IL DOCUFOOD #THISISPADOVA SBARCA AL 77° FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

La redazione • 3 settembre 2020

Presenti anche lo Chef ufficiale del "Festival della Cucina Veneta" Gregori Nalon e l'eclettico Enogastronomo Luigi Bressan.

E’ prevista per venerdì 4 settembre alle 14.00- la proiezione integrale del Docu Food #THISISPADOVA in occasione della 77.
Mostra Internazionale d’Arte cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia Sulla scia del successo ottenuto nel 2019 con #Thisisveneto è stata partorita la produzione di un Docufilm/Docu Food sulla città di Padova e le sue eccellenze enogastronomiche. Il Docufilm ha ritratto - in differenti location di Padova del suo hinterland - alcune tra le più significative realtà della Cultura enogastronomica del territorio.
 #ThisisPadova è un’opera di storytelling dai risvolti emozionali: il regista è Matteo Menapace di Videoe20, l’ideatore Paolo Caratossidis già promotore del Festival della Cucina Veneta. 
Il Docufilm sarà presentato nella prestigiosa cornice dell’Hotel Excelsior Lido, nello spazio della Regione Veneto alla presenza di autorità e dei protagonisti. Per il Comune di Padova sarà presente il dinamico assessore al commercio Antonio Bressa che è entusiasta del prezioso riconoscimento: “ Abbiamo creduto fortemente in questo progetto che mette in luce l’ampiezza della nostra offerta gastronomica. Il mangiar bene, le tradizioni secolari alimentari della Città del Santo sono una leva fondamentale per l’economia del Territorio e un volano eccezionale per il commercio, alle prese con una difficile ripresa del post-covid”. 
Sullo stesso tenore l’ideatore Paolo Caratossidis, promotore del Festival della Cucina Veneta: “ E’ il secondo anno di fila che presentiamo un’opera documentaristica al Festival del Cinema di Venezia. E’ un importante riconoscimento per tutta la città e gli attori economici che la impreziosiscono. Padova non è solo culla di Storia e Cultura, ma, anche un luogo dove si mangia bene e si beve meglio, ed il turismo in futuro dovrà investire ancora su questo tema.” Il regista Matteo Menapace di Videoe20 gongola: “Affrontare il mondo che sta dietro al cibo ed alla sua identità non è stata di certo una passeggiata. Abbiamo selezionato 7 storie diverse che hanno un unico comune denominatore: il cibo, il suo piacere e l’umanità che esso racchiude. Ci hanno paragonato a ‘Sei Venezia’ del compianto Mazzacurati. Per me è un onore!” Le riprese iniziarono proprio in uno dei luoghi simbolo della crisi: nella residenza per anziani Civitas Vitae ‘Angelo Ferro’ a documentare un’originale sfida ai fornelli tra chef dei vari centri cottura della struttura. Per poi passare a descrivere la storia di entità come le confraternite enogastronomiche, attivissime nel nostro territorio: dalla Pia Confraternita dei macellai dell’Immacolata custode delle reliquie di Sant’Antonio, a quella della carne equina con i suoi mantelli purpurei. E dove inizia la storia di questa devozione? Proprio tra le botteghe storiche Sotto il Salone. E’ li fuori che incontriamo il gigante dello street food padovano che ha raccolto apprezzamenti in ogni parte del globo: la Folperia in Piazza della Frutta. E ancora la torta Pazientina della Pasticceria Estense dei Forcellini, con una ricetta tramandata come un mistero eleusino dalla famiglia Luni. Passando per Raixe, una cichetteria veneta gestita da un giovane ingegnere cino-italiano con gli occhi a mandorla e grande appassionato di Cucina veneta e padovana. Per poi chiudersi in un vero e proprio tempio della spiritualità quale l’Abbazia benedettina di Praglia ai piedi dei Colli Euganei, dove la sapienza dei monaci ha dato vita – in cantine con secoli di Storia – allo spumante del Monaco, uno champagne euganeo dal perlage salvifico. L’eclettico Paolo Caratossidis , ideatore del format conclude: “ E’ stato un piccolo viaggio nel nostro profondo. L’imperativo era far emergere il ‘fattore umano’, il valore non solo del cibo, ma di quella incredibile humanitas che lo circonda”. 
Non potevano mancare lo Chef ufficiale del Festival della Cucina Veneta Gregori Nalon con il suo stile culinario rivolto alla qualità, alla salute, ma soprattutto al futuro. Gregori Nalon, chef e consulente di cucina e cooking strategist. La sua attenzione è rivolta alle novità nel campo delle tecnologie applicate alla ristorazione, per questo lo rende leader nel settore delle consulenze per ristoranti, hotel e industrie alimentari.
L’Originalità per Gregori è anticipare le tendenze, ad esempio nella realizzazione della cucina dei cinque elementi, derivata dalla dottrina cinese, di cui è pioniere in Italia e Luigi Bressan eclettico Enogastronomo, Food&Beverage Consultant, ama la cucina naturale e la sua terra, il cibo ed vino. 

 GUARDA IL TEASER https://www.youtube.com/watch?v=-dFfveFl40Q GUARDA L’INTERO DOCUFILM https://www.youtube.com/watch?v=Aa7Cp6bICbA&t=5s

Autore: La Redazione 24 ottobre 2025
Ci sono piatti che non hanno bisogno di orpelli per raccontare una storia: bastano pochi ingredienti veri, uniti dall’amore per la terra e dalla qualità delle materie prime. Gli Spaghetti Valdoro, simbolo della tradizione pugliese, sono protagonisti di questa ricetta semplice ma autentica: Spaghetti alla Mediterranea con pomodoro e basilico. La pasta Valdoro, realizzata con grani duri selezionati e lavorata secondo metodi artigianali, sprigiona al dente tutto il profumo del grano pugliese. Ogni boccone è un ritorno alla genuinità, un omaggio al sole, al mare e ai sapori della nostra terra. Ricetta: Spaghetti Valdoro alla Mediterranea Ingredienti (per 4 persone): • 400 g di Spaghetti Valdoro • 500 g di pomodori maturi (o pomodorini del Salento) • 2 spicchi di aglio pugliese • Basilico fresco a volontà • Olio extravergine d’oliva • Sale marino e un pizzico di pepe nero Preparazione: • In una padella capiente, scalda l’olio extravergine d’oliva e lascia imbiondire l’aglio. • Aggiungi i pomodori tagliati e lascia cuocere a fuoco lento per circa 15 minuti, finché il sugo non diventa vellutato. • Nel frattempo, cuoci gli Spaghetti Valdoro in abbondante acqua salata fino a quando non raggiungono la perfetta consistenza al dente. • Scola la pasta e saltala nel sugo di pomodoro insieme a qualche foglia di basilico fresco. • Servi con un filo d’olio crudo e, se vuoi, una grattugiata di ricotta dura pugliese. Il valore della semplicità In questo piatto, la semplicità diventa eccellenza. Ogni ingrediente parla di territorio, sole e tradizione: la Puglia in un piatto, con la qualità inconfondibile della pasta Valdoro, che esalta anche le ricette più essenziali. Un invito a riscoprire il gusto autentico delle cose semplici — perché nella semplicità si nasconde la vera bellezza.
Autore: Dotto.ssa Roberta Leone 24 ottobre 2025
Da sempre si dice che “la pelle è lo specchio dell’anima”. In realtà, la scienza oggi ci dimostra che è anche e soprattutto lo specchio di ciò che mangiamo. L’alimentazione incide in modo diretto sullo stato di salute della pelle: luminosità, compattezza, elasticità e capacità di rigenerazione dipendono in gran parte da ciò che mettiamo nel piatto ogni giorno. La pelle è infatti a tutti gli effetti un organo vivo e in continuo rinnovamento. Per mantenersi giovane e sana, ha bisogno di nutrienti precisi: vitamine, minerali, proteine e acidi grassi sani. Quando questi mancano, o vengono sostituiti da zuccheri raffinati, alcol e grassi saturi, la pelle “parla”: diventa spenta secca e reattiva. Acne, rossori, pelle secca o grigia non sono solo questioni estetiche: spesso rivelano squilibri intestinali, carenze nutrizionali o stress ossidativo. In medicina estetica è sempre più frequente affiancare i trattamenti dermatologici a una consulenza nutrizionale personalizzata, perché la pelle migliora davvero solo quando si lavora anche da dentro. Oggi parliamo di skin longevity: la capacità di mantenere una pelle giovane e sana nel tempo grazie a uno stile di vita equilibrato. L’obiettivo non è solo correggere, ma prevenire . Un’alimentazione ricca di cibi vivi, integrali e antinfiammatori, associata a buone abitudini (idratazione, sonno, movimento), può rallentare i segni del tempo molto più di qualsiasi crema miracolosa. E allora quali sono I cibi che possono far migliorare la nostra pelle? Agrumi, kiwi, frutti rossi e peroni ricchi in vitamina C e antiossidanti fondamentali per accelerare la riparazione cellulare e favorire la rigenerazione. Pesce azzurro, semi di lino, noci e frutta secca ricca in omega 3 che aiutano a mantenere la barriera cutanea integra e riducono l’infiammazione. Uova, legumi, e carne bianca ricchi in proteine nobili che forniscono gli amminoacidi necessari per la rigenerazione cellulare. E non dimentichiamo l’acqua e le fibre fondamentali per eliminare tossine e favorire la luminosità naturale. La pelle racconta la nostra storia: quello che proviamo, ma anche quello che scegliamo di nutrire ogni giorno. Curarla significa prendersi cura di sé a 360 gradi — corpo, mente e piatto inclusi. E dove non arrivano i cibi? Esistono gli integratori di cui parlerò nel prossimo articolo… a presto
Autore: Nicoletta Montesano 22 ottobre 2025
Ridurre gli sprechi per nutrire il pianeta: la sfida del futuro In un mondo dove oltre 800 milioni di persone soffrono ancora la fame, mentre circa un terzo del cibo prodotto finisce nella spazzatura, la valorizzazione degli scarti alimentari si impone come una delle soluzioni più concrete e sostenibili per affrontare la crisi alimentare globale. Grazie alle moderne tecnologie e a politiche mirate, ciò che oggi è considerato un rifiuto può diventare una risorsa preziosa. Tecnologie innovative per un'economia circolare La scienza e la tecnologia mettono a disposizione strumenti sempre più sofisticati per trasformare gli scarti alimentari in nuove opportunità. Dal compostaggio alla produzione di biogas, dalla trasformazione in mangimi animali alla creazione di bioplastiche: sono molteplici le strade percorribili per dare nuova vita ai residui alimentari. Queste tecnologie non solo permettono di ridurre l’impatto ambientale, ma possono anche generare energia, biocarburanti e sostanze chimiche utili, contribuendo così a uno sviluppo economico sostenibile. Non meno importante è il ruolo dell’industria alimentare, che può adottare pratiche virtuose come la donazione delle eccedenze o la trasformazione degli scarti in prodotti secondari. Dalla buccia alla cura: il valore nascosto negli scarti Sempre più studi dimostrano che gli scarti alimentari contengono preziosi nutrienti e composti bioattivi. Ad esempio, bucce e torsoli di frutta o scarti di verdura possono essere utilizzati per estrarre antiossidanti naturali, vitamine e altri elementi benefici per la salute umana. Questi composti trovano applicazione non solo nell’alimentazione, ma anche nei settori farmaceutico e cosmetico, aprendo la strada a un’economia circolare che integra salute, benessere e rispetto per l’ambiente. Il ruolo della politica nella lotta contro la fame La valorizzazione degli scarti alimentari non può prescindere da un forte impegno politico. Le scelte dei governi e delle organizzazioni internazionali hanno un impatto diretto sulla disponibilità di cibo e sulla stabilità globale. Le recenti crisi internazionali, come quella in Myanmar o la cosiddetta "guerra del grano", evidenziano quanto la geopolitica possa influire sull’accesso alle risorse alimentari. È quindi fondamentale che le istituzioni promuovano normative che incentivino pratiche sostenibili e circolari, rendendo economicamente vantaggiosa la riduzione degli sprechi. Solo attraverso un’azione coordinata e globale sarà possibile affrontare in modo strutturale il problema della fame nel mondo. Una responsabilità collettiva Valorizzare gli scarti alimentari non significa solo trovare soluzioni tecnologiche o politiche. Significa anche cambiare il nostro modo di pensare il cibo, riconoscendo il valore di ogni risorsa e riducendo gli sprechi a tutti i livelli della filiera. In un mondo dove coesistono abbondanza e scarsità, la gestione intelligente degli scarti alimentari rappresenta una delle chiavi per un futuro più equo, sostenibile e solidale.
Autore: Maria Giovanna Labruna 22 ottobre 2025
Iginio Massari, maestro indiscusso dell’arte dolciaria italiana, presenta il Panettone Tre Impasti – Edizione Speciale Numerata, una creazione destinata a diventare un oggetto del desiderio per gourmet e collezionisti. La nuova proposta della pasticceria Iginio Massari Alta Pasticceria è tutt’altro che un semplice panettone. Con un peso di 1,5 kg, questa edizione limitata si distingue non solo per la complessità della lavorazione, ma anche per l’esclusività della confezione: un sacchetto in tessuto racchiuso in una cappelliera da collezione, pensata per sottolineare l’unicità di ciascun esemplare numerato. Un incontro di sapori inediti La vera novità risiede però all’interno. Per la prima volta, tre impasti convivono armoniosamente nello stesso panettone, offrendo un’esperienza multisensoriale: Cedro candito, per una nota agrumata e rinfrescante Cacao con pepite di cioccolato fondente e lampone candito, che unisce intensità e fruttato Caramello e mandarino candito, dolcezza e morbidezza in perfetto equilibrio A impreziosire il tutto, una glassa al cioccolato bianco che dona un tocco vellutato e visivamente accattivante. Un’edizione per pochi Disponibile esclusivamente online sul sito ufficiale, il Panettone Tre Impasti rappresenta non solo un prodotto gastronomico d’eccellenza, ma anche una testimonianza dell’evoluzione del panettone nella pasticceria contemporanea. Una rivisitazione che non tradisce la tradizione, ma la eleva attraverso la tecnica, la ricerca degli ingredienti e una visione artistica senza compromessi. I n un mercato sempre più affollato, Massari sceglie la via della selettività: soli 220 pezzi, per un Natale all’insegna del gusto, dell’eleganza e della rarità.
Autore: La Redazione 22 ottobre 2025
Tra i partecipanti, anche Matteo Berrettini e Jannik Sinner, che si sono sfidati ai fornelli in un’atmosfera rilassata e piena di sorrisi. Creatività, spirito competitivo e un pizzico di improvvisazione hanno reso la sfida coinvolgente e imprevedibile. A distinguersi è stato Matteo Berrettini, che ha conquistato il primo posto grazie a una combinazione di gusto, presentazione e simpatia. Jannik Sinner, sempre determinato e preciso, ha dato filo da torcere all’amico e connazionale, confermando il suo impegno anche in questa prova lontana dalla racchetta. L’iniziativa ha offerto al pubblico un’occasione unica per scoprire un lato più informale e divertente dei protagonisti del circuito ATP, in un momento di convivialità che ha messo in luce il legame tra sport e lifestyle. Un evento speciale firmato ATP Tour e #fblifestyle, che celebra lo spirito del torneo viennese anche attraverso esperienze fuori dagli schemi. Foto Social Berrettini
Autore: Chef Giuseppe Strati 22 ottobre 2025
Nasce una nuova rubrica dedicata all’enogastronomia d’autore, firmata dallo chef Giuseppe Strati, custode di sapori autentici e interprete creativo della tradizione calabrese. Un viaggio culinario che, piatto dopo piatto, ci condurrà alla riscoperta delle radici più genuine della terra calabrese attraverso ingredienti simbolo, storie familiari e memoria collettiva. In questo spazio, la cucina si fa racconto, e ogni ricetta è un ponte tra il passato e il presente, tra la Calabria delle origini e quella che guarda al futuro con orgoglio e consapevolezza. Chef Giuseppe Strati apre la rubrica con una creazione che parla direttamente al cuore e al palato: Scialatiello con pesce azzurro, cedro e pane raffermo al pepe crusco. Un piatto che non è solo un'esplosione di sapori, ma una dichiarazione d’amore per la propria terra, per i suoi prodotti e per la sua storia. L’utilizzo del pesce azzurro, pescato nei mari che bagnano la costa tirrenica calabrese, è una scelta che onora la semplicità e la ricchezza nutrizionale del patrimonio marinaro calabro. Il cedro, agrume simbolo della Riviera dei Cedri, porta con sé tutta la freschezza e la fragranza del territorio alto tirrenico, conferendo al piatto una nota agrumata, luminosa e inaspettata. A completare l’opera, una spolverata di pane raffermo al pepe crusco, un ingrediente antico e prezioso, che in dialetto tortorese viene chiamato “zafarana”. Croccante, profumato, intenso: il pepe crusco si trasforma in un’armonia perfetta con la morbidezza dello scialatiello e la delicatezza del pesce, donando al piatto una texture e un carattere inconfondibili. Questa ricetta non è solo una proposta gastronomica, ma una vera e propria narrazione del territorio: racconta il mare e la montagna, la costa e l’entroterra, le mani sapienti delle nonne e l’estro contemporaneo di uno chef che ha scelto di restare fedele alle proprie radici pur parlando un linguaggio nuovo. Con questa rubrica, Giuseppe Strati invita i lettori a riscoprire la Calabria dei sapori veri, quella che si nasconde nei mercati di paese, nei piatti delle feste, nei prodotti che resistono al tempo e alla modernità. Un invito a sedersi a tavola e ascoltare ciò che il gusto ha da raccontare..
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