#WEAREINPUGLIA SULLA MAGLIA AZZURRA DELLA NAZIONALE ITALIANA CICLISMO

Redazione • 18 settembre 2024
Lopane: “Bicicletta mezzo promozionale, di accoglienza e buone pratiche per il cicloturismo in Puglia” – Al via domani il Giro di Puglia

Turismo, la Puglia pedala veloce insieme alle maglie azzurre delle nazionali italiane del ciclismo. Ha preso il via l’attività di Comunicazione con media partner la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) nell’ambito del Piano media Italia dell’Assessorato regionale al Turismo / Pugliapromozione.

            Il sogno di ammirare la maglia azzurra oggi, al Teatro Kursaal Santalucia, è diventato una realtà condivisa da scuole, ciclisti professionisti e amatoriali, società sportive arrivate da tutta la Puglia per la presentazione delle nuove attività del 2024 che consolideranno il nostro territorio come Bike Destination.

Nel 2024 è stata confermata la media partnership Federciclismo – Regione Puglia con #l'hashtag che, nel frattempo è diventato un marchio registrato, sulle maglie di tutte le Squadre Nazionali FCI Strada - Pista - Fuoristrada – Paraciclismo. In più, è stata confermata la presenza del brand sui pullman delle squadre nazionali, nei roll up delle interviste in posizione main sponsor che FCI utilizzerà in occasione dei Campionati Europei/Limburgo (BEL)/11-15 settembre e dei Campionati Mondiali/Zurigo (SUI)/21-29 settembre 2024, sul sito della Federazione nazionale ciclistica attraverso un box con indirizzamento verso il sito www.viaggiareinpuglia.it.

Oggi, nel corso della conferenza stampa, sono state mostrate al pubblico la maglia della nazionale con l’intervento del CT Daniele Bennati che allena la categoria “Prova in linea – Elite uomini” che gareggerà il 29 settembre ai campionati del mondo a Zurigo.

            Con il via dato dall’inno di Mameli, Pugliapromozione nel Kursaal Santalucia ha organizzato un momento di sport, promozione, salute e benessere che, nel turismo, si sono ritrovati dando l’opportunità di osservare anche l’azione proficua di network fra più istituzioni pugliesi che il ciclismo ha saputo creare, con l’emozione di vedere sul grande schermo del Kursaal gli spot che promuovono la Puglia su due ruote. Numerose le scolaresche che hanno partecipato da tutta la regione all’evento del Kursaal.

“L’intenzione della Regione Puglia e in particolare di Pugliapromozione di sostenere la Nazionale italiana di ciclismo, è un atto di amore e di riconoscenza verso questa Federazione del CONI che esprime una storia straordinaria del ciclismo italiano – ha detto Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia -. Ma è anche una idea di marketing che serve a diffondere la bike economy. Un’idea vincente che ha creato una partnership stabile tra Regione Puglia e Federazione Ciclismo”.

“Tutto questo avviene attraverso una scientifica programmazione degli investimenti – ha proseguito il presidente Emiliano - che si collega ad una strategia complessiva che prevede altri importanti interventi, come la ristrutturazione dei percorsi cicloturistici”.

“La maglia azzurra della nazionale di ciclismo sarà brandizzata con #WeAreinPuglia per il secondo anno consecutivo, interessando per la prima volta tutte le categorie – ha dichiarato Gianfranco Lopane, assessore al Turismo della Regione Puglia - . Confermiamo un investimento ed una partnership importante con FCI, all’interno di un'attività promozionale che punta a posizionare la nostra destinazione come meta ideale per il cicloturismo, per lo sport e per il benessere: si viene in Puglia per stare bene.

Un messaggio che accompagnerà anche gli imminenti Campionati mondiali di ciclismo a Zurigo, la Ciclostorica a novembre e il Puglia Challenge, che prenderà il via domani e attraverserà l’intera regione dandoci la possibilità di valorizzare i piccoli comuni, i nostri borghi e l’entroterra accanto alle località più note.

Lavoriamo affinché la Puglia, soprattutto nei mesi ‘spalla’ e di bassa stagione, sia sempre più attrattiva per quei turisti che amano vivere esperienze a contatto con la natura, in una terra che offre un clima mite tra enogastronomia e spirito di accoglienza tutto pugliese.  

In questo contesto, la bicicletta diventa anche un mezzo per stimolare buone pratiche per lo sviluppo delle infrastrutture del territorio, con la creazione, grazie alla collaborazione con ANCI e dei comuni, di percorsi ciclabili adatti anche a chi ama camminare”.

“La maglia azzurra della nazionale di ciclismo sarà brandizzata con #WeAreinPuglia per il secondo anno consecutivo, interessando per la prima volta tutte le categorie.

Confermiamo un investimento ed una partnership importante con FCI, all’interno di un'attività promozionale che – ha detto Raffaele Piemontese, assessore al Turismo Regione Puglia - punta a posizionare la nostra destinazione come meta ideale per il cicloturismo, per lo sport e per il benessere: si viene in Puglia per stare bene.

Un messaggio che accompagnerà anche gli imminenti Campionati mondiali di ciclismo a Zurigo, la Ciclostorica a novembre e il Puglia Challenge, che prenderà il via domani e attraverserà l’intera regione dandoci la possibilità di valorizzare i piccoli comuni, i nostri borghi e l’entroterra accanto alle località più note.

Lavoriamo affinché la Puglia, soprattutto nei mesi ‘spalla’ e di bassa stagione, sia sempre più attrattiva per quei turisti che amano vivere esperienze a contatto con la natura, in una terra che offre un clima mite tra enogastronomia e spirito di accoglienza tutto pugliese.  

In questo contesto, la bicicletta diventa anche un mezzo per stimolare buone pratiche per lo sviluppo delle infrastrutture del territorio, con la creazione, grazie alla collaborazione con ANCI e dei comuni, di percorsi ciclabili adatti anche a chi ama camminare”.

“È straordinario che si abbini il nome della nostra Regione alla maglia azzurra. Ciò non solo incoraggia la Puglia – ha fatto notare Vito Leccese, sindaco di Bari - a raggiungere mete più ambiziose ma crea anche un legame di solidarietà fra la maglia azzurra, che rappresenta l’intero Paese, e la Regione Puglia, che orgogliosamente partecipa alla vita sociale e sportiva nazionale. Ovviamente questa azione viene fatta nel segno di una maggiore attrattività turistica del nostro territorio. Grandi cose sono state fatte sino ad oggi dall'Agenzia regionale Puglia promozione che promuove il turismo in Puglia. Siamo una terra in grado di accogliere grandi eventi, politici e internazionali ma anche sportivi. Pertanto, auspico come già successo in passato, di poter ospitare i mondiali di ciclismo”.

“ANCI Puglia è da sempre molto attenta ai temi dello sport, che consideriamo fondamentale per i giovani come insegnamento di vita, abbinato all'istruzione. Tuttavia, lo sport è importante per tutte le fasce d'età, per il benessere psicofisico e sociale delle comunità – ha proseguito Fiorenza Pascazio, presidente ANCI Puglia - . Questo impegno è portato avanti con determinazione dai sindaci pugliesi nelle scelte amministrative. Insieme alla Regione, Pugliapromozione e alla Federazione Ciclistica Italiana, abbiamo avviato un percorso di valorizzazione del territorio, coinvolgendo una rete di Comuni con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo del cicloturismo come volano per il turismo sostenibile e la crescita economica. Crediamo fermamente che sia cruciale sviluppare la mobilità ciclistica tra i Comuni, creando percorsi e collegamenti che uniscano i nostri splendidi borghi, le città d'arte e le aree naturali, offrendo un'esperienza unica ai ciclisti e ai turisti.

L'evento di oggi è un esempio tangibile di come sport, territorio e promozione turistica si intrecciano, generando nuove opportunità di sviluppo per la Puglia e per i nostri Comuni”.

            “La scelta strategica di investire sulla bicicletta e sulla maglia azzurra è un ulteriore a completamento del tassello di numerose attività che, negli ultimi tre anni, stiamo portando avanti per far crescere il bike in Puglia – ha ricordato Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione - . Ogni evento, professionale o per dilettanti, contribuisce a rendere vivo il territorio, a riempire le strutture ricettive nei mesi non estivi, con target di sportivi, di famiglie e tanti stranieri. La bicicletta fa assaporare il piacere di vivere il Prodotto turistico Sport Natura Benessere, di cui il bike fa parte. In cifre ciò significa mirare a dialogare con circa 1 italiano su 4 che, negli anni più recenti, hanno vissuto almeno un’esperienza di turismo lento (cammini, cicloturismo, borghi, trekking e i viaggi outdoor in generale). Il 43 % degli Italiani è interessato a provare questa esperienza, il 40% degli italiani preferisce destinazioni autentiche fuori dalle rotte turistiche di massa. Il cicloturismo è economia, coinvolge l’8,4% del turismo complessivo in Italia, con circa 6.500.000 turisti che utilizzano la bici nel corso delle loro vacanze e un fatturato di circa 7,5 miliardi di euro che, negli ultimi anni, ha registrato un incremento del 40%.”.

“La Puglia in questi anni, da quando sono diventato presidente della FCI, ha mostrato una grande attenzione nei confronti del ciclismo come strumento in grado di favorire la promozione dei territori, sia attraverso l’organizzazione dei grandi eventi che come mezzo ideale per un turismo lento e consapevole. Si è stretto un legame forte tra questa regione e il nostro sport – ha detto Cordiano Dagnoni, presidente nazionale Federciclismo - . La presenza dell’hashtag #WeareinPuglia per gli anni 2023 e 2024 sulle Maglie Azzurre è la reale dimostrazione che questo legame è costruito su basi solide, fra soggetti capaci di condividere gli stessi valori. Ringrazio per questo il Presidente Emiliano, gli assessorati al Turismo e allo Sport e Pugliapromozione. Strutture e istituzioni, ma soprattutto persone, con le quali la F.C.I. è felice di collaborare, perché credono fermamente nei valori dello sport.

Un saluto, poi, agli organizzatori del Giro della Puglia che racchiude nello spazio temporale di pochi giorni quattro manifestazioni alcune delle quali da tempo sono diventate punto di riferimento del calendario. Se il 1° Giro della Daunia e la 3^ Costa dei Trulli rappresentano in qualche modo delle novità, la 64^ Coppa Messapica e la 74^ Targa Crocifisso hanno ormai una lunga tradizione che ha permesso alla regione di crescere anche dal punto di vista organizzativo. Auguro a tutti i partecipanti di poter raggiungere gli ambiti traguardi che si sono posti quando hanno iniziato a dare i primi colpi di pedale ad una bicicletta, e che vinca il migliore. Viva il ciclismo, viva il Giro di Puglia Challenge U23, viva la Puglia”.

In particolare, l’edizione 2024 del Giro di Puglia con le sue quattro tappe conta di coinvolgere oltre 300 persone tra atleti, tecnici e accompagnatori, con il seguente percorso:

1^ Tappa: Lucera-Roseto Valfortore (prende avviso domani 19 Settembre)

2^ Tappa: Modugno-Locorotondo (20 settembre)

3^ Tappa: Ceglie Messapica - Ceglie Messapica (21 settembre)

4^ Tappa: Polignano a Mare - Polignano a Mare (22 settembre)

All’evento stamattina in platea, fra gli altri, nel teatro Kursaal sono intervenuti il colonnello Carlo Calcagni, di Guagnano (Lecce), che a giugno 2024 è diventato campione del mondo di atletica paralimpica nella disciplina dei 100 metri Frame running t72, con una performance sensazionale che ha tracciato il record del mondo, primo italiano nella storia. Presente anche l’atleta Oscar Carrerr, di Corato (BAT), campione italiano 2024 di ciclocross categoria esordienti.

 
Autore: La Redazione 14 dicembre 2025
In una serata in cui il Cinema ha incontrato l’anima più autentica del territorio, il Vesuvius Film Festival , dedicato al genio immortale di Federico Fellini, ha acceso i riflettori non solo sul grande schermo, ma anche sull’eccellenza gastronomica partenopea. La brigata protagonista dell’evento ha avuto l’onore di firmare la Cena di Gala riservata agli illustri ospiti della serata: artisti e attori pluripremiati in Italia e all’estero, fino a Los Angeles, protagonisti di cortometraggi girati nella amata Campania. Tra i momenti più significativi, l’incontro con gli autori e i protagonisti di opere premiate come “Mozzarella”, cortometraggio simbolo di identità, radici e talento. Un menù che racconta Napoli La Cena di Gala è stata concepita come un autentico racconto gastronomico, un viaggio sensoriale attraverso i sapori più rappresentativi della tradizione partenopea, interpretati con eleganza, rispetto e uno sguardo contemporaneo. Antipasto Salumi artigianali di nicchia firmati I Mandriani, con picagna e bresaola impreziosite da colatura di alici, raffinato omaggio al mare campano. Primo piatto Pacchero al ragù napoletano con salsiccia affumicata, espressione autentica della cucina di casa, simbolo di convivialità e memoria. Secondo piatto Spezzatino di fassona con ribes nero e cannella, adagiato su crema di zucca e petali di zucca brasata, in un equilibrio armonico tra intensità, delicatezza e ricerca. Dessert A chiudere la serata, la Delizia ai Limoni di Amalfi, emblema di freschezza, luce e identità territoriale. La brigata: il cuore pulsante dell’evento A rendere possibile questa esperienza gastronomica è stata una brigata affiatata, competente e profondamente appassionata, capace di trasformare una cena di rappresentanza in un momento memorabile. La brigata di cucina: • Giovanna Cuomo • Salvatore Auletta • Ubaldo Pucillo • Nicola De Falco • Adele Camerlengo Professionisti che hanno operato in perfetta sinergia, mettendo tecnica, sensibilità e amore per la cucina al servizio dell’evento e dei suoi ospiti. Un incontro tra Arte e Identità La serata ha rappresentato molto più di una Cena di Gala: è stata la celebrazione di un legame profondo tra cinema, cultura e territorio, tra visione artistica e tradizione culinaria. Un palcoscenico d’eccellenza in cui la Campania ha saputo raccontarsi con orgoglio, emozione e grande professionalità. Perché, proprio come il grande Cinema, anche la cucina sa lasciare il segno. Articolo a cura della Redazione.
Autore: Chef Gregori Nalon Cooking Strategist 14 dicembre 2025
Nel panorama gastronomico italiano ed europeo, stanno emergendo con sempre maggiore forza realtà capaci di integrare la pasticceria artigianale con piccole torrefazioni di caffè, dando vita a veri e propri hub sensoriali in cui dolce e caffè dialogano attraverso proposte curate, identitarie e ad alto valore aggiunto. Questo modello risponde a una domanda crescente di autenticità, qualità e storytelling, elementi ormai centrali nelle scelte dei consumatori contemporanei. Trend di mercato: dolce e caffè in sinergia Il mercato dei dolci e della pasticceria artigianale continua a mostrare segnali di vitalità. Secondo i dati dell’Osservatorio Sigep, la categoria dessert è cresciuta del 6% in Europa e del 2,3% in Italia negli ultimi dodici mesi, sostenuta da un interesse sempre più marcato verso prodotti artigianali, creativi e legati al territorio. Parallelamente, il comparto del caffè sta vivendo una fase di profonda evoluzione: il consumo si orienta verso miscele premium e caffè di qualità, con una particolare attenzione alla provenienza del chicco e ai processi produttivi. Le torrefazioni italiane registrano infatti un incremento delle esportazioni del +22% verso i mercati asiatici, trainato dalla domanda di prodotti autentici e fortemente identitari. La torrefazione artigianale rappresenta oggi uno dei segmenti più dinamici del settore. Le realtà di dimensioni contenute si distinguono per la capacità di valorizzare: le origini del caffè, la tracciabilità della filiera, profili aromatici complessi e riconoscibili. Questi elementi incontrano le aspettative di un consumatore sempre più consapevole ed esigente e favoriscono un’integrazione naturale con la pasticceria artigianale, dando vita a abbinamenti dolce–bevanda di alto livello, capaci di elevare l’esperienza complessiva. L’unione tra produzione dolciaria e tostatura interna del caffè consente di ottenere benefici concreti: Un’esperienza cliente distintiva, in cui la lavorazione artigianale diventa parte integrante del momento di consumo. Una brand identity forte, capace di differenziarsi dai format tradizionali di bar e caffetteria. Maggiore marginalità, grazie alla proposta di prodotti premium, dalle specialità di pasticceria ai blend di caffè personalizzati. Valorizzazione del locale come luogo di cultura gastronomica, non solo come spazio di consumo rapido. Cokito: un modello di eccellenza italiana In questo scenario si inserisce in modo autorevole Cokito, realtà che da oltre 40 anni rappresenta un’eccellenza calabrese nel mondo del caffè artigianale. L’azienda incarna perfettamente il modello integrato di qualità, competenza e visione. Guidata oggi dalla nuova generazione, sotto la direzione di Marisa Manna, Cokito continua a portare avanti gli ideali del fondatore Domenico Angiuli, con uno sguardo rivolto al futuro. La crescita dell’azienda è sostenuta da un team in continua evoluzione, formato e coinvolto in ogni fase del processo produttivo. Cokito segue internamente tutte le fasi della filiera: ricerca e selezione della materia prima, tostatura del caffè, distribuzione del prodotto finito, con l’obiettivo di garantire la miglior tazzina di caffè possibile. La conoscenza, la formazione continua e la condivisione del know-how sono valori centrali, trasmessi a collaboratori e professionisti del settore affinché ciascuno si senta parte integrante della famiglia Cokito. Elemento distintivo dell’azienda è il lavoro dei Mastri Tostatori, veri custodi dell’arte della miscelazione e della tostatura. La selezione di caffè provenienti da origini differenti e il delicato processo di arrostimento definiscono il carattere unico delle miscele Cokito. Durante la tostatura, il chicco attraversa continui mutamenti chimico-fisici che richiedono massima attenzione, esperienza e sensibilità. Al termine del processo, ogni lotto viene sottoposto a rigorosi test di assaggio per garantire costanza qualitativa, equilibrio aromatico e riconoscibilità del prodotto. Con la crescita dell’export del caffè artigianale italiano e l’espansione internazionale delle pasticcerie di qualità, il modello di pasticceria con torrefazione integrata è destinato a rafforzarsi ulteriormente nel 2026 e oltre. La valorizzazione delle competenze artigianali, l’attenzione alle materie prime e la costruzione di un’esperienza cliente multisensoriale rappresentano i principali fattori di successo. In questo contesto, Cokito si conferma come interprete autentico del Made in Italy, capace di unire tradizione, innovazione e cultura del gusto, promuovendo l’eccellenza italiana anche sui mercati internazionali.
Autore: Cinzia Tattini 11 dicembre 2025
Montagna, ghiacciai e cultura del cibo: l’Italia celebra un patrimonio fragile e prezioso L’11 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, lo sguardo del mondo torna sulle vette che custodiscono un patrimonio naturale e culturale di valore inestimabile. Le montagne non sono soltanto paesaggi mozzafiato: sono ecosistemi delicati, territori di identità profonde, luoghi in cui l’uomo ha imparato a convivere con la natura sviluppando tradizioni, saperi e una cucina capace di raccontare secoli di resilienza. Tra i simboli più intensi della montagna ci sono i ghiacciai, vere “sentinelle del clima”. Oggi il loro arretramento è un allarme globale: custodiscono risorse idriche fondamentali, influenzano gli equilibri ambientali e testimoniano i cambiamenti climatici in atto. Proteggerli significa proteggere la biodiversità, l’agricoltura di quota e le comunità che vivono grazie alle loro risorse. Il rispetto della montagna passa anche dai comportamenti quotidiani: percorrere i sentieri con attenzione, ridurre l’impatto ambientale del turismo, sostenere pratiche agricole tradizionali e piccoli produttori che mantengono vivo il paesaggio culturale delle terre alte. Il cibo di montagna: un’eredità culturale che parla di identit à La vita in quota ha forgiato una gastronomia autentica, nata dalla necessità e divenuta oggi una delle espressioni più riconoscibili del territorio. Le cucine di montagna – dalle Alpi agli Appennini – raccontano una storia fatta di materie prime essenziali, lavorazioni antiche e sapori netti. Formaggi d’alpeggio, burri profumati, salumi affumicati, zuppe nutrienti, polente, erbe spontanee, funghi e castagne: ogni piatto narra un rapporto intimo con l’ambiente, con la stagionalità e con la ritualità del lavoro agricolo. Queste ricette non sono solo tradizioni gastronomiche: sono un modo per preservare l’identità dei piccoli borghi, sostenere l’economia locale e difendere una biodiversità che oggi rischia di perdersi. L’Italia e l’UNESCO: un riconoscimento alla cultura del cibo Il recente inserimento della cucina italiana nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO rappresenta un riconoscimento al valore sociale e comunitario del nostro modo di produrre e condividere il cibo. La montagna ha un ruolo decisivo all’interno di questo patrimonio: molte delle eccellenze italiane nascono proprio nelle terre alte. Pensiamo ai formaggi d’alpeggio a latte crudo, ai vini eroici coltivati su pendii estremi, ai pani di lunga conservazione, alle carni conservate con tecniche tramandate da generazioni. Sono prodotti che parlano di sostenibilità, di adattamento, di creatività e di un legame profondo con l’ambiente. La montagna contribuisce così a definire l’immenso mosaico gastronomico italiano, rendendolo unico al mondo. La Giornata Internazionale della Montagna invita a riflettere su quanto questi territori siano preziosi e vulnerabili. Difendere le montagne significa difendere le comunità che le abitano, la memoria culturale, i paesaggi e il cibo che da essi prende vita. Oggi più che mai, la tutela della montagna è una responsabilità condivisa: un impegno verso le generazioni future e verso un patrimonio che ci rappresenta.
Autore: Maria Giovanna Labruna 10 dicembre 2025
New Delhi, 10 dicembre 2025. L’Italia scrive una pagina destinata a rimanere impressa nella memoria culturale del Paese: la cucina italiana è stata ufficialmente riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Una proclamazione attesa, desiderata, costruita nel tempo con determinazione e visione, e annunciata oggi durante la sessione plenaria del Comitato intergovernativo . Un traguardo che non premia un singolo piatto, né una tecnica in particolare, ma l’intero universo gastronomico italiano: una rete di pratiche, saperi, gesti quotidiani e rituali che definisce da secoli l’identità del nostro popolo. Un patrimonio vivo: l’Italia raccontata attraverso la sua cucina La decisione dell’UNESCO mette al centro un concetto semplice quanto rivoluzionario: la cucina italiana non è solo cibo. È educazione familiare, cultura del convivio, memoria collettiva, rispetto per la materia prima e per il territorio, tramandati attraverso generazioni. Dai pranzi della domenica alle mani che impastano pasta fresca, dalle ricette custodite nei quaderni delle nonne alle evoluzioni contemporanee degli chef: tutto concorre a formare un ecosistema gastronomico unico, capace di unire regioni, storie e tradizioni diverse in un linguaggio condiviso. Dietro il riconoscimento c’è un percorso complesso, frutto di cinque anni di ricerca, consultazioni e lavoro culturale. Tra i protagonisti di questa lunga marcia, spicca il contributo delle istituzioni, delle associazioni gastronomiche storiche e delle comunità del cibo. Un ruolo fondamentale è stato quello della direttrice de La Cucina Italiana, Maddalena Fossati Dondero, che ha saputo trasformare un’idea in un movimento culturale nazionale, sostenendo la candidatura con passione e autorevolezza. Il dossier presentato all’UNESCO ha valorizzato non solo la ricchezza culinaria italiana, ma anche la sua forza sociale: la capacità della cucina di creare legami, includere, educare alla sostenibilità e alla biodiversità. Un riconoscimento che apre nuove prospettive L’ingresso nella lista UNESCO non è un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova responsabilità. Significa tutelare la qualità delle tradizioni, difendere i prodotti del territorio, investire nella formazione e nella trasmissione dei saperi alle nuove generazioni. Dal punto di vista economico e turistico, gli esperti prevedono ricadute significative: il marchio UNESCO rafforzerà il ruolo dell’Italia come capitale mondiale della gastronomia, con un prevedibile incremento del turismo enogastronomico e dell’interesse internazionale verso le filiere alimentari italiane. La proclamazione dell’UNESCO non celebra soltanto una cucina, ma un modo di vivere. La cucina italiana è un patrimonio che si costruisce ogni giorno nelle nostre case, nelle trattorie, nelle scuole, nei mercati, nei campi. Un patrimonio fatto di autenticità, creatività e rispetto: valori che, oggi più che mai, dobbiamo proteggere. Con questo riconoscimento, l’Italia non conquista solo un titolo prestigioso. Rafforza la propria identità culturale e rinnova l’impegno a preservare un’eredità che appartiene al passato, ma soprattutto al futuro.
Autore: Jessica Sorrentino 9 dicembre 2025
Ho scelto di creare una pizza low carb con l’intento di coniugare il piacere di un piatto iconico della nostra tradizione culinaria con un approccio alimentare più equilibrato. L’obiettivo era dimostrare che è possibile gustare una pizza saporita e appagante senza un eccessivo apporto di carboidrati, mantenendo così un miglior controllo dell’energia quotidiana e valorizzando la qualità degli ingredienti. Una scelta nata dalla volontà di proporre un’alternativa leggera, inclusiva e adatta a chi segue un’alimentazione bilanciata, senza rinunciare al gusto e alla convivialità che solo una vera pizza sa offrire. La ricerca della combinazione perfetta non è stata immediata: ho sperimentato diverse farine e miscele prima di individuare quella in grado di avvicinarsi, per gusto, consistenza e lavorabilità, all’impasto tradizionale. Un percorso fatto di prove, studio e continui aggiustamenti, sostenuto dalla convinzione che fosse possibile ottenere una base innovativa ma rispettosa della memoria gustativa della pizza italiana. In linea con il mio percorso accademico in biologia, il mio obiettivo era creare un impasto che rispondesse alle esigenze di chi segue una dieta ipocalorica, ma che potesse adattarsi anche a necessità più specifiche: un’alternativa adatta a chi deve tenere sotto controllo la glicemia, a chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile o altre sensibilità intestinali. Una ricetta pensata per essere digeribile, nutrizionalmente equilibrata e realmente innovativa, senza compromessi sul sapore.
Autore: Maria Giovanna Labruna 6 dicembre 2025
Il Gran Galà “La Mia Raviola” ha illuminato Amendolara con una serata elegante e sentita, dedicata alle eccellenze gastronomiche del territorio e al dialogo sulla cucina contemporanea. Un appuntamento che ha unito degustazioni, riflessioni e confronti costruttivi grazie alla presenza di istituzioni, professionisti e grandi interpreti dell’arte culinaria. A inaugurare l’evento, il sindaco Maria Rita Acciardi, insieme all’intera giunta comunale, ristoratori e imprenditori locali, che hanno saputo creare un clima di autentica ospitalità e appartenenza. Protagonista anche La Gazzetta del Food, rappresentata dall’editrice e direttrice Maria Giovanna Labruna e da Chef Gregori Nalon, cooking strategist e fondatore della testata, la cui partecipazione ha impreziosito il confronto culturale e gastronomico. Momento centrale della serata, l’omaggio a Chef Rocco Gerundino, vincitore del Premio La Mia Raviola: un riconoscimento meritato per la sua capacità di trasformare la tradizione in emozione, con una cucina che racconta identità, tecnica e sensibilità. Accanto a lui, hanno arricchito il dibattito e la degustazione gli chef Biagio Girolamo, Domenico Guarino (tesoriere URCC) e Carmelo Fabricatore (presidente URCC), confermando il valore della brigata calabrese nel panorama gastronomico nazionale. In fine l’intervento del giornalista Andrea Berardi, l’incontro ha assunto un tono ancora più ricco e stimolante. Berardi, forte della sua lunga esperienza nel settore dell’informazione, ha offerto una lettura lucida e approfondita dei temi trattati, mettendo in evidenza aspetti spesso trascurati dal dibattito pubblico. La sua analisi, chiara e diretta, ha contribuito a creare un confronto vivo e partecipato. La serata si è conclusa con una raffinata degustazione di prodotti tipici del territorio, esaltati da interpretazioni creative che hanno ribadito la ricchezza della cultura agroalimentare locale. Dal Gran Galà è nata inoltre la nuova Fiera del Gusto di Amendolara, appuntamento che debutterà nell’estate 2026: una manifestazione pensata per celebrare sapori, saperi e tradizioni, e per proiettare il territorio verso nuove opportunità di valorizzazione e turismo enogastronomico. Un evento che non solo ha premiato l’eccellenza, ma ha posto le basi per un progetto ambizioso e condiviso, nel segno della qualità e della visione.
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