Se in cantina spunta un prato fiorito e all’Arena di Verona un vigneto: Timo Helgert per Pasqua

La redazione • 30 giugno 2020

In tempi in cui la natura si è ripresa i suoi spazi, la cantina veneta incontra l’artista tedesco le cui opere raccontano le città colpite dal Covid

Una carrellata dall’alto sulla barricaia svela lo sbocciare di un prato fiorito, mentre filari a perdita d’occhio conquistano il parterre dell’Arena di Verona, che solitamente ospita i suoi grandi concerti: in tempi in cui la natura si è ripresa i suoi spazi , tra cervi e orsi che si muovono per i borghi, delfini avvistati in prossimità dei litorali, cigni e germani reali che passeggiano per le vie delle città vuote e silenziose per il lockdown, la cantina veneta Pasqua affida il suo racconto a Timo Helgert, art director ed artista tedesco autore di “The Return of Nature”, ciclo di digital installation sul suo profilo Instagram dove compaiono ad esempio la Galleria Vittorio Emanuele di Milano adagiata su un tappeto di fiori, il ponte di Brooklyn trasformato in una giungla, e lo stadio di Wembley a Londra “invaso” dalle farfalle. Un tributo a Verona e alla Valpolicella (sempre su Instagram), ma anche al rinascimento della natura che ha recuperato la salute della sua flora e della sua fauna, de-urbanizzando le città più colpite dal Covid.
Con lo stesso approccio creativo dedicato alle città del mondo, il founder e creative director di Vacades ha rivolto il suo guardo a Verona, alla Valpolicella e alla cantina Pasqua, da sempre sostenitrice di giovani talenti artistici, perché “in un mondo sempre più proiettato verso il futuro, sono oggi le nuove generazioni a ispirarci e offrirci nuove visioni - spiega Riccardo Pasqua, ad Pasqua Vini - per questo sosteniamo l’espressione della loro creatività e del loro talento in tutte le sue manifestazioni. È successo così anche con Timo Helgert: il suo “The Return of Nature” è un progetto innovativo, portatore di valore”. E che rappresenta un messaggio di speranza per chi è stato colpito dal lockdown da Covid-19. Invece di creare paura, come succede spesso quando si parla di questo tema, Timo Helgert, concentrando la propria arte sull’esplorazione della potenzialità della realtà aumentata, ha deciso di riportare l’attenzione sulla bellezza delle cose semplici, per apprezzare la natura e creare speranza, anche nei momenti difficili.

Fonte: https://winenews.it/it/se-in-cantina-spunta-un-prato-fiorito-e-allarena-di-verona-un-vigneto-timo-helgert-per-pasqua_419885/
Autore: Elisa Panico Cristofoli 20 ottobre 2025
Il miglior panettone classico? Viene da Taiwan . A decretarlo è stata la giuria del Panettone World Championship , che ha celebrato la sua finalissima ieri a Host 2025, che prosegue a Fiera Milano fino a martedì 21 ottobre. Ma se siete in giro per il mondo e volete gustare un buon panettone tradizionale, potete fare tappa anche in Argentina (seconda classificata) e Australia (in terza posizione). Se invece volete provare il brivido dell’originalità, stesse destinazioni, ma rimescolate le tappe del vostro viaggio: nella categoria del panettone innovativo al primo posto, servito in abbinamento con il gelato, c’è infatti il Paese ‘down under’, l’Australia, seguita dall’Argentina e da Taiwan. Cos’aveva di speciale il panettone innovativo australiano? Ha usato in maniera magistrale gli ingredienti del proprio territorio, uno dei requisiti più stringenti di questa edizione del Campionato. Per i canditi i maestri australiani hanno infatti utilizzato il lemon myrtle, una variante locale di mirto con un sentore di limone, mentre il gelato ha coniugato un classico come la vaniglia con le noci macadamia australiane. Tocco finale: il panettone vero e proprio è stato lievemente tostato, nella migliore tradizione del ‘toast’ anglosassone. Il gusto del caffè italiano quest’anno è donna Quest’anno il caffè parla al femminile. Cristina Pangrazio, giovanissima bresciana è la prima donna a vincere il prestigioso Gran Premio della Caffetteria Italiana organizzato a Host 2025 da Aicaf e Altoga, seguita al secondo posto da Antonio Tamburrino di Caserta, mentre il terzo posto è andato a Pasquale Calderone di Genova. Ogni concorrente aveva a disposizione soltanto 13 minuti per raccontare una storia attraverso due espressi, due cappuccini e due drink freddi a base di caffè per un totale di sei bevande. Da realizzare tutte con lo stesso caffè e presentate in finale di battuta a giudici sensoriali che hanno giudicato tre aspetti: tecnica, gusto e mise en place. Con i suoi caffè, Cristina ha ‘raccontato’ la più avvincente storia di miscele, terroir, aromi e cremosità. L’esplorazione del gusto continua nei padiglioni Ma a Host 2025 la scoperta dei gusti di domani non si ferma ai campionati: prosegue anche nel percorso espositivo. I gusti di gelato più top della prossima estate, per esempio? Oltre al super particolare gelato alla patata, per chi ama l’American Style imperdibile il variegato ai popcorn, mentre se siete più per le scelte salutistiche il vostro è il gelato al super food açai. Se invece siete più per i gusti trendy, non potete perdervi il gelato al cioccolato del momento, il Dubai Chocolate. E non poteva mancare il gelato caldo, grazie a un’innovativa piastra dal design compatto e contemporaneo, che può stare comodamente sia sul bancone del bar come sul top di una elegante cucina domestica: basta inserire la pallina di gelato e la piastra vi crea intorno una cialda perfetta alla temperatura ideale. Perché la grande tendenza di quest’anno è la qualità personalizzata, dove vuoi e quando vuoi. Dal dispenser di bevande specialty (caffè, ma anche smoothies e cocktail) a quello di bubble tea in infinite varianti, fino alla friggitrice ad aria self service che sforna in poco tempo perfetti piatti gourmet senza usare oli. Oppure potete portarvi dietro la macchina espresso portatile di design che sta in una mano e vi permette di farvi il vostro caffè preferito dove volete. O farvi la vostra crema di frutta secca personale semplicemente inserendo una cartuccia di granola in un dispositivo grande quanto una piccola macchina da caffè domestica. E oggi le cialde sbarcano anche nel gelato, basta inserire una cialda, far leggere il codice QR e versare il latte fresco: in base agli ingredienti identificati, la macchina prepara all’istante un perfetto gelato artigianale appena fatto. E per restare in forma dopo avere gustato tante specialità, e rispettando anche l’ambiente, si può finire in bellezza con un allenamento sui nuovi attrezzi fitness in materiali ecosostenibili, come il legno e il metallo riciclato: caratterizzati da un design minimalista e fluido, sono pensati per l’accoglienza pluristellata e le palestre premium, ma non stonano neanche in una zona living contemporanea. Il viaggio nel futuro dell’ospitalità continua a Host 2025, a Fiera Milano fino a martedì 21 ottobre.
Autore: La Redazione 19 ottobre 2025
Chicago/Milano, Ottobre 2025 – Fiera Milano S.p.A., proprietaria e organizzatrice della manifestazione HOST Milano, e la North American Association of Food Equipment Manufacturers (NAFEM), proprietaria e organizzatrice di The NAFEM Show, hanno siglato un accordo per collaborare a nuove opportunità di sviluppo all’interno delle rispettive manifestazioni fieristiche, con l’obiettivo di ampliare la crescita globale per il settore della ristorazione professionale. “Fiera Milano e NAFEM, insieme, coinvolgono i buyer più importanti d’Europa e degli Stati Uniti”, ha dichiarato Francesco Conci, Amministratore Delegato di Fiera Milano S.p.A. “Lavorando in sinergia, creeremo nuove e straordinarie opportunità per gli espositori di presentare le loro innovazioni ai clienti. Siamo entusiasti di costruire questa partnership negli Stati Uniti con NAFEM”. “Da anni NAFEM e Fiera Milano plasmano le tendenze del settore e promuovono l’innovazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Lavorando insieme, il valore offerto ai nostri espositori sarà impareggiabile”, ha aggiunto Steve Spittle, CFSP, presidente di NAFEM e Chief Commercial Officer di Middleby Corporation. Ulteriori informazioni sull’accordo saranno rese note nei prossimi mesi. Nel frattempo, si anticipa che il primo appuntamento frutto della cooperazione strategica è fissato dal 11 al 13 febbraio 2027 durante The NAFEM Show, presso l’Orange County Convention Center di Orlando, Florida (USA), a seguire, poi dal 22 al 26 ottobre 2027, in occasione di Host Milano a Fiera Milano, Milano. Informazioni su Host Milano e The NAFEM Show Host Milano è la manifestazione internazionale dedicata al settore dell’accoglienza e della ristorazione professionale. The NAFEM Show è la principale fiera americana dedicata alle attrezzature e forniture per la ristorazione professionale. Entrambe le manifestazioni offrono a espositori e visitatori un’ampia gamma di esperienze, tra cui seminari formativi, dimostrazioni di prodotto, occasioni di networking e molto altro.
Autore: La Redazione 19 ottobre 2025
Chicago/Milano, Ottobre 2025 – Fiera Milano S.p.A., proprietaria e organizzatrice della manifestazione HOST Milano, e la North American Association of Food Equipment Manufacturers (NAFEM), proprietaria e organizzatrice di The NAFEM Show, hanno siglato un accordo per collaborare a nuove opportunità di sviluppo all’interno delle rispettive manifestazioni fieristiche, con l’obiettivo di ampliare la crescita globale per il settore della ristorazione professionale. “Fiera Milano e NAFEM, insieme, coinvolgono i buyer più importanti d’Europa e degli Stati Uniti”, ha dichiarato Francesco Conci, Amministratore Delegato di Fiera Milano S.p.A. “Lavorando in sinergia, creeremo nuove e straordinarie opportunità per gli espositori di presentare le loro innovazioni ai clienti. Siamo entusiasti di costruire questa partnership negli Stati Uniti con NAFEM”. “Da anni NAFEM e Fiera Milano plasmano le tendenze del settore e promuovono l’innovazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Lavorando insieme, il valore offerto ai nostri espositori sarà impareggiabile”, ha aggiunto Steve Spittle, CFSP, presidente di NAFEM e Chief Commercial Officer di Middleby Corporation. Ulteriori informazioni sull’accordo saranno rese note nei prossimi mesi. Nel frattempo, si anticipa che il primo appuntamento frutto della cooperazione strategica è fissato dal 11 al 13 febbraio 2027 durante The NAFEM Show, presso l’Orange County Convention Center di Orlando, Florida (USA), a seguire, poi dal 22 al 26 ottobre 2027, in occasione di Host Milano a Fiera Milano, Milano. Informazioni su Host Milano e The NAFEM Show Host Milano è la manifestazione internazionale dedicata al settore dell’accoglienza e della ristorazione professionale. The NAFEM Show è la principale fiera americana dedicata alle attrezzature e forniture per la ristorazione professionale. Entrambe le manifestazioni offrono a espositori e visitatori un’ampia gamma di esperienze, tra cui seminari formativi, dimostrazioni di prodotto, occasioni di networking e molto altro.
Autore: Maria Giovanna Labruna 19 ottobre 2025
Milano, 19 ottobre 2025 – In questi giorni la città meneghina ospita un appuntamento chiave per il settore del fuori‐casa: la 44ª edizione di HostMilano 2025, dal 17 al 21 ottobre presso il quartiere fieristico di Fiera Milano S.p.A. a Rho. Un evento che si conferma hub internazionale per tutti gli operatori dell’ospitalità professionale, del food service e del canale HoReCa (hotel, ristorazione, catering). Un palcoscenico strategico per il settore L’edizione 2025 si presenta con numeri e missioni molto chiari: oltre 1.900 espositori provenienti da più di 50 Paesi e una forte componente internazionale (circa il 44 % degli espositori viene dall’estero) fungono da conferma della portata globale dell’appuntamento. L’obiettivo è duplice: da un lato offrire alle imprese italiane e internazionali uno spazio per far conoscere le proprie soluzioni e prodotti, dall’altro creare una piattaforma di osservazione per le tendenze emergenti del mercato del fuori‑casa. I temi trainanti dell’evento Innovazione tecnologica e attrezzature professionali Uno degli assi portanti dell’edizione riguarda la tecnologia applicata al mondo della ristorazione e dell’ospitalità: digitalizzazione dei processi, automazione, connettività, sostenibilità degli impianti e delle attrezzature. Ad esempio, l’associazione ANIMA Confindustria segnala come metà delle imprese italiane del settore abbia attivato investimenti in strumenti e digitalizzazione. Un esempio concreto: l’azienda FAS International SPA – presente all’evento – ha lanciato “Retail Tech Suite”, “Lydia Plus” e “Food24 System”: soluzioni orientate a vending, connessioni cloud e ristorazione automatizzata. Filiera e identità del Made in Italy Il salone mette in evidenza la italianità delle filiere legate a pane‑pizza‑pasta, gelato, cioccolato e caffè, non solo dal punto di vista del prodotto ma anche come piattaforma per innovare e internazionalizzare. In particolare, le associazioni del comparto sottolineano come queste filiere siano al contempo eredità culturale e opportunità di evoluzione: «un laboratorio di innovazione e di nuove opportunità di business». Esperienza utente, format e contaminazio ni Il visitatore della manifestazione troverà non solo prodotti o attrezzature ma format esperienziali: aree dedicate a show‑cooking, concorsi internazionali, esposizioni immersive che uniscono design, layout del luogo di consumo, multiculturalità. Secondo gli organizzatori, il cambiamento dei comportamenti dei consumatori – più attenti a digitalizzazione, esperienze, comfort – richiede al comparto un salto di paradigma. Quali aree visitare e perché Per i lettori de La Gazzetta del Food (operanti nel mondo della ristorazione, food service e distribuzione), ecco alcune aree che meritano attenzione: MIPPP – Milano Pane Pizza Pasta: un hub dedicato all’arte bianca, alla pizza, alla pasta fresca. In questa edizione ha un ruolo rafforzato, anche grazie alla collaborazione con il consorzio SIPAN. Smart Equipment & Technology Area: padiglioni dedicati alle attrezzature professionali (cucine, lavaggio, refrigerazione) dove l’innovazione digitale e la sostenibilità vanno di pari passo. Coffee & Bar / Gelato – Pastry Area: zone specialistiche che raccontano l’evoluzione del caffè, del gelato artigianale e della pasticceria, servendo anche da vetrina per l’internazionalizzazione del “fuori‐casa”. Eventi e training: talk, workshop e competizioni internazionali permettono di osservare come i grandi player e gli emergenti interpretano il cambiamento. Le opportunità che offre Networking e business internazionale: oltre ai numeri degli espositori, c’è la possibilità di entrare in contatto con buyer da decine di Paesi, esplorare export, partnership e distributori esteri. Benchmarking e trend‑spotting: per chi opera nel canale HoReCa e food service, la fiera è una vera e propria “mappa” per capire cosa stanno facendo i concorrenti, quali tecnologie emergono, quali layout o format stanno funzionando. Formazione e aggiornamento: non solo prodotti, ma anche contenuti, competenze e visione strategica. Le imprese che partecipano attivamente possono uscire dalla fiera con spunti concreti per il 2026. Qualche suggerimento pratico Pianifica in anticipo quali padiglioni/aree visitare, dato che la superficie è vasta e le aree specialistiche molto popolate. Focalizzati su 2‑3 temi prioritari (es. efficienza energetica, digitalizzazione, layout moderno) per evitare di disperdere risorse. Approfitta delle sessioni formative e degli eventi: spesso le intuizioni più importanti vengono non tanto dal “prodotto” quanto dal “come lo si usa nel contesto”. Raccogli contatti, scambia idee con altri operatori: la fiera è tanto vetrina quanto occasione di confronto. In sintesi: HostMilano 2025 è una tappa obbligata per chi opera nel mondo del food service, della ristorazione e dell’ospitalità. Offre una panoramica completa delle trasformazioni in atto — tecnologiche, di modello di business, di esperienza utente — e al contempo una piattaforma concreta per generare opportunità. Se vuoi, posso preparare un focus dettagliato su 5 innovazioni emerse in questa edizione (con aziende, prodotti e applicazioni) che possono interessare direttamente il canale HoReCa.
Autore: Cinzia Tattini 15 ottobre 2025
Nella splendida cornice del Premio Mia Martini 2025 , tenutosi nella suggestiva città di Scalea, la musica ha aperto le porte a un'altra forma d’arte capace di emozionare e raccontare: la cucina. A ricevere il prestigioso Premio “La Mia RaViola”, pensato in onore di Mia Martini, è stato lo Chef Rocco Gerundino , interprete sensibile e creativo della cucina calabrese, che ha saputo fondere tradizione, innovazione e prodotti autentici della terra di Calabria in un piatto simbolico, identitario e profondamente evocativo. I l premio, istituito da La Gazzetta del Food su iniziativa di Chef Gregori Nalon , dell’e ditrice e giornalista Maria Giovanna Labruna , e con il sostegno del Patron del Premio Mia Martini, Nino Romeo, nasce con l’intento di celebrare anche l’arte gastronomica nel cuore di un evento da sempre dedicato alla musica e alla cultura. “Questa ravVola è un omaggio alla terra di Calabria, in onore di Mia Martini”, ha dichiarato Labruna. “Premiare Gerundino significa premiare un gesto che si fa piatto, storia e identità.” Una raViola che racconta il Mediterraneo Il piatto protagonista è una raViola alle mandorle, ripiena di pesce spada e patata viola: un’armonia di colori, sapori e consistenze che racchiude l’anima del Mediterraneo e l’essenza della Calabria. Realizzata con ingredienti locali, questa creazione è espressione di un perfetto equilibrio tra radici e innovazione, esaltando la materia prima attraverso una visione gastronomica moderna e profondamente rispettosa del territorio. Cultura e sapori in omaggio a Mia Martini La serata, realizzata in collaborazione con la Regione Calabria, è stata condotta da Claudia Cesaroni e Marco Guacci, due volti noti della scena radio-televisiva. La direzione artistica, affidata al Maestro Franco Fasano , ha saputo intrecciare musica, emozioni e riflessioni, in un evento che ha reso omaggio alla grande Mia Martini, simbolo di arte e autenticità. Tra lunghi applausi e momenti di intensa partecipazione, la manifestazione ha dimostrato ancora una volta che musica e cucina, come tutte le forme d’arte vere, hanno il potere di unire, raccontare e toccare il cuore. Un meritato riconoscimento per Chef Rocco Gerundino, che con la sua raViola ha saputo trasformare gusto e memoria in un autentico atto d’amore per la terra di Calabria, nel segno indelebile di Mia Martini..
Autore: Chef Gregori Nalon 15 ottobre 2025
La Festa Nazionale del Cuoco si è da poco conclusa e, anche se non ero fisicamente presente, ho seguito con grande attenzione – e con sincema emozione – ogni momento, ogni passo, ogni piatto raccontato. Perché quando la nostra comunità si ritrova, io mi sento comunque parte di quella fiamma che arde nei cuori e nei fornelli di chi ama davvero questo mestiere. Dal 11 al 14 ottobre, il più importante evento dedicato alla cucina italiana ha riunito oltre mille partecipanti tra cuochi professionisti, delegazioni italiane e internazionali, operatori del settore e appassionati. Il risultato? Un mosaico di tradizione, innovazione e cultura che ha acceso le strade, le piazze e l’anima di un territorio ricco di storia gastronomica. L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana Cuochi (FIC) insieme all’Unione Regionale Cuochi Liguri, ha coinvolto 120 associazioni provinciali, 20 unioni regionali e numerose delegazioni straniere. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è la volontà condivisa di valorizzare le eccellenze italiane, anche attraverso gesti concreti. Uno di questi è stata la firma del protocollo d’intesa tra Gal Fish Liguria e i Cuochi Liguri per promuovere il pescato locale: un patto tra cucina e sostenibilità che guarda al futuro con responsabilità. La cucina di strada ha avuto uno spazio centrale, con la Liguria e sei Regioni ospiti – Piemonte, Trentino-Alto Adige, Umbria, Emilia-Romagna, Basilicata e Calabria – protagoniste di una narrazione autentica fatta di prodotti, gesti e profumi. Significativa anche la Premiazione del Premio Ferrer, che ha messo in luce la creatività dei cuochi liguri alle prese con i piatti della tradizione. Una sfida bella, seguita anche sui canali social, che mostra quanto la cucina possa essere un ponte tra generazioni e linguaggi. Tra tutti i momenti, uno in particolare ha catturato la mia attenzione: la Giornata dei Cuochi, celebrata con una sfilata silenziosa e solenne di oltre 500 cuochi in divisa. Un gesto potente, carico di significato, culminato con la Santa Messa nella Cattedrale di San Lorenzo, celebrata dal Cardinale Marco Tasca. Anche da lontano, ho sentito il peso e la bellezza di quel cammino. Ho visto volti, divise, storie camminare insieme. E ho pensato che, in quel passo collettivo, ci fosse tutto: orgoglio, appartenenza, rispetto. Questa giornata non è una semplice celebrazione, ma una testimonianza silenziosa e concreta di chi siamo davvero. Noi cuochi non lavoriamo solo tra i fornelli. Portiamo valori. Costruiamo memoria. Raccontiamo il mondo attraverso il cibo. La divisa da cuoco non è un simbolo di status, ma di responsabilità. E si onora ogni giorno, con passione, dedizione e cura. In serata, la Cena di Gala ha portato l’alta cucina nella splendida cornice del Palazzo Ducale, dove i Cuochi Liguri, insieme al progetto Genova Gourmet, hanno costruito un’esperienza sensoriale a più voci: piatti d’autore, prodotti di eccellenza e una mixology ricercata hanno raccontato un territorio che sa stupire. Il giorno successivo, il 14 ottobre, la presenza dello chef Enrico Bartolini, unico italiano con 15 stelle Michelin, ha dato spessore al confronto sul futuro del mestiere. La sua partecipazione a una tavola rotonda, il Buffet delle Regioni, i tour tra le Botteghe Storiche e il workshop all’Istituto Alberghiero Marco Polo hanno reso quella giornata un crocevia di stimoli, idee e ispirazione. La Festa Nazionale del Cuoco ha raggiunto e superato i suoi obiettivi: Ha promosso un territorio come eccellenza gastronomica italiana Ha valorizzato i prodotti tipici con degustazioni e show cooking Ha favorito relazioni tra professionisti del settore Ha proposto riflessioni autentiche sul ruolo del cuoco nella società contemporanea Per me, è stato emozionante vedere da fuori una comunità così viva, coesa, determinata. Non serve esserci fisicamente per sentirsi parte di un evento come questo. Basta crederci davvero. La cucina è questo: una comunità in cammino, che non dimentica le proprie radici ma ha lo sguardo fisso sull’orizzonte. La Festa del Cuoco ci ha ricordato che non cuciniamo solo per nutrire. Cuciniamo per raccontare, accogliere, tramandare. E lo facciamo, ogni giorno, con la stessa fiamma che arde nelle cucine di tutto il mondo. Anche da lontano, io c’ero. E ne sono orgoglioso.
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