena da Mezzapagnotta. Il rientro è previsto per il 2 ottobre.
“L’esperienza Pugliese è una festa per i tutti i sensi - commenta la chef Nadia Ellis - i paesaggi spettacolari, i profumi inebrianti delle erbe locali, il silenzio meraviglioso delle campagne attorno alle masserie, e naturalmente la parte del gusto e del tatto che sono emozione pura, grazie alla tradizione gastronomica pugliese. Scoprire così tante ricette che sono vegane fin dall’origine e che sono così saporite e ricche è una vera gioia!”
“La Puglia è la destinazione naturale per i consumatori di nutrimento Vegano. Un ulteriore frontiera per la nostra filiera Enogastronomica – commenta Nancy Dell'Olio, ambasciatrice della Puglia - Per la Puglia l’ Enogastronomia é un canale di promozione turistica, culturale, prioritario. Elemento fondamentale del Brand Puglia . Attraverso il nostro cibo si trasmettono esperienze, emozioni e valori che identificano il territorio nel mondo. Bello leggere tanta meraviglia , entusiasmo, da parte di chi scopre che la Puglia è naturalmente Vegana. Origine che si trasforma costantemente passato... futuro, presente”.
Secondo i dati dell’Osservatorio turistico della Regione Puglia, Israele rappresenta per la Puglia un mercato turistico di grande rilievo, con oltre 7 mila arrivi e 16 mila pernottamenti in Puglia nel 2019 e una crescita dei flussi del +41% rispetto al 2015. La propensione al viaggio degli israeliani è altissima, sicuramente una delle più elevate al mondo. Un recente sondaggio Enit rileva che su una popolazione totale di 8,8 milioni di persone, ben 6,5 milioni si sono recati all'estero, di cui il 92,5% ha lasciato il Paese per via aerea.
Le destinazioni più richieste della Puglia dagli israeliani nel 2019 sono state Bari, Lecce, Vieste, Alberobello, Trani, Corato e Polignano con viaggi concentrati soprattutto nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre. 
Autore: Redazione 25 mag, 2023
Il maltempo, con temperature più basse della media stagionale, bombe d’acqua e vento forte, dopo la lunga siccità, colpisce gli alveari e taglia i raccolti di miele in primavera con una perdita di produzione dei mesi di aprile e maggio 2023 pari anche dell’80% rispetto alla scorsa stagione. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in occasione della giornata mondiale delle Api celebrata con gli apicoltori al mercato di Campagna Amica di Brindisi, sulla base dei dati dell'Osservatorio miele, con gli apicoltori che fanno i conti con i danni provocati dall’ondata di maltempo che sta caratterizzando anche il mese di maggio. Le bufere di pioggia e vento e il crollo delle temperature hanno impedito alle api di volare e danneggiato i fiori facendo crollare le produzioni dopo che – sottolinea la Coldiretti regionale – già nel 2022 in Puglia avevano subito una diminuzione del 35% a causa del maltempo e della siccità perdurante. In Puglia sono 1070 le aziende apistiche che si prendono cura di 32.000 alveari e 13.00 sciami, che producono – aggiunge Coldiretti Puglia - numerose tipologie di miele, dal ricercato alle mandorle agli agrumi, dalle clementine al rosmarino al timo, fino al fiordaliso, sulla, eucalipto, coriandolo, trifoglio e millefiori, con una crescita sensibile della presenza di donne e giovani a condurre le aziende apistiche. Le difficoltà delle api – sottolinea la Coldiretti — sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che quelle domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali, sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Infatti – prosegue Coldiretti – ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao. Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Il calo delle produzioni ha lasciato spazio alle importazioni dall’estero che nel 2022 sono cresciute del +12% per un quantitativo di oltre 26,5 milioni di chili, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare. Non è un caso, infatti, che – sottolinea Coldiretti - fra i campioni di miele importati nella UE fra il 2021 e il 2022, quasi 1 su 2 (46%) sia sospettato adulterazione, secondo l’indagine “From the hives” del Centro Comune di Ricerca (Ccr) della Commissione europea. Il numero assoluto più alto viene fatto registrare dalla Cina (74%), con la Turchia che ha la percentuale relativa maggiore di campioni sospetti (93%) mentre il Regno Unito ha registrato un tasso campioni dubbi ancora più elevato (100%), probabilmente perchè si tratta di miele prodotto in altri paesi e ulteriormente miscelato prima di essere rispedito in Europa. Uno scenario preoccupante in cui – sottolinea Coldiretti – l’Italia ha importato dall’estero oltre 26,5 milioni di chili di miele nel 2022, con gli arrivi dalla Turchia cresciuti del +146%, dalla Cina del +66%, dalla Romania del +134% e dall’Ucraina del +83%. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi. In Italia – conclude la Coldiretti – si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. Il Belpaese però vince in biodiversità con più di 60 varietà da quelli Dop come il Miele della Lunigiana, e il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il miele Varesino, fino a quelli speciali in barrique o aromatizzati, dal tiglio agli agrumi, dall’eucalipto all’acacia.
Autore: Redazione 18 apr, 2023
di Ilaria Mauri | 17 APRILE 2023 L’edizione 2023 del Salone del Mobile di Milano segna il ritorno dei visitatori cinesi e un forte aumento di quelli provenienti da Stati Uniti e Brasile, dopo gli anni di stop dovuti alla pandemia da Covid e, a una settimana dal via, un incoraggiante +25% di vendita dei biglietti rispetto allo scorso anno. Sono buone le premesse per l’avvio della 61/a edizione dell’evento di riferimento del settore dell’arredamento che si terrà dal 18 al 23 aprile alla Fiera di Milano a Rho. L’evento torna quindi nella sua tradizionale collocazione primaverile, dopo tre anni di rinvii o slittamenti estivi che tuttavia, ricorda la presidente del Salone del Mobile Maria Porro, hanno lasciato nel festival qualcosa di importante: la capacità di rinnovarsi e adattarsi alle continue trasformazioni e alle emergenze che hanno caratterizzato questi tempi. “Abbiamo fatto un grande lavoro di promozione e racconto del nuovo Salone in Italia e all’estero, puntando ad avere visitatori profilati”, ha dichiarato la presidente Porro. “Più che alla quantità, puntiamo alla qualità“. Per prepararsi a questa nuova edizione del Salone e del Fuorisalone, la città di Milano si sta attrezzando al meglio, con strade che diventeranno pedonali e il divieto di vendere bottiglie in vetro per tutta la durata dell’evento. Le tre zone interessate, segnate da cartelli con la scritta “Milano design district”, saranno la classica via Tortona, già in passato pedonalizzata per l’evento, via Durini e, nella zona di Brera, via Palermo, largo Treves e parte di via Solferino. Come ha dichiarato il Comune: “Nelle aree delle 5 Vie, Brera, Quartiere Brolo, Durini, Isola, Monumentale, Porta Venezia e Tortona, oltre al divieto di accesso con mezzi a motore, saranno vietati il commercio itinerante su area pubblica e la somministrazione di alimenti e bevande (anche gratuita) da asporto in bottiglie di vetro e in contenitori di latta dalle 19,30 alle 5 del giorno successivo”. Molte le novità annunciate per questa ‘classica” nuova edizione 2023: da quest’anno infatti il Salone si svolgerà interamente su un unico livello, con quasi 170mila mq di superficie espositiva, che ospiterà quasi 2mila aziende, inclusi 550 giovani designer del Salone Satellite. Lo stesso format della manifestazione è stato visto e rivisitato, a partire dalla biennale dedicata all’illuminazione, Euroluce, realizzata con un layout completamente rinnovato dallo studio Lomardini22, ideato in modo da rendere più fruibile la visita agli operatori. All’inaugurazione del Salone del Mobile 2023 sarà presente anche Máxima d’Olanda. Ad annunciarlo, durante un incontro con la stampa, è Marva Griffin, fondatrice del SaloneSatellite. La moglie del re Guglielmo Alessandro non è la prima testa coronata a partecipare al Salone del Mobile ma è da alcuni anni che i reali europei mancano alla kermesse. Ad inaugurare questa attesissima nuova edizione 2023 sarà la premier Giorgia Meloni. Lo ha confermato la stessa presidente Porro durante un incontro con la stampa. “Questo a rimarcare l’importanza del Salone del mobile per tutto il Paese”, ha commentato Porro. Il giorno prima, lunedì 17, il presidente del Senato Ignazio La Russa sarà presente all’evento che anticipa l’inaugurazione del Salone al teatro alla Scala di Milano, che sarà aperto a mille invitati. Nella settimana del Salone del Mobile oltre alla premier Giorgia Meloni sono attesi in visita anche diversi ministri. Tra questi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e vicepremier Matteo Salvini, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del Turismo Daniela Santanchè, dell’Istruzione Giuseppe Valditara, delle alle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e all’Università e Ricerca Anna Maria Bernini. L’edizione 2023 del Salone del Mobile di Milano darà quindi una grande mano all’economia del capoluogo lombardo. Con i suoi 800 e più eventi nei giorni del Fuorisalone, per la città di Milano si stima un indotto di 223,2 milioni di euro, con incremento del 37% rispetto al 2022. I dati sono emersi da un’analisi compiuta dall’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Sempre secondo le stime, nelle giornate di Salone e Design Week, gli alberghi toccheranno un’occupazione media di oltre l’80%, ma con picchi superiori al 90% e vicine al 100% tra il 18 e il 20 aprile. Naturalmente, anche il settore extralberghiero aumenterà le prenotazioni, con una media del +26% nelle prime 3 giornate, fino a raggiungere il +28% nelle giornate di martedì e mercoledì. Secondo Epam, l’associazione dei pubblici esercizi, nei quartieri di Milano interessati dal Fuorisalone, i ristoranti lavoreranno a pieno regime, specialmente a cena. Per non parlare delle vendite nei negozi, con un incremento previsto del 10% rispetto al 2022.
Autore: Eventi Fuorisalone 18 apr, 2023
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Autore: Redazione 18 apr, 2023
La scaloppina al vino bianco è un piatto profumato e gustoso, da preparare utilizzando il vino giusto. Un bianco da scegliere fra i tantissimi presenti su Vinebrio. Parliamo infatti di una ricetta salva cena, ma anche molto saporita, da realizzare a pranzo oppure a cena a seconda delle esigenze, per la famiglia o per un pasto fra amici. Scaloppina al vino bianco, la ricetta Non solo la pasta, anche la carne si può cucinare facilmente e velocemente, rendendola golosissima. Come? Usando le scaloppine. Si tratta di fettine di carne succulente da accompagnare con un condimento delizioso come le patate arrosto oppure i funghi trifolati. La scaloppina al vino, condita con il prezzemolo, è un piatto tipico milanese. Il vino è un ingrediente fondamentale perché conferisce alla carne un tocco leggermente acidulo, migliorandone il sapore e consentendo di ottenere un condimento cremoso e succulento. Il prezzemolo, chiamato in milanese anche “erborin”, rappresenta il tocco in più per rendere la carne saporita e fresca. Il risultato è un secondo che stuzzica il palato e piace davvero a tutti, grandi e bambini. Gli ingredienti che serviranno sono 350 grammi di vitello (circa 8 fettine), 10 grammi di prezzemolo, 80 grammi di burro, farina 00 quanto basta, vino bianco, brodo vegetale, sale e pepe. La preparazione della scaloppina al vino bianco La ricetta della scaloppina al vino bianco è molto semplice, in pochi semplici passaggi è subito pronta: Per prima cosa prepara il brodo vegetale, poi mettilo da parte, assicurandoti che sia caldo. Pulisci il prezzemolo, staccando dai rametti le foglioline, e sminuzzalo. Ricava poi otto fettine dal tuo pezzo di carne di vitello, inumidiscile e battile utilizzando il batticarne. Procedi piano piano, allungandole e schiacciandole sino a quando saranno molto sottili, ma senza strapparsi. Una volta preparata la carne metti il burro in una padella e fallo sciogliere ad una temperatura medio-alta. Una volta che il fondo si sarà scaldato bene, infarina le fettine e mettile in padella. Falle dorare per pochi istanti, prima da un lato, poi dall’altro, girandole. Infine sfuma utilizzando il vino bianco, lasciando evaporare tutto l’alcol. Quando il vino sarà completamente evaporato, bagna la carne con il brodo, aggiungendo sale e pepe. Continua a cuocere sino a quando il condimento non si sarà ristretto, tenendo la fiamma media. Oscilla bene la padella per realizzare un’emulsione, poi gira le fettine. Quando la carne sarà pronta spegni la fiamma e aggiungi il prezzemolo per insaporire, infine impiatta e servi a tavola. Che vino bianco scegliere Che vino scegliere per preparare la scaloppina al vino? Su Vinebrio è disponibile un’ampia selezione di vini bianchi da provare per rendere questa ricetta deliziosa. Nello store infatti sono presenti migliaia di etichette con vini aromatici, leggeri, fruttati e unici. Con centinaia di bottiglie che arrivano dalle migliori regioni d’Italia, ma anche del mondo. Dalla Sicilia al Trentino, passando per la Campania e la Puglia, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Basta semplicemente ordinare e tutto arriva a casa in pochissimi giorni, con la possibilità di tracciare la spedizione tramite un sistema semplicissimo. Acquistare su Vinebrio conviene per tantissimi motivi. Si tratta infatti di uno fra i migliori siti che offrono vendita di vino online. A disposizione ci sono migliaia di etichette con condizioni di vendita vantaggiosissime. I prezzi sono concorrenziali e i servizi di spedizione e assistenza hanno uno standard qualitativo alto. I prodotti vengono spediti scegliendo un packaging adeguato per assicurare la massima integrità. In più il sito online è stato strutturato per agevolare al massimo la scelta del vino, dunque non serve essere degli esperti per trovare quello adatto. Basterà leggere con attenzione le tantissime schede dettagliate con gusto, colore, abbinamenti, profumo, cantina di produzione e servizio.
Autore: Redazione 18 apr, 2023
Colpo di scena nel mondo della gastronomia: a meno di una settimana dalla cerimonia di presentazione della Guida Michelin Francia 2023, che si terrà il 6 marzo a Strasburgo, il Guy Savoy , miglior ristorante del mondo guidato dall'omonimo chef a La Monnaie de Paris, è stato retrocesso. Lo chef, che è stato in cima alla classifica de La Liste per sei anni, ha perso la sua terza stella ed entra così a far parte della cerchia dei locali a doppia stella. "Finora ho conosciuto solo momenti migliori nella mia carriera. Ora penso solo alla mia squadra, parlerò con loro. Quest'anno abbiamo perso la partita, ma la rivinceremo l'anno prossimo", ha dichiarato Guy Savoy all'indomani dell'annuncio della sua retrocessione. La stessa sorte è toccata a Christopher Coutanceau, lo chef-pescatore di La Rochelle, che aveva ricevuto la terza stella nel 2020 e un premio speciale per il suo impegno nella pesca sostenibile nel 2019. Guida Michelin Francia 2023: tre big perdono la stella "Si tratta di ristoranti eccezionali, quindi potete immaginare che si tratta di decisioni attentamente ponderate, supportate da numerose visite dei nostri ispettori nel corso dell'anno", ha dichiarato all'AFP Gwendal Poullennec, capo della Guida. È la prima volta dal 2020 e dall'inizio della pandemia globale che uno chef con tre stelle, il massimo riconoscimento della Guida Michelin, viene retrocesso. Ma Guy Savoy e Christopher Coutanceau non sono gli unici ad aver ricevuto cattive notizie da Gwendal Poullennec. Altri tre ristoranti a due stelle saranno declassati nella Guida Michelin 2023: si tratta di La Table de l'Alpaga a Megève, Jean-Luc Tartarin a Le Havre e del ristorante di Michel Sarran a Tolosa, che ora sono listati come ristoranti a una stella. Dopo due anni di calma, funestati dalla crisi dovuta al Covid-19, la Guida Michelin torna dunque implacabile a ricordare che "le stelle si conquistano ogni anno" e che nessuno chef è immune dal giudizio. Non è tuttavia la prima volta che la Rossa in Francia suscita scalpore: ricordiamo in particolare lo "scandalo" provocato dalla perdita della terza stella di Marc Veyrat nel 2019, poi quella del ristorante Paul Bocuse nel 2020, anno della morte di uno dei padri della gastronomia universalmente riconosciuti. DIMATHILDE BOURGE, 28 Febbraio, 2023
Autore: Redazione 28 feb, 2023
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Autore: redazione 28 feb, 2023
A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, quando il grano tenero non è stato quotato ad Altamura e a Foggia, ma si registrano tensioni al ribasso anche per il grano duro per fare pane e pasta. Un chilo di grano tenero in Puglia è venduto a circa 32 centesimi mentre un chilo di pane costa in media 4 euro al chilogrammo. Peraltro i prezzi al consumo – continua la Coldiretti regionale – non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del grano che per lungo tempo sono state al di sotto dei costi di produzione. Una dimostrazione che a pesare sul prezzo finale del pane per oltre il 90% sono altri fattori come l’energia, l’affitto degli immobili ed il costo del lavoro piuttosto che la materia prima agricola. Una situazione che evidenzia le difficoltà delle aziende agricole costrette a fare i conti – sottolinea la Coldiretti regionale – con compensi in calo e alle prese con i problemi causati alle produzioni dalla siccità e dagli sbalzi termici estremi legati ai cambiamenti climatici. Ai danni alle colture si sommano poi gli aumenti dei costi, a partire dal riscaldamento delle serre, ma anche dei carburanti, dell’energia, i fitofarmaci e i fertilizzanti, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste, alla carta per bollini ed etichette fino al legno o al cartone ondulato per le cassette. Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia - potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti. Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre – afferma la Coldiretti regionale - realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Una necessità – conclude la Coldiretti - per ridurre la dipendenza dall’estero da dove oggi arrivano oltre 6 chicchi di grano su 10 consumati in Italia.
Autore: Redazione 28 feb, 2023
Cresce il numero degli alberi nelle città capoluogo della Puglia con un aumento del 24%, ma sono ancora pochi per contrastare l’inquinamento ambientale e i cambiamenti climatici dagli effetti sempre più dirompenti. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat sull’ambiente urbano aggiornati al 2021 relativi alle città capoluogo. Nelle città capoluogo sono stati censiti quasi 142mila alberi in Puglia, dove a guidare la classifica c’è Bari con quasi 30mila alberi – continua Coldiretti Puglia – seguita da Foggia, Taranto, Lecce, Barletta, Brindisi e Andria, fanalino di coda con soli 15mila alberi. Differente la disponibilità di alberi per abitante, dove la classifica si inverta con Bari che conta solo 9 alberi per 100 abitanti, Taranto quasi 11, Foggia 14 e Andria 15 ogni 100 abitanti, con Barletta, Lecce e Brindisi che offrono oltre 20 alberi ogni 100 abitanti. Per mantenere l’impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti Puglia - ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che in Puglia la dotazione di verde urbano che nella maggior parte delle città non supera i 10 metri quadrati per abitante con una situazione preoccupante per i grandi centri dove si oscilla dai 9,2 di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi, secondo l’Istat. Pesa dunque la carenza di verde urbano quando si stima che una pianta adulta – evidenzia Coldiretti regionale – sia capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. In Puglia però si dispone al massimo di scarsi 15 metri quadrati di vede urbano per abitante, con i valori peggiori proprio nelle metropoli secondo l’analisi della Coldiretti su dati istat. Grazie ai fondi del Pnrr però – sottolinea Coldiretti - sono in arrivo 6,6 milioni di nuove piante per creare corridoi verdi fra città e campagne, mitigare le isole di calore in estate, rafforzare il terreno contro le bombe d’acqua e ripulire l’aria inquinata dallo smog. Anche in campagna negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra pesche, arance, albicocche e altri frutti, per non parlare dei 21mila ulivi persi a causa della Xylella, con un gravissimo danno produttivo ed ambientale – aggiunge Coldiretti Puglia - per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10. Un danno economico ed occupazionale rilevante – continua Coldiretti Puglia – ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico svolto proprio dalle piante, capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10. Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente – spiega Coldiretti – proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento. In questo contesto la piantumazione di nuovi alberi e la crescita del verde viene favorita dalla proroga del bonus verde che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. Saranno piantati 446mila alberi entro il 2024 nella città metropolitana di Bari – 41 comuni – spiega Coldiretti Puglia - in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti – per contrastare l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, oltre alla necessità di far rifiorire in tutta la Puglia città, giardini, aree pubbliche e private per combattere lo smog e gli effetti dei cambiamenti climatici, finanziati con le risorse del PNRR. Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%, sostiene Coldiretti nel precisare che insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – conclude Coldiretti – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari di alta qualità e al giusto prezzo con l’irrigazione che può fare la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo.
Autore: redazione 28 feb, 2023
'Avanzi il prossimo' è il primo programma tv dedicato interamente al recupero del cibo e alla lotta contro lo spreco alimentare, in cui la cucina s'intreccia all'economia e alla "cultura dello scarto'. Una gara culinaria, in otto puntate, tra istituti alberghieri italiani, condotta da Tinto e Fede (Nicola Prudente e Federico Quaranta), in onda su Tv2000 a partire dal 1 marzo, il mercoledì in prima serata. La giuria è composta dallo chef Cesare Marretti e dalla esperta di cucina Anna Moroni, più un terzo giudice che cambia di volta in volta, legato al tema di puntata. La scuola vincitrice avrà la possibilità di frequentare un master presso l'accademia di uno chef con tre stelle Michelin che verrà svelata nel corso della semifinale del programma. Le nuove tendenze del food sostengono che il futuro della cucina sia nel suo passato, le avanguardie culinarie hanno lasciato le sperimentazioni e le soluzioni molecolari per puntare tutto sull'artigianalità e la qualità della materia prima. A marcare il passo è un ritorno deciso al metro contadino, ai prodotti della campagna, quelli coltivati da mani sapienti nel rispetto della terra e delle stagioni. È questa la vera avanguardia, l'unica in grado di contrastare gli sprechi alimentari che hanno raggiunto dimensioni preoccupanti. 'Avanzi il prossimo' avrà il compito di insegnare a non sprecare il cibo e lo farà attraverso i meccanismi di un'appassionante sfida di cucina, a colpi di riciclo: a sfidarsi saranno dei ragazzi, provenienti da scuole alberghiere di tutta Italia, e lo faranno attraverso: - una ricetta con ingredienti di recupero - un food quiz - la mise en place. Il tutto sotto l'occhio vigile di una giuria composta da tre esperti: lo chef Cesare Marretti, che giudicherà la tecnica impiegata nella realizzazione del piatto; Anna Moroni, esperta di cucina che valuterà il gusto delle ricette e un imprenditore, un'imprenditrice, un/a artigiano/a, un/a contadino/a, legato al tema di puntata e quindi diverso ogni volta; tutti protagonisti di scelte "etiche" nel loro settore specifico che daranno un giudizio relativo al coefficiente di recupero. A vincere non sarà solo il piatto più buono o realizzato meglio, ma quello che ha ottimizzato e riciclato al massimo gli ingredienti avanzati. La scuola vincitrice di tutto il torneo avrà come premio un master in una delle strutture di uno chef stellato, personaggio sensibile ai temi legati all'ambiente. Sarà proprio il master il contenuto principe dell'ultima puntata di questa prima edizione. Nella prima puntata, sul tema 'pane e cereali' si sfidano gli istituti alberghieri De Filippi di Varese e Tor Carbone di Roma. Il terzo giudice della gara culinaria è Franco Di Pietro Founder and CEO di Biova (azienda di Bosconero - Torino), che ha ideato una birra fatta da pane recuperato.
Autore: Redazione 24 gen, 2023
Durante la presentazione della Guida Gelaterie d´Italia di Gambero Rosso, ospitata all´interno della Gelato Arena del Sigep, nella terza giornata di manifestazione, oltre ad essere premiate le migliori gelaterie dello Stivale, sono stati presentati i principali trend che interessano la professione. In primis curiosità e formazione, intese come interessi a conoscere profondamente le materie prime, e la contaminazione, intesa come apertura e dialogo con altri settori della produzione artigianale dolce, nell´ottica di destagionalizzare il consumo di questo alimento portabandiera della qualitá made in Italy. Il premio al miglior Gelatiere emergente è andato al trentaduenne di Bentivoglio Alessandro Cesari, di Sablè Gelato a Bologna. Come miglior gelato al cioccolato è stato premiato quello di Stefano Ferrara di Gelato Lab di Roma. Ad aggiudicarsi il premio per la valorizzazione delle produzioni locali è la gelateria Tonka di Aprilia, di Valerio Esposito. Infine, il premio Innovazione è andato a Paolo Brunelli di Combo (Senigallia), Jurri (Legnago) e a Casa Marchetti (Torino).
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