Autore: Teresa De Petro 29 aprile 2025
Cresce la ‘Puglia agroalimentare in etichetta’ grazie a 788 prodotti venduti in iper e supermercati che hanno aumentato del +7,3% il valore delle vendite, raggiungendo i 190 milioni di euro, un successo del regionalismo a tavola, frutto anche delle battaglie di Coldiretti condotte sul fronte della garanzia della tracciabilità, dell’origine e della sicurezza alimentare a beneficio dei consumatori, con il boom del regionalismo a tavola. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia sugli ultimi dati Osservatorio Immagino della Nielsen, con le buone performance dei vini Igp/ Igt, delle passate di pomodoro e delle mozzarelle. E’ svolta tricolore dunque nei consumi alimentari dei cittadini che privilegiano sugli scaffali la qualità Made in Italy – aggiunge Coldiretti Puglia – spingendo sugli acquisti familiari delle indicazioni geografiche europee di origine, con la Dop e IG Economy pugliese che vale quasi 680 milioni di euro. Ciò ha spinto anche la spesa diretta dall’agricoltore per la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero e di qualità. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte. La Puglia, regione che vanta numerosi primati produttivi nell’agroalimentare – dice Coldiretti Puglia – ha dovuto imparare a difendersi dagli agropirati con l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto in etichetta e il brand ‘Puglia’ ha acquistato spazio e autorevolezza negli anni, con i consumatori sempre più attenti all’etichetta e all’acquisto consapevole di cibo prodotto in Puglia e non importato dall’estero e spacciato per pugliese. Da qui l’iniziativa di Coldiretti con il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella Ue. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori Per sostenere la campagna è stata lanciata “Tutto in etichetta”, la prima serie podcast dedicata alla spesa degli italiani, pensata per orientare i cittadini meglio nella lettura dell’etichetta e nelle proprie scelte alimentari, promossa da Coldiretti e realizzata da Chora Media. Il podcast è pubblicato sulle principali piattaforme di ascolto Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Youtube Music, oltre che sul sito di Coldiretti (www.coldiretti.it) e di choramedia. La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà però essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli comunitari in termini di utilizzo di pesticidi, rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Né è possibile lasciare spazio a forme di etichettatura ingannevoli, come il Nutriscore che, come rilevato anche da Hansen, penalizza le eccellenze Made in Italy e promuove paradossalmente i cibi ultra-formulati. Foto WEB
Autore: La Redazione 29 aprile 2025
Da martedì 1 aprile, alle ore 21.00, il palinsesto di Tv Luna si è arricchito di un programma imperdibile: "A Cena con la Luna". Questo innovativo format, ideato dalla talentuosa giornalista e vocalist Ida Piccolo, dal dinamico giornalista Antonio D'Addio e dalla creativa foodblogger Gemma Caruso, un mix irresistibile di chiacchiere, musica, filmati e, naturalmente, prelibatezze culinarie. In ogni puntata, Ida Piccolo e Antonio D'Addio guidano gli spettatori in un'avventura gastronomica unica, dove il cibo diventa il filo conduttore di storie e risate. Gli ospiti speciali, artisti del calibro del duo comico Enzo e Sal, l’eclettica attrice Maria Bolignano e la talentuosa cantante Monica Sarnelli, protagonisti di una cena che celebra l'arte e la convivialità. Ma non è solo un programma di intrattenimento: "A Cena con la Luna" è un viaggio attraverso la cultura gastronomica campana, con piatti preparati da rinomati executive chef e pastry chef che portano l'eccellenza della cucina locale direttamente nelle vostre case. Ogni episodio è un'esperienza sensoriale che stimola non solo il palato, ma anche la mente, con aneddoti affascinanti, curiosità e sorprese che rendono ogni serata unica. Con un'atmosfera vibrante e accogliente, il programma invita il pubblico a sintonizzarsi per vivere momenti indimenticabili. Gli ingredienti della serata? Il talento degli artisti, la maestria culinaria e la magia della luna che illumina il tutto. Non perdetevi questa straordinaria opportunità di cena e divertimento, un evento che celebra la passione per la buona cucina e l'arte in tutte le sue forme. "A Cena con la Luna" è una produzione di Claudio Malfi Management e un invito a gustare, ridere, e lasciarsi sorprendere ogni martedì sera. Preparatevi a un viaggio indimenticabile all'insegna del buon cibo e del talento artistico!
Autore: In cucina con Gemyy 15 aprile 2025
L'eccellenza della cucina è a portata di mano, basta essere consapevoli di ciò che scegliamo di mangiare. In questo piatto, abbiamo l'opportunità di assaporare solo ingredienti di alta qualità, evitando il cibo “fake”. Saper cucinare è un vero dono e oggi vi proponiamo una ricetta deliziosa: mezzani di Gragnano con besciamella e dadolata di pancetta dolce tostata. Un primo piatto gustoso, perfetto per ogni occasione, dalle cene quotidiane alle festività. Ingredienti per 4-5 persone: - 500 g di mezzani di Gragnano - 150 g di emmental - 80 g di pancetta a dadini - Sale q.b. - Olio extravergine d'oliva q.b. Per la besciamella: - 30 g di burro - 30 g di farina - 500 ml di latte - Sale q.b. Procedimento: 1. Cottura della pasta: Iniziate mettendo sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata. Portate a ebollizione e poi calate i mezzani, cuocendoli al dente. 2. Preparazione della besciamella: Nel frattempo, preparate la besciamella. In un pentolino, sciogliete il burro a fuoco medio. Aggiungete la farina e mescolate con una frusta per ottenere un roux. Versate lentamente il latte, continuando a mescolare per evitare grumi. Cuocete fino a ottenere una consistenza cremosa, quindi aggiustate di sale. 3. Cottura della pancetta: In una padella antiaderente, versate un filo d’olio extravergine d’oliva e aggiungete i dadini di pancetta. Tostateli leggermente fino a renderli croccanti. 4. Unione degli ingredienti: Una volta che la pasta è cotta, scolatela e unitela nella padella con la pancetta. Aggiungete la besciamella e i formaggi, mescolando bene per amalgamare il tutto. Pepate a piacere e fate saltare per qualche minuto. 5. Impiattamento: Servite i mezzani caldi, con la possibilità di ripassarli in forno a 180° per circa 10 minuti per una crosticina dorata. Buon appetito! By Gemma Caruso
Autore: Maria Giovanna Labruna 15 aprile 2025
Roma, 15 aprile 2025 – In tutto il mondo, da Milano a Tokyo, da Buenos Aires a New York, oggi si celebra la prima Giornata Nazionale del Made in Italy, una ricorrenza fortemente voluta per riconoscere e promuovere l’identità, la creatività e la qualità che da sempre contraddistinguono il marchio italiano. La data scelta non è casuale: il 15 aprile del 1452 nasceva Leonardo da Vinci, simbolo indiscusso del genio italiano, capace di coniugare arte, scienza, tecnica e visione. Leonardo rappresenta l’essenza stessa del Made in Italy: una capacità tutta italiana di trasformare la bellezza in progetto, l’intuizione in innovazione, il talento in sistema. E proprio nel nome di questo spirito si tengono oggi oltre 600 eventi in Italia e nel mondo – tra mostre, incontri, talk, laboratori didattici, performance artistiche, degustazioni e visite aziendali – organizzati da ambasciate, istituti italiani di cultura, scuole, università, imprese e associazioni. L’iniziativa è stata istituzionalizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il sostegno della Presidenza del Consiglio, per valorizzare non solo l’eredità culturale e produttiva italiana, ma anche il suo ruolo trainante nel panorama economico internazionale. "Il Made in Italy è il nostro biglietto da visita nel mondo, sinonimo di eccellenza, stile, competenza e sostenibilità", ha dichiarato il ministro Adolfo Urso, durante l’evento inaugurale a Roma. Tra i settori protagonisti: la moda, il design, l’agroalimentare, l’automotive, l’artigianato e la tecnologia. Realtà diverse ma unite da un comune denominatore: l’eccellenza del saper fare italiano, che ancora oggi affascina e conquista mercati globali. E proprio per coinvolgere le nuove generazioni, la Giornata ha visto una forte partecipazione delle scuole: migliaia gli studenti coinvolti in laboratori creativi, visite in aziende simbolo del Made in Italy e incontri con imprenditori e designer. Nel corso della giornata, anche il Quirinale ha voluto rendere omaggio all’iniziativa. In un messaggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato come "il Made in Italy rappresenti un ponte tra la nostra storia e il nostro futuro, un modello di qualità che unisce cultura e impresa, tradizione e innovazione". Ma questa non è solo una giornata celebrativa. È, nelle intenzioni del Governo, un progetto strategico, volto a rafforzare la tutela e la promozione del brand Italia nel mondo. Con una rete di iniziative permanenti, investimenti in comunicazione, tutela della proprietà intellettuale e sostegno alle filiere produttive, la Giornata del Made in Italy vuole essere anche un volano per attrarre talenti e capitali. A oltre cinque secoli dalla nascita di Leonardo, l’Italia guarda avanti, forte della sua storia ma con lo sguardo rivolto al futuro. Perché, come dimostra il successo del Made in Italy, l’arte del fare italiano continua ad essere uno dei patrimoni più ammirati e riconosciuti al mondo.
Autore: La Redazione 15 aprile 2025
● Arrivano la “Colomba Tropicale” della Pasticceria Clivati a Milano, il casatiello e la pastiera del forno Pietro Roscioli a Roma e gli agnelli di pasta di mandorle a Lecce. Milano, 14 Aprile 2025 - Pasqua si avvicina così come il consumo di tutti i prodotti tipici legati a questa irrinunciabile tradizione culinaria italiana perché ciascun territorio conserva il proprio retaggio gastronomico legato alla Pasqua. Tra impasti salati e farciti e dolci tradizionali, forni e pasticcerie di ogni zona della penisola propongono ricette tramandate di generazione in generazione. Come ad esempio la pizza di Pasqua laziale, la Ciaramicola umbra, la pastiera e il casatiello napoletano, la schiacciata di Pasqua toscana, la pardulas sarda, la fugassa veneta e gli agnelli di pasta di mandorle Pugliesi. Come nascono queste eccellenze? In occasione della Pasqua, Deliveroo, la piattaforma leader nell’online food delivery, con oltre 25.000 ristoranti, ha chiesto ai migliori tra propri partner come si stanno preparando alla Pasqua 2025, tra dolci della tradizione e ultimi trend gastronomici che la piattaforma rende accessibili grazie al proprio servizio di delivery. Ecco una panoramica da nord a sud: ● Nord: la Colomba pasquale, nata secondo la tradizione in Lombardia, classico lievitato a base di farina, uova, zucchero e buccia d’arancia, è la regina dei dolci della Pasqua nel nord italia così come Pasticceria Clivati è un punto di riferimento della pasticceria artigianale milanese. Questa “bottega del gusto” si innesta nel solco della tradizione lombarda garantendo la qualità dei dolci tipici del territorio che, se da una parte punta sulla tradizione, dall’altra non smette di stupire una clientela sempre più esigente e variegata. “Quest’anno, grazie al lavoro in sinergia con i nostri pasticceri, è nato il concept “Pasqua Tropicale”, disponibile su Deliveroo, al cui interno sono racchiusi prodotti innovativi e di eccellenza. La colomba tropicale infatti ha un tocco esotico e dal gusto ricercato e vede al suo interno canditi di papaya e ananas e sulla crosta una ricca glassatura puntellata da intere noci pecan. Accanto alla colomba tropicale, per i più golosi, sono disponibili, sempre su Deliveroo, anche l’uovo con cioccolato bianco e pistacchio e cioccolato al latte e nocciola” ci spiega la famiglia Giampietro, proprietaria di Pasticceria Clivati. “Siamo da sempre attenti a soddisfare tutte le generazioni dei nostri clienti, dai nonni che vengono qui di persona per soddisfare il palato dei loro nipoti, i quali invece sono molto più soliti a usare il moderno servizio del delivery”. ● Centro: la tradizione Romana, spesso attinge dalle regioni limitrofe come Umbria e Marche ed è proprio l’origine Marchigiana che permette al Forno Pietro Roscioli all’Esquilino di esprimere tutto il proprio carattere, come racconta Andrea Roscioli oggi al comando dell’azienda fondata da suo padre Pietro: “Dal 2019 collaboriamo in esclusiva con Deliveroo e negli ultimi tempi abbiamo registrato una significativa crescita del fatturato derivante dal delivery, che oggi costituisce una parte consolidata del nostro business. Nel nostro forno, la Pasqua inizia con il salato, a cominciare dal Casatiello, un piatto tipico napoletano che a Roma è diventato un vero e proprio simbolo delle festività. A seguire, la tradizionale Pizza al Formaggio, un must per noi che siamo di origine marchigiana. Avvicinandoci alla Pasqua, ci concentriamo sui dolci tipici. La nostra Colomba è particolarmente apprezzata, proposta in diverse varianti, tra cui quella con scorzetta d’arancia di alta qualità, quella con cioccolato e pera, e quella con albicocca sciroppata e cioccolato fondente al 70%. Un altro dolce molto richiesto è la pastiera, preparata con crema di grano cotto, ricotta fresca, scorzetta d'arancia e una consistenza alta e morbida, che la rendono un’interpretazione molto amata della tradizione pasquale”. ● Sud: gli agnelli di pasta di mandorla sono una delle specialità pasquali tipiche della Puglia, realizzati un tempo dalle monache nei conventi di clausura e che oggi la Pasticceria La Dogana realizza in occasione della Pasqua e rende disponibili sulla piattaforma. “Siamo in esclusiva sulla piattaforma Deliveroo da quasi due anni e l’esperienza è estremamente positiva e quest’anno abbiamo deciso di valorizzare la Pasqua con i nostri prodotti più tipici e autentici, come l’agnello di pasta di mandorla - racconta Romina Leo amministratore dell’azienda - un dolce straordinario realizzato con il 63% di mandorle. Proprio grazie all’elevata percentuale di mandorle, abbiamo ottenuto un prodotto meno dolce rispetto ai prodotti in circolazione con un contenuto ridotto di zuccheri. La farcitura tradizionale è con la “faldacchiera”realizzata con il tuorlo d’uovo pastorizzato, una nota aromatica del liquore Strega, la morbidezza del pan di Spagna e il gusto unico di cotognata. Molto richiesta anche la nostra torta con Colomba artigianale farcita con crema chantilly, un must per i nostri clienti. L’estate resta il periodo di punta grazie agli ordini dai turisti e dagli hotel, ma anche le festività come la Pasqua rappresentano per noi momenti fondamentali per ampliare ulteriormente la nostra clientela”. "La Pasqua è un momento speciale da condividere con famiglia e amici e crescono gli ordini dei prodotti tipici. Grazie a Deliveroo, i nostri clienti possono scoprire e gustare tutte le prelibatezze pasquali ovunque e alla portata di un click” - ha commentato Andrea Zocchi, Managing Director di Deliveroo Italy. "Siamo felici di portare nelle case i prodotti della tradizione italiana che, attraverso la passione dei nostri partner, valorizzano ed esaltano le caratteristiche uniche del territorio. Abbiamo selezionato un partner rappresentativo per ogni area della penisola. Il legame tra Pasqua e delivery è sempre più forte: siamo orgogliosi di essere parte di questa tradizione e offrire un servizio che rende la Pasqua ancora più speciale e gustosa." Nota su Deliveroo Deliveroo è un servizio di consegna pluripremiato fondato nel 2013 da William Shu e Greg Orlowski. Deliveroo collabora con circa 186.000 tra i più amati ristoranti, negozi di alimentari e partner di vendita al dettaglio, nonché con oltre 135.000 rider, per offrire la migliore esperienza di consegna di cibo al mondo. Deliveroo ha sede a Londra e uffici in tutto il mondo. Deliveroo opera in 9 mercati, tra cui Belgio, Francia, Italia, Irlanda, Kuwait, Qatar, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito. Ulteriori informazioni su Deliveroo sono disponibili sul sito web della Società all'indirizzo https://corporate.deliveroo.co.uk/. Per Ulteriori informazioni Nicolò Marcon, ufficio stampa Deliveroo nicolo.marcon@deliveroo.it Emiliano Nivelli - enivelli@eidos.net Mariaclara Nitti - mcnitti@eidos.net
Autore: La Redazione 14 aprile 2025
Cambia il modo di mangiare, cambiano le abitudini, cambiano gli spazi. Se fino a qualche anno fa il pranzo fuori casa era sinonimo di ristorante, bar o tavola calda, oggi il concetto si è completamente trasformato. Il confine tra cucina domestica e offerta professionale si è fatto sottile, e sempre più italiani scelgono piatti pronti acquistati nei supermercati da consumare tra le mura di casa o in ufficio. A trainare questa trasformazione è stato, senza dubbio, il periodo pandemico. In quel contesto, il delivery e il take-away hanno rappresentato una vera e propria ancora di salvezza per la ristorazione. Ma quel modello d’emergenza si è presto trasformato in un’abitudine consolidata, tanto da spingere il mercato verso nuove direzioni. Il nuovo protagonista? Il piatto pronto da banco frigo. Una soluzione pratica, veloce e spesso anche di qualità, che ha trovato spazio sugli scaffali della grande distribuzione e nei frigoriferi dei consumatori. Secondo recenti dati di settore, questo comparto sta crescendo con numeri significativi, sfiorando in Italia il 3,5% del mercato food retail, con un potenziale in espansione che guarda all’Europa, dove Paesi come Francia, Regno Unito e Germania viaggiano già su percentuali ben più alte. Dietro questa tendenza non c’è solo comodità. C’è un cambiamento culturale. Il consumatore moderno cerca esperienze agili, accessibili, compatibili con ritmi frenetici e stili di vita sempre più dinamici. E spesso, quel piatto acquistato al supermercato offre il giusto compromesso tra sapore, rapidità e costo. Una sfida, questa, che il mondo della ristorazione non può permettersi di ignorare. Se da un lato i numeri parlano chiaro, dall’altro resta un punto di forza imbattibile: l’esperienza. Perché nessun banco frigo può replicare l’atmosfera di un locale accogliente, il servizio personalizzato o il piacere di una cena preparata al momento. Il futuro? Sarà sempre più ibrido. Un mix tra consumo digitale, ristorazione esperienziale e soluzioni on the go. Chi saprà interpretare meglio questo equilibrio avrà in mano le chiavi di un mercato in piena trasformazione. Foto Web
Autore: Teresa De Petro 14 aprile 2025
Al via il nuovo bando Agrivoltaico senza il consumo di suolo, quando il 16% della energia rinnovabile consumata nasce dai campi e dalle stalle offrendo un contributo strategico al fabbisogno nazionale grazie all’impiego di biomasse, biogas, bioliquidi e fotovoltaico in grado di raddoppiare. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento al nuovo bando Agrivoltaico, previsto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con le domande che potranno essere presentate, esclusivamente per via telematica, mediante il Portale Agrivoltaico disponibile sul sito del GSE, fino al 30 giugno 2025 con l’obiettivo di incentivare la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi in agricoltura. La misura del PNRR che riconosce un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti innovativi in agricoltura, ha riscosso un ampio successo già con il primo bando. Il 50% dei progetti ammessi sono piccoli impianti di potenza inferiore al MW, sviluppati principalmente in Sicilia, Puglia, Lombardia e Veneto e si sono caratterizzati come progetti presentati da singole aziende agricole. E’ da rilevare che la Puglia è seconda per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con il 9,2% del totale italiano, seconda solo alla Lombardia, produce il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare – aggiunge Coldiretti Puglia - posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili”. Secondo uno studio del Centro Studi Divulga solo utilizzando i tetti di stalle, masserie, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare. E proprio a testimoniare il costrutto della Puglia in termini di energia green, è arrivata la vigna agrivoltaica di comunità, nata dall’idea di coltivare sotto i pannelli fotovoltaici sollevati da terra, che proteggono le vigne allevate, custodite e ombreggiate. E’ stata presentata al Vinitaly da Coldiretti Puglia, CRSFA Basile Caramia di Locorotondo, Università di Agraria di Bari e l’azienda Vigna Agrivoltaica di Comunità l’innovazione sostenibile Made in Puglia, che concilia l’allevamento dei vigneti con l’energia green. La ‘pergola’ agrivoltaica può svolgere numerose funzioni – spiega Coldiretti Puglia – perché riduce lo stress idrico, genera un microclima più fresco, riduce il fabbisogno di acqua per l'irrigazione, protegge dagli eventi climatici estremi, protegge dagli attacchi di malattie quali peronospora e oidio, determina la maturazione dell'uva più lenta e, di conseguenza, ritarda i tempi della vendemmia di 3-6 settimane con predisposizione ad una maturazione fenolica prolungata, favorendo la diminuzione del contenuto di zuccheri e una maggiore acidità in virtù della ritardata maturazione dell’uva. La Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio, come nel settore del biogas-biometano che – conclude Coldiretti - ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia. Foto Web
Autore: La Redazione 14 aprile 2025
L’edizione 2025 di Vinitaly si è conclusa con un bilancio più che positivo: ben 97mila presenze, segnando un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Un risultato significativo, soprattutto in un contesto complicato come quello attuale, dominato dall’incertezza legata ai dazi statunitensi sul vino europeo. A emergere con forza è stata l’internazionalità dell’evento: il 33% dei partecipanti è arrivato dall’estero, rappresentando oltre 130 Paesi. Una risposta importante del settore, che ha mostrato compattezza e volontà di affrontare insieme le sfide del mercato globale. Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ha sottolineato come la città di Verona abbia saputo offrire non solo ospitalità ma anche un messaggio di coesione e visione strategica in un momento critico per l’export vinicolo. Appuntamento già fissato per la prossima edizione: si riparte il 12 aprile 2026, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il ruolo di Vinitaly come punto di riferimento mondiale per il business del vino.
Autore: La Redazione 5 aprile 2025
Con l'avvicinarsi dell'inaugurazione di Vinitaly, la fiera internazionale dedicata al vino, cresce la preoccupazione tra i produttori italiani. "Stiamo attraversando un periodo complicato", affermano molti imprenditori, che si trovano a fronteggiare non solo le sfide del mercato interno, ma anche le nuove politiche doganali che impongono dazi pesanti sulle esportazioni. Questi dazi, introdotti in risposta a tensioni commerciali globali, rischiano di compromettere la competitività del vino italiano, un settore che rappresenta un simbolo della nostra cultura e un'importante fonte di reddito. Gli imprenditori temono che tali misure possano ridurre le vendite all'estero, danneggiando un patrimonio che è frutto di anni di passione e tradizione. La Gazzetta del Food sarà presente a Vinitaly per documentare le reazioni e le strategie dei produttori, dando voce a chi vive quotidianamente le difficoltà e le opportunità di un settore in continua evoluzione. Mentre ci prepariamo a celebrare l'eccellenza del vino italiano, è fondamentale non dimenticare le sfide che i nostri viticoltori devono affrontare. La fiera sarà non solo un momento di festa, ma anche un'importante occasione di confronto e riflessione.
Autore: La Redazione 5 aprile 2025
Il 6 aprile si celebra il Carbonara Day, una giornata dedicata a uno dei piatti più emblematici della cucina italiana: la carbonara. Questo piatto, originario del Lazio, è amato da milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta un simbolo della cultura gastronomica italiana. Tuttavia, ogni anno, la celebrazione di questo giorno non è priva di polemiche. Le controversie nascono principalmente dagli ingredienti. La ricetta tradizionale prevede solo guanciale, pecorino romano, tuorlo d'uova e pepe nero. Ma, con il passare del tempo, molte varianti sono emerse, utilizzando pancetta, panna e addirittura ingredienti insoliti come funghi o zucchine. Questo ha scatenato un acceso dibattito tra i puristi, che difendono la ricetta originale, e coloro che si divertono a reinterpretarla. Inoltre, il Carbonara Day è anche un'opportunità per promuovere la solidarietà. Molti ristoranti e chef partecipano all'iniziativa, donando parte dei proventi delle loro carbonare a cause benefiche. Questo aspetto unisce la passione per la buona cucina a un gesto di altruismo, ma non mancano critiche da parte di chi sostiene che l'atto di celebrare un piatto tradizionale dovrebbe essere fatto senza secondi fini commerciali. In conclusione, mentre ci godiamo un piatto di carbonara, è importante ricordare le sue radici e le diverse interpretazioni che ne sono derivate. Che siate sostenitori della ricetta classica o amanti delle varianti, il Carbonara Day rappresenta un momento di riflessione e celebrazione della nostra cultura culinaria, ma anche un'occasione per confrontarci su ciò che significa realmente "italiano". Foto Web
Autore: Teresa De Petro 5 aprile 2025
La messa a dimora di nuovi alberi in Puglia che dispone di appena 10 metri quadrati in media di verde urbano per abitante è fondamentale per affrontare l’emergenza climatica, fra ondate di calore, desertificazione e alluvioni e per rompere l’assedio dello smog nelle città. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in riferimento all’incontro a Bari degli ambasciatori del patto europeo per il clima, promosso dalla Dg Clima della Commissione europea, Alleanza per il clima Italia, il Comune di Bari ed EuCliPa.it. Nelle città capoluogo, dove si oscilla dai 9,2 metri quadri pro capite di verde di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi, sono stati censiti quasi 142mila alberi in Puglia, dove a guidare la classifica c’è Bari con quasi 30mila alberi – continua Coldiretti Puglia – seguita da Foggia, Taranto, Lecce, Barletta, Brindisi e Andria, fanalino di coda con soli 15mila alberi. Differente la disponibilità di alberi per abitante, dove la classifica si inverta con Bari che conta solo 9 alberi per 100 abitanti, Taranto quasi 11, Foggia 14 e Andria 15 ogni 100 abitanti, con Barletta, Lecce e Brindisi che offrono oltre 20 alberi ogni 100 abitanti. Con i cambiamenti climatici in atto – evidenzia Coldiretti Puglia – è strategica la presenza e la gestione del verde tanto che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Maggiore è la copertura verde maggiori sono i benefici per la salute della popolazione e più ampia è la difesa contro desertificazione e siccità. Gli alberi infatti – continua Coldiretti - rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia all’ombreggiatura che creano sia alla traspirazione e fotosintesi del fogliame diventando dei grandi condizionatori naturali: un’area verde urbana di 1500 metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a decine di metri di distanza. Per mantenere l’impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti Puglia - ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che in Puglia la dotazione di verde urbano nelle città. Anche in campagna negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra pesche, arance, albicocche e altri frutti, per non parlare dei 21mila ulivi persi a causa della Xylella, con un gravissimo danno produttivo ed ambientale – aggiunge Coldiretti Puglia - per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima. Un danno economico ed occupazionale rilevante – continua Coldiretti Puglia – ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico svolto proprio dalle piante, capaci di ripulire l’aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10. Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente – spiega Coldiretti – proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento. Il verde è importante perché migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno, secondo una analisi della Coldiretti. Tra le specie tipiche e autoctone di alberi e arbusti antismog ci sono – conclude la Coldiretti regionale – la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino, ma ci sono anche le piante aromatiche come timo, lavanda e rosmarino. Foto WEB
Autore: La Redazione 27 marzo 2025
Recentemente, il compartimento formazione della Nazionale Italiana Cuochi ha visto un incontro illuminante tra lo chef Domenico Di Bella e i giovani talenti dell'Istituto Alberghiero “Tre Croci” di Villa San Giovanni. Questa giornata ha rappresentato un'importante opportunità per i futuri chef, offrendo loro spunti e conoscenze preziose per avvicinarsi al mondo delle competizioni culinarie. Lo chef Di Bella, noto per la sua passione e dedizione alla cucina italiana, ha condiviso la sua vasta esperienza e il suo know-how con gli studenti. La sua carriera, costellata di successi e riconoscimenti, è un esempio di come la formazione professionale e l'impegno siano fondamentali per emergere nel settore gastronomico. Con il suo approccio pratico e diretto, ha saputo ispirare i giovani partecipanti, trasmettendo l'importanza di affinare le proprie tecniche e di affrontare le sfide con determinazione. Durante l'incontro, Di Bella ha enfatizzato l'importanza della formazione continua per i giovani chef. In un settore in continua evoluzione come quello della ristorazione, rimanere aggiornati sulle ultime tendenze, tecniche e ingredienti è cruciale. La competizione, sia a livello locale che internazionale, richiede non solo abilità culinarie ma anche creatività e capacità di innovare. Gli studenti hanno avuto l'opportunità di porre domande, ricevere feedback sui loro progetti e apprendere da un professionista del calibro di Di Bella, un'esperienza che arricchisce il loro percorso formativo. La giornata è stata caratterizzata da dimostrazioni pratiche e discussioni stimolanti, creando un ambiente di apprendimento dinamico e interattivo. I giovani chef hanno potuto osservare da vicino le tecniche di preparazione e presentazione dei piatti, apprendendo l'importanza della qualità degli ingredienti e del rispetto per la tradizione culinaria italiana. In conclusione, l'incontro con Domenico Di Bella ha rappresentato un momento cruciale per gli studenti dell'Istituto Alberghiero “Tre Croci”, offrendo loro una visione chiara e motivante delle opportunità future nel mondo della cucina. La formazione è la chiave per sviluppare talenti e preparare i giovani chef ad affrontare le sfide del settore. Eventi come questo non solo arricchiscono il curriculum formativo degli studenti, ma fungono anche da ponte tra la teoria e la pratica, preparando la prossima generazione di professionisti a lasciare il loro segno nella gastronomia italiana e oltre.
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