Al via a Paestum il Salone della Dieta Mediterranea
Redazione • 22 maggio 2024

Da venerdì 24 a domenica 26 maggio al NEXT – Nuova Esposizione Ex Tabacchificio, al borgo Cafasso di Capaccio – Paestum (Sa), si terrà la terza edizione del DMED – Salone della Dieta Mediterranea.
La terza edizione del DMED sarà caratterizzato da talk istituzionali, workshop, degustazioni, cooking show, gare di cucina, presentazione di libri, approfondimenti scientifici e tanto altro. Eventi che vedranno coinvolti talent della TV, Maria Grazia Cucinotta, Roberta Giarrusso e Tinto, maestri pasticceri, Sal De Riso, Chef Gregori Nalon e Tommaso Foglia, maestri pizzaioli come Errico Porzio, chef, Federico Fusca, Luca Pappagallo e Roberto Valbuzzi, giornalisti, Maria Giovanna Labruna,
Gioacchino Bonsignore e Luciano Pignataro, poi istituzioni, consiglieri regionali, rappresentanti di istituzioni locali, regionali, nazionali e tanti altri ancora.
Il progetto DMED è organizzato dal Consorzio Edamus e vede il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Regione Campania, della Regione Basilicata, della Regione Calabria, la Regione della Sicilia e della Provincia di Salerno, di Italia Ortofrutta, di Confindustria. Oltre alla partnership con Legambiente e Poste Italiane e con diverse fondazioni nazionali, all’interno del DMED 2024 si vedrà la presenza istituzionale del Parco archeologico di Paestum e Velia ed anche del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Animerà la manifestazione l’Associazione Borghi Autentici d’Italia con circa 30 espositori provenienti da tutta Italia.
“L’obiettivo dell’edizione 2024 del DMED è di elevare ulteriormente gli standard di una iniziativa che il consorzio Edamus ha pensato per la valorizzazione della dieta mediterranea a beneficio della collettività. Ogni ragionamento sullo stile di vita Dieta Mediterraneo deve diventare sempre più ampio e aperto, raggiungendo nel tempo anche tutte le altre comunità emblematiche”, ha dichiarato in merito proprio il Presidente del Consorzio Edamus Emilio Ferrara.
Partendo dalla comunità emblematica del Cilento, il Salone è la manifestazione di respiro nazionale sulla Dieta Mediterranea. Un vero e proprio forum sullo stile di vita mediterraneo che nasce come collettore delle esperienze sul tema della dieta mediterranea, oggetto di confronto a Paestum tra il 24 e il 26 maggio. Oltre a parlare di cibo, di buona agricoltura, di pesca sostenibile, di culture e tradizioni, di ambiente e territori, largo spazio sarà dato al confronto scientifico sul tema. Il centro studi dieta mediterranea “Angelo Vassallo” del Comune di Pollica presenterà il ciclo di incontri “MED TALK – Dialoghi con la Scienza”, guidato dall’esperta internazionale di politiche alimentari ed educazioni dei buoni stili di vita Sara Roversi, un’opportunità unica per esplorare gli aspetti scientifici e culturali della Dieta Mediterranea. Le attività scientifiche del Salone saranno coordinate dal centro studi secondo un filo conduttore che mette insieme CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e diverse università del centro sud Italia tra le quali Università di Salerno, Università di Napoli Federico II e Università della Basilicata. Il salone sarà arricchito anche da altre iniziative scientifiche legate alla “Scuola Medica Salernitana: precetto nutrizionale” con la Fondazione Scuola Medica Salernitana presieduta dall’onorevole Enrico Indelli e con Guglielmo Borsellino, presidente della Fondazione Trotula – Centro Studi di Medicina Preventiva.
Il DMED è l’evento che offre la visione omnicomprensiva degli aspetti preminenti di uno stile di vita esemplare divenuto patrimonio UNESCO.
Fra gli obiettivi dell’edizione di quest’anno c’è la presentazione del Manifesto della Dieta Mediterranea, strumento annunciato già durante la scorsa edizione, utile a definire da un lato ed allargare dall’altro gli orizzonti della Dieta Mediterranea.
Il progetto DMed – Salone della Dieta Mediterranea – trae la propria ispirazione dalla consapevolezza del valore rappresentato dalla Dieta Mediterranea per lo sviluppo sostenibile dei territori, alla luce del riconoscimento quale patrimonio immateriale Unesco.
L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di promuovere, in chiave innovativa ed inclusiva, i valori dello stile mediterraneo di tutto il bacino italiano che affaccia sul Mare Nostrum. Parliamo di tutto ciò che riguarda l’attivazione di relazioni virtuose e solidali, della produzione sostenibile di cibo, della tutela della biodiversità, del rispetto della terra e dell’ambiente, dei ritmi naturali delle genti, della valorizzazione delle tradizioni in chiave innovativa, delle eccellenze e delle tipicità.
Grande novità di quest’anno è la prima edizione italiana del Campionato della Pasta Fatta a mano, evento dedicato al patrimonio culturale ed enogastronomico dell’Italia intera: la pasta fresca fatta a mano. Il progetto “Campionato della Pasta fatta a mano” è realizzato da BTL Prod srl, in coproduzione con il Consorzio Edamus e che vede già il supporto di partner di rilievo come la Fondazione Vincenzo Agnesi dedicata alla valorizzazione della pasta italiana nel mondo, della scuola di alta formazione In Cibum e dell’azienda Molini Pizzuti.
Moltissime inoltre le manifestazioni di interesse provenienti dal mondo istituzionale, degli operatori del food, del turismo, della cultura e dello sviluppo dei territori. Oltre ai rappresentanti istituzionali dell’AIC – Associazione Italiana Cuochi, l’AMPI – Accademia maestri pasticceri italiani e l’Accademia Nazionale Pizza DOC, saranno presenti:
Luigi D’Eramo, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente della Regione Campania
Nicola Caputo, Assessore all’agricoltura della Regione Campania
Fabio Leone, Dirigente del Servizio Qualità e Marketing Brand Sicilia, Regione Siciliana, Assessorato Regionale dell”Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Dipartimento Regionale dell’ Agricoltura
Gianluca Gallo, Assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria
Alessandro Galella, Assessore Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata
Gennaro Velardo, Presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale
Franco Alfieri, Sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno
Stefano Pisani, referente della comunità emblematica italiana del Cilento e sindaco di Pollica
Giuseppe Coccorullo, Presidente del Parco del Cilento e del Vallo di Diano
Tiziana D’Angelo, Direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia
Michelina Ruocco, Dirigente Centro Nazionale di Ricerca(CNR)
l’attrice Maria Grazia Cucinotta, la sua partecipazione è legata alla presentazione ufficiale della serie tv “Mediterranean Melodies”;
Roberta Giarrusso, attrice e personaggio televisivo;
Salvatore De Riso, Presidente dell’AMPI e maestro pasticcere italiano;
Gioacchino Bonsignore, giornalista Tg5 Mediaset;
Federico Fusca, chef e food influencer
Roberto Valbuzzi, chef e volto di“Cortesie per gli Ospiti”
Tommaso Foglia, maestro pasticcere e volto di “Bake Off Italia”
Luca Pappagallo, cuoco e personaggio TV
Errico Porzio, maestro pizzaiolo in collaborazione con l’Accademia Nazionale Pizza Doc.
La manifestazione, oltre a tutte le attività scientifiche ed istituzionali, sarà arricchita da spazi di convivio e relazione, nell’ambito del giardino mediterraneo con la degustazione di tipicità della dieta mediterranea, spettacoli itineranti, musicali e di comicità, con molti gruppi di musica popolare proveniente da ogni parte di Italia.
Il DMED 2024 sarà l’occasione per andare oltre, per approfondire i temi legati all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU, per la cura e la salvaguardia del nostro Pianeta. In particolare, l’attenzione sarà posta sulla “Partnership”, uno dei cardini del programma di azione nonché una delle 5P alla base di ogni indicazione di crescita dell’Agenda 2030, insieme a “Persone”, “Pianeta”, “Pace”, “Prosperità”.
Durante la presentazione ufficiale dello scorso 14 maggio a Paestum erano presenti diverse istituzioni. Dapprima è intervenuto Giuseppe Coccorullo, Presidente del Parco del Cilento: “L’area del Parco del Cilento è il luogo in cui la dieta mediterranea è stata codificata e poi diffusa in tutto il mondo. Una manifestazione come il DMED è utile a valorizzare la nostra identità, la nostra cultura e le tante eccellenze che provengono dal nostro territorio. Per noi è motivo di orgoglio essere la terra da cui si è partiti per lanciare uno stile di vita sano, in linea con la salvaguardia dell’ambiente e con i tempi naturali delle stagioni. È fondamentale valorizzare la nostra identità e la nostra cultura per tramandarle alle future generazioni”. A seguire Gennaro Velardo Presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale: “Come Italia Ortofrutta Unione nazionale sosteniamo il Consorzio Edamus in questa importante iniziativa, in quanto il mondo dell’ortofrutta attraverso il DMED ha la possibilità di valorizzare l’enorme lavoro e la grande qualità delle produzioni agricole italiane. È un lavoro di promozione e valorizzazione che ci consente di celebrare l’attività agricola in tutti i suoi aspetti. Un patrimonio da tutelare assieme al rispetto per l’ambiente”. E ha concluso Tiziana D’Angelo Direttrice del Parco archeologico di Paestum e Velia: “Realizzare il salone della dieta mediterranea per raccontare lo stile di vita (δίαιτα) virtuoso nel cuore della Magna Grecia è una grande occasione per valorizzare il patrimonio storico ed archeologico dei parchi archeologici di Paestum e Velia. Attraverso la dieta mediterranea e il tema della partnership, focus dell’edizione di quest’anno, si determina l’incontro tra patrimoni Unesco, per promuovere cultura, benessere, tradizioni e storia millenaria”.
Sponsor tecnici di quest’anno che hanno riconosciuto nel Salone un valore per la valorizzazione dei propri brand sonoi Paolozza Arredamenti e grandi impianti con il supporto di Angelo Po Grandi cucine, De Luca Attrezzature per la ristorazione con il supporto di Zwilling Ballarini ed Industria Grafica FG.
Novità per la comunicazione di questa edizione saranno Radio Dmed e DmedTv che racconteranno l’evento in diretta. Radio Dmed, la radio del Salone della Dieta Mediterranea, sarà una postazione radio dedicata per raccontare in diretta gli appuntamenti, le curiosità e tutti gli eventi del DMED 2024. Radio DMED si avvarrà della direzione di Lucio Rossomando di RadioRcs75, in collaborazione con Radio Club91, Radio One, Canale 100, Radio Crt, Radio Potenza Centrale e TeleOne16.

In una serata in cui il Cinema ha incontrato l’anima più autentica del territorio, il Vesuvius Film Festival , dedicato al genio immortale di Federico Fellini, ha acceso i riflettori non solo sul grande schermo, ma anche sull’eccellenza gastronomica partenopea. La brigata protagonista dell’evento ha avuto l’onore di firmare la Cena di Gala riservata agli illustri ospiti della serata: artisti e attori pluripremiati in Italia e all’estero, fino a Los Angeles, protagonisti di cortometraggi girati nella amata Campania. Tra i momenti più significativi, l’incontro con gli autori e i protagonisti di opere premiate come “Mozzarella”, cortometraggio simbolo di identità, radici e talento. Un menù che racconta Napoli La Cena di Gala è stata concepita come un autentico racconto gastronomico, un viaggio sensoriale attraverso i sapori più rappresentativi della tradizione partenopea, interpretati con eleganza, rispetto e uno sguardo contemporaneo. Antipasto Salumi artigianali di nicchia firmati I Mandriani, con picagna e bresaola impreziosite da colatura di alici, raffinato omaggio al mare campano. Primo piatto Pacchero al ragù napoletano con salsiccia affumicata, espressione autentica della cucina di casa, simbolo di convivialità e memoria. Secondo piatto Spezzatino di fassona con ribes nero e cannella, adagiato su crema di zucca e petali di zucca brasata, in un equilibrio armonico tra intensità, delicatezza e ricerca. Dessert A chiudere la serata, la Delizia ai Limoni di Amalfi, emblema di freschezza, luce e identità territoriale. La brigata: il cuore pulsante dell’evento A rendere possibile questa esperienza gastronomica è stata una brigata affiatata, competente e profondamente appassionata, capace di trasformare una cena di rappresentanza in un momento memorabile. La brigata di cucina: • Giovanna Cuomo • Salvatore Auletta • Ubaldo Pucillo • Nicola De Falco • Adele Camerlengo Professionisti che hanno operato in perfetta sinergia, mettendo tecnica, sensibilità e amore per la cucina al servizio dell’evento e dei suoi ospiti. Un incontro tra Arte e Identità La serata ha rappresentato molto più di una Cena di Gala: è stata la celebrazione di un legame profondo tra cinema, cultura e territorio, tra visione artistica e tradizione culinaria. Un palcoscenico d’eccellenza in cui la Campania ha saputo raccontarsi con orgoglio, emozione e grande professionalità. Perché, proprio come il grande Cinema, anche la cucina sa lasciare il segno. Articolo a cura della Redazione.

Nel panorama gastronomico italiano ed europeo, stanno emergendo con sempre maggiore forza realtà capaci di integrare la pasticceria artigianale con piccole torrefazioni di caffè, dando vita a veri e propri hub sensoriali in cui dolce e caffè dialogano attraverso proposte curate, identitarie e ad alto valore aggiunto. Questo modello risponde a una domanda crescente di autenticità, qualità e storytelling, elementi ormai centrali nelle scelte dei consumatori contemporanei. Trend di mercato: dolce e caffè in sinergia Il mercato dei dolci e della pasticceria artigianale continua a mostrare segnali di vitalità. Secondo i dati dell’Osservatorio Sigep, la categoria dessert è cresciuta del 6% in Europa e del 2,3% in Italia negli ultimi dodici mesi, sostenuta da un interesse sempre più marcato verso prodotti artigianali, creativi e legati al territorio. Parallelamente, il comparto del caffè sta vivendo una fase di profonda evoluzione: il consumo si orienta verso miscele premium e caffè di qualità, con una particolare attenzione alla provenienza del chicco e ai processi produttivi. Le torrefazioni italiane registrano infatti un incremento delle esportazioni del +22% verso i mercati asiatici, trainato dalla domanda di prodotti autentici e fortemente identitari. La torrefazione artigianale rappresenta oggi uno dei segmenti più dinamici del settore. Le realtà di dimensioni contenute si distinguono per la capacità di valorizzare: le origini del caffè, la tracciabilità della filiera, profili aromatici complessi e riconoscibili. Questi elementi incontrano le aspettative di un consumatore sempre più consapevole ed esigente e favoriscono un’integrazione naturale con la pasticceria artigianale, dando vita a abbinamenti dolce–bevanda di alto livello, capaci di elevare l’esperienza complessiva. L’unione tra produzione dolciaria e tostatura interna del caffè consente di ottenere benefici concreti: Un’esperienza cliente distintiva, in cui la lavorazione artigianale diventa parte integrante del momento di consumo. Una brand identity forte, capace di differenziarsi dai format tradizionali di bar e caffetteria. Maggiore marginalità, grazie alla proposta di prodotti premium, dalle specialità di pasticceria ai blend di caffè personalizzati. Valorizzazione del locale come luogo di cultura gastronomica, non solo come spazio di consumo rapido. Cokito: un modello di eccellenza italiana In questo scenario si inserisce in modo autorevole Cokito, realtà che da oltre 40 anni rappresenta un’eccellenza calabrese nel mondo del caffè artigianale. L’azienda incarna perfettamente il modello integrato di qualità, competenza e visione. Guidata oggi dalla nuova generazione, sotto la direzione di Marisa Manna, Cokito continua a portare avanti gli ideali del fondatore Domenico Angiuli, con uno sguardo rivolto al futuro. La crescita dell’azienda è sostenuta da un team in continua evoluzione, formato e coinvolto in ogni fase del processo produttivo. Cokito segue internamente tutte le fasi della filiera: ricerca e selezione della materia prima, tostatura del caffè, distribuzione del prodotto finito, con l’obiettivo di garantire la miglior tazzina di caffè possibile. La conoscenza, la formazione continua e la condivisione del know-how sono valori centrali, trasmessi a collaboratori e professionisti del settore affinché ciascuno si senta parte integrante della famiglia Cokito. Elemento distintivo dell’azienda è il lavoro dei Mastri Tostatori, veri custodi dell’arte della miscelazione e della tostatura. La selezione di caffè provenienti da origini differenti e il delicato processo di arrostimento definiscono il carattere unico delle miscele Cokito. Durante la tostatura, il chicco attraversa continui mutamenti chimico-fisici che richiedono massima attenzione, esperienza e sensibilità. Al termine del processo, ogni lotto viene sottoposto a rigorosi test di assaggio per garantire costanza qualitativa, equilibrio aromatico e riconoscibilità del prodotto. Con la crescita dell’export del caffè artigianale italiano e l’espansione internazionale delle pasticcerie di qualità, il modello di pasticceria con torrefazione integrata è destinato a rafforzarsi ulteriormente nel 2026 e oltre. La valorizzazione delle competenze artigianali, l’attenzione alle materie prime e la costruzione di un’esperienza cliente multisensoriale rappresentano i principali fattori di successo. In questo contesto, Cokito si conferma come interprete autentico del Made in Italy, capace di unire tradizione, innovazione e cultura del gusto, promuovendo l’eccellenza italiana anche sui mercati internazionali.

Montagna, ghiacciai e cultura del cibo: l’Italia celebra un patrimonio fragile e prezioso L’11 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, lo sguardo del mondo torna sulle vette che custodiscono un patrimonio naturale e culturale di valore inestimabile. Le montagne non sono soltanto paesaggi mozzafiato: sono ecosistemi delicati, territori di identità profonde, luoghi in cui l’uomo ha imparato a convivere con la natura sviluppando tradizioni, saperi e una cucina capace di raccontare secoli di resilienza. Tra i simboli più intensi della montagna ci sono i ghiacciai, vere “sentinelle del clima”. Oggi il loro arretramento è un allarme globale: custodiscono risorse idriche fondamentali, influenzano gli equilibri ambientali e testimoniano i cambiamenti climatici in atto. Proteggerli significa proteggere la biodiversità, l’agricoltura di quota e le comunità che vivono grazie alle loro risorse. Il rispetto della montagna passa anche dai comportamenti quotidiani: percorrere i sentieri con attenzione, ridurre l’impatto ambientale del turismo, sostenere pratiche agricole tradizionali e piccoli produttori che mantengono vivo il paesaggio culturale delle terre alte. Il cibo di montagna: un’eredità culturale che parla di identit à La vita in quota ha forgiato una gastronomia autentica, nata dalla necessità e divenuta oggi una delle espressioni più riconoscibili del territorio. Le cucine di montagna – dalle Alpi agli Appennini – raccontano una storia fatta di materie prime essenziali, lavorazioni antiche e sapori netti. Formaggi d’alpeggio, burri profumati, salumi affumicati, zuppe nutrienti, polente, erbe spontanee, funghi e castagne: ogni piatto narra un rapporto intimo con l’ambiente, con la stagionalità e con la ritualità del lavoro agricolo. Queste ricette non sono solo tradizioni gastronomiche: sono un modo per preservare l’identità dei piccoli borghi, sostenere l’economia locale e difendere una biodiversità che oggi rischia di perdersi. L’Italia e l’UNESCO: un riconoscimento alla cultura del cibo Il recente inserimento della cucina italiana nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO rappresenta un riconoscimento al valore sociale e comunitario del nostro modo di produrre e condividere il cibo. La montagna ha un ruolo decisivo all’interno di questo patrimonio: molte delle eccellenze italiane nascono proprio nelle terre alte. Pensiamo ai formaggi d’alpeggio a latte crudo, ai vini eroici coltivati su pendii estremi, ai pani di lunga conservazione, alle carni conservate con tecniche tramandate da generazioni. Sono prodotti che parlano di sostenibilità, di adattamento, di creatività e di un legame profondo con l’ambiente. La montagna contribuisce così a definire l’immenso mosaico gastronomico italiano, rendendolo unico al mondo. La Giornata Internazionale della Montagna invita a riflettere su quanto questi territori siano preziosi e vulnerabili. Difendere le montagne significa difendere le comunità che le abitano, la memoria culturale, i paesaggi e il cibo che da essi prende vita. Oggi più che mai, la tutela della montagna è una responsabilità condivisa: un impegno verso le generazioni future e verso un patrimonio che ci rappresenta.

New Delhi, 10 dicembre 2025. L’Italia scrive una pagina destinata a rimanere impressa nella memoria culturale del Paese: la cucina italiana è stata ufficialmente riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Una proclamazione attesa, desiderata, costruita nel tempo con determinazione e visione, e annunciata oggi durante la sessione plenaria del Comitato intergovernativo . Un traguardo che non premia un singolo piatto, né una tecnica in particolare, ma l’intero universo gastronomico italiano: una rete di pratiche, saperi, gesti quotidiani e rituali che definisce da secoli l’identità del nostro popolo. Un patrimonio vivo: l’Italia raccontata attraverso la sua cucina La decisione dell’UNESCO mette al centro un concetto semplice quanto rivoluzionario: la cucina italiana non è solo cibo. È educazione familiare, cultura del convivio, memoria collettiva, rispetto per la materia prima e per il territorio, tramandati attraverso generazioni. Dai pranzi della domenica alle mani che impastano pasta fresca, dalle ricette custodite nei quaderni delle nonne alle evoluzioni contemporanee degli chef: tutto concorre a formare un ecosistema gastronomico unico, capace di unire regioni, storie e tradizioni diverse in un linguaggio condiviso. Dietro il riconoscimento c’è un percorso complesso, frutto di cinque anni di ricerca, consultazioni e lavoro culturale. Tra i protagonisti di questa lunga marcia, spicca il contributo delle istituzioni, delle associazioni gastronomiche storiche e delle comunità del cibo. Un ruolo fondamentale è stato quello della direttrice de La Cucina Italiana, Maddalena Fossati Dondero, che ha saputo trasformare un’idea in un movimento culturale nazionale, sostenendo la candidatura con passione e autorevolezza. Il dossier presentato all’UNESCO ha valorizzato non solo la ricchezza culinaria italiana, ma anche la sua forza sociale: la capacità della cucina di creare legami, includere, educare alla sostenibilità e alla biodiversità. Un riconoscimento che apre nuove prospettive L’ingresso nella lista UNESCO non è un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova responsabilità. Significa tutelare la qualità delle tradizioni, difendere i prodotti del territorio, investire nella formazione e nella trasmissione dei saperi alle nuove generazioni. Dal punto di vista economico e turistico, gli esperti prevedono ricadute significative: il marchio UNESCO rafforzerà il ruolo dell’Italia come capitale mondiale della gastronomia, con un prevedibile incremento del turismo enogastronomico e dell’interesse internazionale verso le filiere alimentari italiane. La proclamazione dell’UNESCO non celebra soltanto una cucina, ma un modo di vivere. La cucina italiana è un patrimonio che si costruisce ogni giorno nelle nostre case, nelle trattorie, nelle scuole, nei mercati, nei campi. Un patrimonio fatto di autenticità, creatività e rispetto: valori che, oggi più che mai, dobbiamo proteggere. Con questo riconoscimento, l’Italia non conquista solo un titolo prestigioso. Rafforza la propria identità culturale e rinnova l’impegno a preservare un’eredità che appartiene al passato, ma soprattutto al futuro.

Ho scelto di creare una pizza low carb con l’intento di coniugare il piacere di un piatto iconico della nostra tradizione culinaria con un approccio alimentare più equilibrato. L’obiettivo era dimostrare che è possibile gustare una pizza saporita e appagante senza un eccessivo apporto di carboidrati, mantenendo così un miglior controllo dell’energia quotidiana e valorizzando la qualità degli ingredienti. Una scelta nata dalla volontà di proporre un’alternativa leggera, inclusiva e adatta a chi segue un’alimentazione bilanciata, senza rinunciare al gusto e alla convivialità che solo una vera pizza sa offrire. La ricerca della combinazione perfetta non è stata immediata: ho sperimentato diverse farine e miscele prima di individuare quella in grado di avvicinarsi, per gusto, consistenza e lavorabilità, all’impasto tradizionale. Un percorso fatto di prove, studio e continui aggiustamenti, sostenuto dalla convinzione che fosse possibile ottenere una base innovativa ma rispettosa della memoria gustativa della pizza italiana. In linea con il mio percorso accademico in biologia, il mio obiettivo era creare un impasto che rispondesse alle esigenze di chi segue una dieta ipocalorica, ma che potesse adattarsi anche a necessità più specifiche: un’alternativa adatta a chi deve tenere sotto controllo la glicemia, a chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile o altre sensibilità intestinali. Una ricetta pensata per essere digeribile, nutrizionalmente equilibrata e realmente innovativa, senza compromessi sul sapore.

Il Gran Galà “La Mia Raviola” ha illuminato Amendolara con una serata elegante e sentita, dedicata alle eccellenze gastronomiche del territorio e al dialogo sulla cucina contemporanea. Un appuntamento che ha unito degustazioni, riflessioni e confronti costruttivi grazie alla presenza di istituzioni, professionisti e grandi interpreti dell’arte culinaria. A inaugurare l’evento, il sindaco Maria Rita Acciardi, insieme all’intera giunta comunale, ristoratori e imprenditori locali, che hanno saputo creare un clima di autentica ospitalità e appartenenza. Protagonista anche La Gazzetta del Food, rappresentata dall’editrice e direttrice Maria Giovanna Labruna e da Chef Gregori Nalon, cooking strategist e fondatore della testata, la cui partecipazione ha impreziosito il confronto culturale e gastronomico. Momento centrale della serata, l’omaggio a Chef Rocco Gerundino, vincitore del Premio La Mia Raviola: un riconoscimento meritato per la sua capacità di trasformare la tradizione in emozione, con una cucina che racconta identità, tecnica e sensibilità. Accanto a lui, hanno arricchito il dibattito e la degustazione gli chef Biagio Girolamo, Domenico Guarino (tesoriere URCC) e Carmelo Fabricatore (presidente URCC), confermando il valore della brigata calabrese nel panorama gastronomico nazionale. In fine l’intervento del giornalista Andrea Berardi, l’incontro ha assunto un tono ancora più ricco e stimolante. Berardi, forte della sua lunga esperienza nel settore dell’informazione, ha offerto una lettura lucida e approfondita dei temi trattati, mettendo in evidenza aspetti spesso trascurati dal dibattito pubblico. La sua analisi, chiara e diretta, ha contribuito a creare un confronto vivo e partecipato. La serata si è conclusa con una raffinata degustazione di prodotti tipici del territorio, esaltati da interpretazioni creative che hanno ribadito la ricchezza della cultura agroalimentare locale. Dal Gran Galà è nata inoltre la nuova Fiera del Gusto di Amendolara, appuntamento che debutterà nell’estate 2026: una manifestazione pensata per celebrare sapori, saperi e tradizioni, e per proiettare il territorio verso nuove opportunità di valorizzazione e turismo enogastronomico. Un evento che non solo ha premiato l’eccellenza, ma ha posto le basi per un progetto ambizioso e condiviso, nel segno della qualità e della visione.


